Un cacciatore alla presidenza del Parco Adamello Brenta?

di Sergio Merz

Un cacciatore alla presidenza del Parco Adamello Brenta?

Un cacciatore alla presidenza del Parco Adamello Brenta?

Proprio vero che al peggio non c’è mai fine, in particolare nella gestione dell’ambiente e
della fauna selvatica ma non solo, il trentino sta perdendo la propria identità sprofondando sempre di più in una visione distruttiva del proprio ambiente e territorio,
vanificando quanto di buono si era fatto in passato. Dalla gestione della fauna selvatica, passata dal comitato faunistico alla giunta provinciale, alle continue deroghe nei parchi naturali provinciali in favore di eventi altamente impattanti, alla continua distruzione di territorio a scopo turistico ecc. ecc. Si dice che quando si tocca il fondo si può solo risalire in realtà si può anche scavare ed è quello che sta avvenendo.
Appare gravissimo, quanto riportato dalla stampa locale il giorno 10 dicembre, dove in merito alla nuova presidenza del Parco Adamello Brenta, si proporrebbe un cacciatore che risponde al nome di Valter Ferrazza.

Una nomina inopportuna da tutti i punti di vista, ma purtroppo ci si trova spesso con i parchi gestiti in particolare da chi non li vuole, salvo che per scopo turistico, perdendo di vista la priorità che è quella della conservazione, della salvaguardia del territorio e della biodiversità. Sicuramente non gioverebbe alla promozione nazionale ed internazionale di un’area protetta avere un presidente cacciatore, un biglietto da visita non certo entusiasmante.
Altra anomalia è che Valter Ferrazza oltre che sindaco di un piccolo comune, Bocenago, sia anche dipendente del comune di Pinzolo con tutto quello che ne consegue dal punto di vista di un ipotetico conflitto di interessi. Nominare poi un cacciatore alla guida del parco è uno schiaffo alla maggioranza della popolazione e dei turisti contrari alla caccia, è come mettere un arbitro milanista nel derby Inter -Milan, un clamoroso errore dal punto di vista della comunicazione e di marketing a livello internazionale un segnale altamente negativo che non ci fa ben sperare. Vorrei vedere, le reazioni, se come sarebbe giusto, che il presidente del parco, visto che si parla di conservazione della natura fosse un ambientalista. Ovviamente ci auguriamo che prevalga il buonsenso e che ciò non avvenga e si punti ad un presidente competente e coerente con gli obbiettivi primari del parco, che sappia valorizzare dal punto di vista naturalistico e della biodiversità l’area protetta, nella direzione di un turismo veramente sostenibile, anche in funzione delle generazioni future.

Sergio Merz
Delegato Lipu Trento
Membro del comitato di Gestione del P.A.B. in rappresentanza delle associazioni ambientaliste trentine.