Dopo il lockdown, Madonna di Campiglio riparte, anche dall’arte

Dopo il lockdown, Madonna di Campiglio riparte, anche dall’arte

Dopo il lockdown, Madonna di Campiglio riparte, anche dall’arte

Da scoprire, vedere, conoscere, ammirare. Il riferimento è a “Show (s) must go on. Ripartire dall’arte”, il percorso espositivo ideato da Giulia Cirillo, giovane manager dell’arte, a Madonna di Campiglio. Protagonisti sette artisti della Val Rendena e del Trentino – Paolo Dolzan, Daniela Casoni, Mattia Cozzio, Matteo Lencioni, Riccardo Resta, Andrea Romanello e Andrea Viviani – che espongono opere di pittura, scultura, fotografia e video, cifra del loro percorso umano e artistico “ai tempi del Coronavirus”. La mostra è visitabile fino a domenica 23 agosto presso la Sala della cultura di Madonna di Campiglio dalle 16.00 alle 19.00 e dalle 20.30 alle 22.00.

Anche in quota, sulle terre alte del Bel Paese che ha nel paesaggio, nella storia, nella cultura e nell’arte, i suoi tratti distintivi, è possibile un incontro tra turismo e creatività. Ce lo racconta, in questi giorni, la mostra proposta ai piedi delle Dolomiti di Brenta da Giulia Cirillo, giovane emergente che nel 2015 si è laureata in Comunicazione nei mercati dell’arte e della cultura per poi conseguire un master in Organizzazione di eventi e mostre.

Dopo il debutto dell’estate scorsa con la sua prima collettiva in contesto “campigliano”, seguita dalla proposta di un interessante calendario di personali nel corso dell’inverno, interrotto bruscamente a causa del lockdown, la volontà di riallacciare il filo rosso di un progetto culturale di ampio respiro che intende valorizzare l’arte e le sue espressioni, partendo dal contesto locale.

“Nella collettiva “Show (s) must go on” – spiega Giulia Cirillo – vengono presentati ed esposti lavori prodotti nel periodo di quarantena a causa dell’emergenza Covid-19. Le opere raccontano la volontà degli artisti di continuare a produrre nonostante l’obbligo imposto di non potersi esprimere in toto, di non avere la possibilità di reperire materiali congeniali, di non poter essere ispirati dall’esterno: un’implosione di passione che, anche nei momenti di crisi, porta l’artista a compiere l’atto creativo che conduce alla nascita dell’opera d’arte nonostante tutto”.

E così qualcuno dei sette artisti, nelle opere esposte realizzate durante il lockdown, ha approfondito nuove tematiche come la solitudine oppure ha sperimentato nuove tecniche espressive. Riccardo Resta (nato a Bologna, oggi vive a Godenzo nelle Giudicarie Esteriori) punta l’attenzione sulla dimensione del gioco attraverso la quale emerge il bambino che c’è in ognuno di noi; i suoi lavori sono realizzati con inchiostro e pennarelli su carta. Paolo Dolzan (fondatore, a Trento, della galleria d’arte contemporanea “Spazio27” e di una casa internazionale per artisti in Sassonia), nei suoi studi in grafite su carta fa emergere sentimenti quali la rabbia e la frustrazione. Andrea Viviani (scultore in ceramica della Val Rendena, vive a Campiglio) esprime la sua riflessione in “Paesaggio apocalittico”, assemblaggio di ceramiche con smalto in fusione collocato al centro dello spazio espositivo, e in un’animazione video che si intitola “Video pandemia”. Mattia Cozzio (nato a Trento nel 1990, attualmente vive e lavora in Val Rendena) indaga dentro l’io, nella profondità dell’essere, spinto a questo ricerca dal tempo avuto a disposizione per pensare e riflettere. Daniela Casoni sperimenta nuovi materiali, per lei insoliti, mescolando l’amuchina ai colori e dipingendo un assembramento di persone che guardano verso un orizzonte nero, pur facendo trasparire il desiderio di andare avanti. Andrea Romanello esprime una poetica legata alla salvaguardia della natura e alla sostenibilità con un messaggio chiaro – “Ognuno può fare la sua parte” – che lui fa suo creando da sé i colori, in modo completamente naturale. Matteo Lencioni (vive tra Madonna di Campiglio, dove è nato e cresciuto, e Barcellona) passa dall’acrilico all’acquarello per immortalare le sue Dolomiti di Brenta, questa volta fissate su cartone.

L’esposizione è accompagnata da un catalogo (gratuito in versione digitale, oppure acquistabile presso la mostra) arricchito da una selezione di fotografie scelte tra quelle che hanno partecipato al contesto fotografico “Impressioni di quarantena”: 50 scatti realizzati tra il 4 aprile al 18 maggio 2020 da molte persone che hanno voluto raccontare momenti del proprio lockdown. “Le fotografie – precisa Giulia Cirillo – creano un involucro contestualizzante per le opere d’arte esposte, un riferimento concreto di quello che è accaduto dentro e fuori le nostre case”.

Alla presentazione, avvenuta sabato pomeriggio, è intervenuto anche Paolo Orler, punto di riferimento del settore attraverso le gallerie d’arte della famiglia. Orler ha invitato a “proseguire sulla strada della valorizzazione del territorio e degli artisti di ambito trentino” ricordando che  “l’arte e gli artisti si sostengono e valorizzano attraverso l’acquisto delle opere”, con particolare riferimento a quelle presenti nella mostra “Show (s) must go on”.

Hanno collaborato all’iniziativa Mario Zanon, la Galleria Orler, i comuni di Pinzolo e Tre Ville, l’Azienda per il Turismo Madonna di Campiglio Pinzolo Val Rendena e la Pro loco di Madonna di Campiglio.