A Trento in ricordo dei Caduti della prima guerra mondiale

di G. Ciaghi

“E’ stato commovente seguire la lettura di tutti quei nomi pensando che dietro ad ognuno di loro c’era una giovane vita interrotta bruscamente, pensando a tutte quelle madri, mogli e figli che aspettavano a casa un ritorno che non ci sarebbe stato”. Il commento è di Luciano Binelli – il nonno Davide caduto sul fronte della Guerra Bianca. Lo ha pronunciato domenica sera al rientro da Trento. Vi si era recato col pullman organizzato dal comune di Pinzolo per partecipare nel palazzo della Regione all’inaugurazione delle lastre con i nomi dei Caduti trentini nella prima guerra mondiale. “E’ stato anche un momento di aggregazione molto gradito da tutti gli intervenuti” ha riconosciuto Carola Ferrari, l’assessore del comune che a Trento nella sala gremita aveva letto i nomi delle 47 vittime di Pinzolo, ciascuna delle quali accompagnata da “la tua comunità ti ricorda”. Combattevano nelle file dell’impero austroungarico. Giovani e meno giovani. Si va da Domenico Vidi, nato nel 1866, cinquant’anni passati, su su fino a Illuminato Maturi donà del 1900, non ancora maggiorenne. Le classi più falcidiate quelle dell’ ‘889, ‘893, ‘894 e ‘897. Li ha letti in ordine alfabetico, accompagnandoli con lo scotùn, l’epiteto usato dalla gente nei paesi per distinguere persone dello stesso cognome, ma di casato diverso. “Alfredo Binelli locìn, Davide Binelli tisor, Eliseo Binelli ligàm, Leone Binelli gran, Amabile Bonapace, Carlo Bonapace dindìn, Quinto Bonapace bozzet, Valentino Bonapace albi, Vittorio Bonapace dindin, Andrea Caola, Angelo Caola, Antonio Caola biancàrt, Domenico Caola bondon, Giuseppe Caola stampon, Ippolito Caola isador, Ippolito Caola beatìn, Ippolito Caola bondon, Valentino Cereghini, Amanzio Collini truta, Artro Collini zanét, Attilio Collini sardella, Giacomo Collini sardella, Pio Collini giovannoni, Giacomo Cominotti nicoli, Nicola Cominotti nicoli, Alessandro Cunaccia varàl, Clemente Ferrari stivalìn, Emilio Ferrar povinél, Eugenio Ferrari stivalìn, Giovanni Ferrari titti, Pietro Ferrari gianaràl (1892), Pietro Ferrari 1891), Pio Ferrari mazzola, Egidio Lorenzetti, Giuseppe Lorenzetti tiritàila, Domenico Maffei gambon, Giacomo Maffei tàchem, Lorenzo Maffei, Pietro Maffei, Simone Maffei, Illuminato Maturi donà, Camillo Nicolodi, Angelo Rigoni, Pietro Rigoni, Domenico Vidi, Pietro Vidi e Giuseppe Zortea”. Ultimata la cerimonia si sono soffermati ad osservare la mostra dei cimiteri di guerra della Galizia, allestita nelle sale del Palazzo, quindi hanno lasciato il capoluogo per un salto a Rovereto, dove, in castello, hanno visitato il Museo della Guerra accompagnati da una guida, trovato molto interessante.[/A_CAPO]

Al Museo della Guerra

Carola Ferrari legge i nomi davanti alla lastre