Un tocco di esotico ed esoterico in val Genova

di Alessandro Giacomini

Un tocco di esotico ed esoterico in val Genova

UN TOCCO DI ESOTICO ED ESOTERICO IN VAL GENOVA

La val di Genova si inoltra da Carisolo fino alla piana di Bedole, ove si ammira lo spettacolare anfiteatro glaciale dell’Adamello, che da oltre un secolo incanta gli alpinisti di tutto il mondo per i suoi selvaggi versanti e per i rigogliosi ghiacciai.

In termini geografici la latitudine della valle è oltre i 46°10’, una latitudine non certo consona, vuoi anche per i suoi sovrastanti ghiacciai, all’attecchimento di qualsiasi pianta tropicale, ma dopo essersi inoltrati per oltre un kilometro tutto sembra normale fino a quando appare lei nella sua piena solitudine ma orgogliosamente libera, una palma.

Non sono certo un botanico ma mai avrei immaginato che una palma, ne sono catalogate circa 2.500 specie, diffuse per la maggior parte nei climi tropicali e subtropicali con il nome scientifico di Arecaceae, potesse crescere rigogliosa in una delle valli più fredde di tutto l’arco alpino.

Si potrebbe presupporre che il tutto è riconducibile ai mutamenti climatici in atto ma, per chi è avvezzo alla zona, saprà quanto è impegnativo coltivare e rendere produttivo anche un semplice orto.

Mi piace pensare, anche perché è più suggestivo, che il tutto sia riconducibile ad una leggenda popolare, dopo il concilio di Trento che si chiuse nel 1563, non sapendo dove rinchiudere tutti i personaggi malefici, soprattutto streghe e diavoli, si decise di confinarli nella val di Genova.

Con il passare del tempo alcuni di loro si trasformarono in speroni di roccia granitica, altri come adoni, si specchiano perennemente nelle limpide anse del torrente, ecco che allora quando avrete modo di ammirare l’inopportuna palma essa potrebbe essere proprio una strega, magari una di quelle della vicina Nogaredo che furono decapitate e poi bruciate nell’anno 1647.