PONTE DI STREMBO: MA CHI ROMPE NON PAGA ?

di Alessandro Giacomini

PONTE DI STREMBO: MA CHI ROMPE NON PAGA ?

Sono trascorsi esattamente quattro anni dalla riapertura del ponte di Strembo era il 21 dicembre 2018, fu inaugurato nel 2005 e dopo soli, ripeto, soli 12 anni il cedimento di alcuni tiranti, che sostenevano la campata, hanno fatto collassare la struttura.

Il 9 agosto 2017 il ponte era collassato a causa dello sfilacciamento e conseguente cedimento dei tiranti di ancoraggio nella spalla sud, questo aveva compromesso la sicurezza del manufatto e il suo anomalo innalzamento alle estremità.

Il ponte misura circa 150 metri, un ponte quindi notevole, rimase chiuso per oltre 15 mesi e vi furono diversi interventi strutturali per renderlo agibile, la preoccupazione delle varie amministrazioni e degli stessi valligiani fu la celerità nel ripristinare l’importante via di comunicazione, essendo la stessa la dorsale della val Rendena.

I costi per la ricostruzione e messa in sicurezza furono sicuramente elevati, come per la costruzione dello stesso ponte, ma dopo la riapertura e ripristinata la via di comunicazione tutto rientrò nell’oblio e nella normalità.

Ma la normalità non è solo riferita alle aspettative di ripristino, ma anche e soprattutto, alla tutela della collettività sulle responsabilità e sulle spese di ricostruzione.

Sarebbe utile sensibilizzare il pensiero dell’opinione pubblica, essa è l’insieme della società e delle convinzioni della popolazione, andrebbe quindi, tramite i canali pubblici della provincia e delle istituzioni collegate , comuni e comunità di valle, comunicare la responsabilità di chi ha causato l’anomalo cedimento ( ditte costruttrici e/o studi di progettazione )  e di chi ha sostenuto i costi, oltre all’importo stesso della ricostruzione.
Perché chi rompe paga, perché la normalità non deve essere a carico del cittadino, perchè informare è un dovere e un diritto, perchè il bene pubblico ha più valore di quello privato.

Alessandro Giacomini

Membro dell’assemblea per la pianificazione urbanistica e lo sviluppo della comunità delle Giudicarie.