Risposta a Sergio Manuel Binelli, in riferimento alla lettera…

di Serena Volta

Risposta a Sergio Manuel Binelli, in riferimento alla lettera ” Pinzolo, il tema del gender “nascosto” nella filosofia “ pubblicata sull’Adige in data 31 ottobre 2015.

Devo confessare che l’attenzione rivolta all’Università della Terza Età di Pinzolo, da parte di Sergio Manuel Binelli, mi ha piacevolmente sorpresa….anche se l’intento dello scrivente è di conoscere nel dettaglio , con velato spirito inquisitore, una serie di particolari che mi lasciano non poco perplessa.

Intanto mi piace sottolineare come l’immagine della nostra associazione di “anziani” si sia completamente ribaltata.

Come forse alcuni erroneamente presumono, le lezioni all’università non si limitano a disquisire sulla tisana della buona notte, piuttosto che sulle buone pratiche per evitare i fastidiosi calli ai piedi, ma puntano da sempre a fornire contenuti culturali , informazione e aggiornamento riguardo a temi d’attualità. Il progetto culturale permette ai partecipanti di capire meglio il mondo, che irrompe nella vita quotidiana, e come esso si evolva, in modo da poterne fare parte in modo critico e responsabile….e potrei fermarmi qui, ma vado oltre.

I programmi proposti non sono precompilati, non seguono un protocollo unico , ma vengono elaborati dalla assemblea riunita e quindi rivisitati ogni anno. Siamo all’anarchia? No, semplicemente rispondiamo a dei bisogni precisi , a delle esigenze dettate dal contesto.

Per nostra fortuna siamo ancora in grado di ragionare con la nostra testa, non abbiaamo bisogno di “badanti” che suggeriscano cosa studiare e ciò che alla nostra età è sconveniente conoscere….

Per rispondere alle domande incalzanti di Sergio Manuel Binelli, che meriterebbero di essere ignorate in quanto infarcite di “sembrerebbe….parrebbe….nell’evenienza che la segnalazione si rivelasse veritiera….”, voglio essere chiara. Preciso che nel programma della scuola apparso sui manifesti appariva in verità “Antropologia della virilità”: il corso intendeva segnalare il passaggio dalla società primitiva di tipo matriarcale a quella successiva di tipo patriarcale .Nello specifico programma di filosofia distribuito ai corsisti al momento della iscrizione, è indicato :“ Identità di genere, lo sguardo dell’altra”. Nessun sotterfugio quindi, nessuna intenzione di “nascondere” un argomento proibito.

Ribadisco che nella giornata di inaugurazione avvenuta il 12 ottobre scorso , personalmente ho presentato il programma annuale alle autorità convenute : erano presenti i Sindaci di Pinzolo,di Bocenago, di Carisolo e di Caderzone, l’Assessore alla Cultura di Giustino che hanno accordato la massima fiducia sui temi da trattare nel corso dell’anno. (n.d.r. L’UTE di Pinzolo non è un’associazione culturale del solo comune di Pinzolo, ma un progetto culturale supportato dai 7 Comuni dell’alta Val Rendena: Strembo, Bocenago, Caderzone, Giustino, Massimeno, Pinzolo e Carisolo)

Ed ora arriviamo al pomeriggio che ha suscitato tanto scalpore..

Prima di invitare Lucia, che ha parlato in termini molto pacati e decisamente toccanti della sua vicenda personale, la dott. Simona Scalfi, docente di filosofia, una settimana prima si è sentita in dovere di chiedere a noi referenti, poi a tutti i presenti alla sua lezione, di poterla ospitare in qualità di testimone diretto.

L’assemblea si è espressa favorevolmente: in occasione dell’incontro l’aula era oltremodo gremita.

Lucia, la protagonista della vicenda dolorosa per tutti, famigliari in primis, ha raccontato come, con molta determinazione, ormai non più giovanissima, ha scelto di uscire allo scoperto, scegliendo di restare nel luogo di origine. Con ostinazione, ma anche con tanta difficoltà e sofferenza si è imposta di superare il muro di silenzio e di sospetto che per lunghi anni l’ aveva circondata.

Abbiamo ascoltato il racconto con molta partecipazione; abbiamo preso atto dei timori, delle paure, delle fragilità di Lucia…col massimo rispetto!… perchè così è l’Università! La nostra scuola è del tutto speciale. La presenza degli adulti, la terza età appunto, trasforma totalmente il rapporto di comunicazione tra chi parla e chi ascolta: il rapporto non è subordinato , ma è del tutto paritario.

Il punto focale è proprio il bagaglio di esperienze e di vita che l’adulto porta con sé con relative credenze , pregiudizi e, perchè no?… convinzioni, che vi assicuro, sono dure a morire.

Mentre a scuola, in generale, il docente imposta il corso di studio con finalità strutturali, ossia fornisce una “struttura” di informazioni-nozioni- regole finalizzata ad aiutare l’allievo ad affrontare il mondo…. all’UTE non esiste il modello: io ti insegno, tu impari e poi fai…. Non siamo fanciulli, le cui menti possono assorbire qualsiasi messaggio, non rischiamo di sentirci plasmati o plagiati , non dobbiamo prepararci alla vita, perchè la vita l’abbiamo già in tasca.

Siamo solo esseri pensanti che desiderano guardarsi intorno…cercare di capire, per imparare almeno a convivere con le situazione nuove..

Il tono della lettera mi pare svilente nei confronti di quanti si impegnano a mettersi in gioco, a non sentirsi arrivati, attenti a cogliere i mutamenti del sociale, tanto più che l’affermazione giunge da un giovane che dovrebbe plaudire la voglia di conoscere che ci mantiene più giovani di tanti giovani.

Tra i presenti alla lezione c’ erano gli scettici, i diffidenti, quelli che hanno partecipato solo per curiosità, per vedere in faccia un transessuale, attenti a valutare con quale e quanto coraggio avrebbe proferito parola…ognuno ha ascoltato, valutato, soppesato. Sono affiorati nomi di parenti, di amici, di esclusi, di emarginati, di individui considerati strani o “matti del paese”, nomi di chi è stato costretto a trasferirsi lontano…..La discussione ha dato impulso a prospettive diverse. I dubbi e le perplessità hanno suscitato riflessioni critiche contrastanti, ma si è lasciato a ciascuno la libera scelta di rafforzare le proprie convinzioni o di modificarle secondo degli stimoli ricevuti.

Dobbiamo sentirci in colpa per tutto questo? Dobbiamo nascondere la testa e fingere di non vedere, di non sapere, crogiolandoci nelle nostre certezze assolute ?

…ebbene, la nostra scuola è così: un laboratorio di idee in continuo fermento…chi vuole essere dei nostri, lo faccia presto e non perda altro tempo!

Serena Pozzetti Volta e le referenti UTE di Pinzolo.