Una risposta a Mauro Bondi

di Roberto Pinter

Mauro Bondi si sta prodigando a favore della abrogazione delle Comunità di valle. Con Bondi ho condiviso proposte di riforma istituzionali che sono rimaste purtroppo sulla carta. Se ci fosse stato un po’ più di coraggio non ci troveremo in questa situazione di spreco di risorse e di limitata qualità di molti servizi pubblici.

Ciò premesso non condivido la sua posizione ne’ il tentativo di spacciarsi per cittadino comune quando scrive “lasciamo alla politica di risolvere i problemi della politica e proviamo noi cittadini a risolvere i problemi concreti con il voto”.

Bondi dice di rimanere a distanza dai tavolini della Lega, per cui non firma per il referendum, ma si avvicina di molto alle motivazioni della Lega quando spiega perchè andrà a votare per l’abrogazione. Infatti Bondi come la Lega dice che le Comunità sono nate per aumentare il personale politico e il loro costo e che non si semplifica dando vita a un nuovo ente.

A parte omettere che i Comprensori c’erano già e che gli amministratori di Comunità sono inferiori a quelli comprensoriali e che dunque i costi non aumentano, mi sarei aspettato qualche argomento più significativo che agitare i toni scontati del populismo contro i costi della politica.

Essendo Bondi un avvocato potrei dire che spetta all’accusa l’onere della prova, cioè dimostrare che le Comunità non funzionano, così come spetta alla Lega e non certo al PD portare alle urne gli elettori che vogliono cancellare le Comunità. Ma proprio qui sta il problema e il carattere non solo strumentale ma anche illogico e inaccettabile del referendum leghista. Come diavolo fanno gli elettori a giudicare un ente ad un anno di distanza dalla sua nascita? Per non parlare degli elettori di Trento che manco sanno cos’è la Comunità (visto che coincide con il Comune di Trento), che non hanno partecipato al voto e che però possono partecipare al referendum. Qualcuno ha deciso che un siffatto referendum è ammissibile ma se la Lega non raccogliesse le firme per abrogare la Comuntà ladina, che facciamo? Lasciamo in piedi una sola Comunità e il vuoto istituzionale?

No caro Bondi non è indifferente il carattere strumentale del referendum e non è indifferente l’assurdità di una consultazione popolare ora e così, si potrebbe dire che è l’ennesimo costo inutile di una politica in affanno. E d’altronde se la partecipazione ai referendum è via via calata la colpa è dei partiti che hanno usato i referendum per loro interesse, non a caso quelli più popolari hanno dato risultati diversi.

E se un referendum è sbagliato non vedo perchè dovrei sentirmi in dovere di partecipare, io mi sono dato da fare per far nascere le comunità con il voto popolare, certo ha votato solo il 40% ma anche alle europee vota il 40% e non per questo si propone di cancellare l’Europa. La Lega si dia da fare per distruggerle, io non gli darò una mano, come tu ti proponi di fare.

Rispetto il tuo giudizio sulla inutilità della Comunità ma come tu ammetti è un pregiudizio, penso invece che i cittadini abbiano diritto di vedere come funzionano prima di pronunciarsi con il voto. Tu stesso nel 2006 hai detto “vedremo nella applicazione della legge se i vantaggi sarano superiori agli svantaggi”, come fai ad aver già visto?

Se poi gli elettori vorranno votare il Pd spiegherà loro che le Comunità sono utili, anche se non sarà semplice perchè se i cittadini sono contro le Comunità non è per una opinione precisa, è perchè oggi sono contro la politica e i suoi costi e tu lo sai come lo sa la Lega.

Se invece si vuole il confronto sulle Comunità sono pronto a spiegare perchè oggi è necessario un livello che superi le dimensioni inadeguate, ancor più territorialmente che demograficamente, dei Comuni. Se si trattasse solo di contenere la spesa del funzionamento dei Comuni e migliorare la gestione dei servizi potrebbe benissimo bastare la gestione associata e i progetti di Unione, ma non è solo questo di cui c’è bisogno. Abbiamo bisogno di togliere l’enorme concentrazione di poteri attualmente nelle mani della Provincia e del suo Presidente, abbiamo bisogno di avere territori di valle o omogenei (sugli attuali confini abbiamo condiviso la critica) che siano in grado di decidere loro quali scelte di sviluppo, quali infrastrutture e quale mobilità, la valorizzazione delle risorse ambientali, la programmazione sociale e urbanistica, le politiche sociali e culturali…

Per tutto questo non basta rilanciare le Unioni ci vuole un livello politico elettivo, migliorabile, semplificabile, ma un livello politico che dia identità e offra idee di sviluppo alle nostre valli, anche quelle più complesse come la Vallagarina.

Il PD non si nasconde, difende le Comunità perchè abrogarle significa ritornare a Comuni deboli e Provincia arrogante, e si impegna a svilupparle e a migliorarle, anche affrontando gli errori e i limiti, ma il PD non seguirà la Lega.

Roberto Pinter, responsabile enti locali del PD