Martello replica a Binelli ‘Non ha mai visto il mio progetto di gestione’

di 'L'Adige'

L’ADIGE – 18 marzo 2011

Martello replica a Binelli “Non ha mai visto il mio progetto di gestione”

Pala Dolomiti: “Manca una visione”

PINZOLO – Pinzolero doc, Marco Martello oggi vive a Milano dove lavora da alcuni anni occupandosi di comunicazione e ufficio stampa alla Triennale. Si e’ interessato in passato, spendendoci qualche settimana di lavoro, come si suol dire “a gratis”, ad un efficiente e ad un tempo efficace modello di gestione del Pala Dolomiti, il centro polifunzionale inaugurato prima di Natale e costato (soldi pubblici) 9 milioni di euro. Lo ha fatto, per passione e per professione, perche’ – correva l’estate 2009 – nella nuova struttura intravedeva una grande occasione per Pinzolo e per la valle, in collegamento con il Piano strategico di sviluppo della Rendena. Si sa come e’ finita: il Piano strategico (costato oltre 100 mila euro alle casse del Comune) riposa in un cassetto, inutilizzato; e per il Pala Dolomiti la scelta è stata tutt’altra da quella indicata da Martello e colleghi professionisti del settore: l’amministrazione Bonomi ha scelto per l’autogestione. Di sicuro fino ad ottobre, ma non è escluso – parole di Anita Binelli, consigliere comunale con delega sul Pala Dolomiti – che “la gestione possa rimanere in seno all’amministrazione fino a quando questa amministrazione sarà in carica”. Ecco, per Marco Martello, professionista che probabilmente – in questa vicenda – paga lo scotto di essere figlio di Carola Ferrari, l’ex assessore alla cultura che ha rotto con il sindaco – la questione sarebbe stata chiusa. “Mi ero messo il cuore in pace” racconta da Milano “solo che poi ho letto quanto dichiarato da Anita Binelli sull’Adige (giovedi’ 10 marzo, ndr), cioe’ che il mio progetto e’ stato visionato, ma al momento rimane in stand by al pari di altre proposte pervenute. Ecco, quanto dice la Binelli e’ semplicemente falso”. Falso? “Si’” spiega Martello, raccontando un fatterello curioso “nel luglio 2009 presentammo all’allora consiglio comunale, io e altri colleghi professionisti, delle linee guida gestionali, degli scenari ottimali per una struttura di questo tipo. Il sindaco, invero, ci dedico’ poca attenzione, perche’ impegnato al telefono: spiego’ poi che cercava di ottenere un permesso di pesca per un giocatore della Juventus. Anita Binelli, invece, non c’era. Quindi non solo non ha potuto prendere visione del progetto, i cui dettagli mai abbiamo illustrato, ma nemmeno delle linee guida”. Tutto qui. Il resto, per Martello, e’ solo amarezza per non aver trovato ascolto su un’ipotesi gestionale che suggeriva partnership con il privato per contenere i costi pubblici, comitato scientifico di indirizzo culturale, messa in rete con le eccellenze culturali trentine (a partire dal Mart di Rovereto), coop non profit per la gestione. Martello dice delle cose di buon senso, persino ovvie. Che quando si parte con una struttura di questo tipo, per dire, devi non solo avere programmato la fase di start up, ma pure avere pianificato in anticipo la gestione dei due anni: mostre, eventi estivi, rassegne di film e di fotografia, installazioni temporanee, eccetera, con uno scenario di costi e ricavi. Insomma, chiarezza di obiettivi. “Invece” chiude la telefonata “la Binelli dichiara che solo a fine anno avra’ un quadro dettagliato dei costi. Questo e’ folle. Consolarsi perche’ hanno riempito la sala con Aldo, Giovanni e Giacomo sotto Natale, dopo dieci anni di assenza del cinema a Pinzolo, non basta. Ci vorrebbe una visione, che non c’e’. Non si capisce, poi, perche’ per la gestione del centro congressi di Campiglio fanno un bando pubblico, mentre per il Pala Dolomiti fanno tutt’altro. Ma facciano come credono, basta non mettano in giro delle cose false”.

DOMENICO SARTORI