A Tione il Festival Trentino dell”™acqua

di Anna Pironi

“Non c’è più tempo” l’allarme di Luca Mercalli
A Tione il Festival Trentino dell’acqua
 “i cambiamenti climatici , gli effetti nelle zone alpine e sulle risorse idriche”

Cosa sono venuti a dirci i relatori scientifici intervenuti il 6 ottobre 2018, alla prima edizione del Festival Trentino dell’Acqua, organizzato all’interno dell’Ecofiera?
Al  mattino gli interventi dell’ing. Giacomo Bertoldi e dell’ing. Emanuele Cordano  hanno trattato, rispettivamente, “I cambiamenti climatici nelle zone alpine con i conseguenti impatti sulle risorse idriche.“ e “Gli effetti del cambiamento climatico sull’innevamento in Val Rendena.”
I due relatori hanno dimostrato come il riscaldamento globale abbia effetti pesanti ed estremamente visibili in montagna, a partire dalla scomparsa dei ghiacciai, dalle sempre più scarse precipitazioni nevose invernali , dalle maggiori e più violente piogge, dal ritiro del permafrost e conseguenti frane – causa di disastri sociali, alluvioni urbane -, dai fiumi più secchi in estate e più ricchi in inverno, da laghi più caldi, dai maggiori e più violenti temporali, bombe d’acqua ed esondazioni e come tutto questo impatti sulla natura e sulla società .
Nell’immediato già assistiamo al bisogno di maggiore innevamento artificiale per il turismo invernale, ma anche all’aumento dell’offerta del turismo estivo e autunnale per bilanciarne l’indispensabile economia, assistiamo poi a modifiche di coltivazioni in agricoltura e frutticoltura spostate a quote più alte, ad una maggiore necessità di irrigazione dei terreni e conseguenti rischi di conflitti per l’uso dell’acqua tra idroelettrico, agricoltura, pesca, turismo , considerando che in altre parti del pianeta i conflitti per l’utilizzo dell’acqua sono causa di guerre!
E abbiamo anche problematiche relative alla salute, generate da ondate di calore e da malattie da zecche o zanzare, “..più insetti e più aggressivi, cibi con meno sostanze nutrienti, problemi respiratori sempre più diffusi e infine anche pericoli per la salute mentale.
Come fanno elettori e politici a stare tranquilli?  La diretta minaccia del cambiamento climatico si avvicina al punto di non ritorno”.(Ammalarsi di clima, M. Magrini).
Insomma un quadro già di per sé allarmante , al quale nel pomeriggio Luca Mercalli, nella sua conferenza su “Cambiamenti climatici e montagna: il problema e le soluzioni.”alla sala della Comunità di Valle stracolma di cittadini, politici, amministratori e candidati alle prossime elezioni provinciali, ha aggiunto ulteriori riflessioni sottolineando il notevole ritardo sugli obiettivi previsti dall’ Accordo di Parigi sul clima che indica di “fare ogni sforzo possibile per non superare l’aumento medio della temperatura di 1,5 °C e fissare l’obiettivo di contenere l’aumento della temperatura globale ben al di sotto dei 2°C.”.
La montagna , dove è più evidente il riscaldamento , è la sentinella dei cambiamenti climatici , così come l’ecosistema artico al Polo nord, dove con la Torre per il cambiamento climatico , costruita dal nostro CNR , dal 2009 si studiano atmosfera, mare, ghiacci e neve…..”i cambiamenti climatici sul nostro pianeta ci sono sempre stati, e non determinati dall’uomo, ma le ricerche degli scienziati della Base Artica Dirigibile Italia mostrano un’evidenza: l’estrema rapidità del cambiamento climatico negli ultimi 50 anni…il grido  d’allarme parte dall’Artico perché questa regione si sta riscaldando ben più velocemente  delle regioni di latitudine inferiore”  e così  “ altrettanto al Polo Sud dove la velocità di scioglimento del ghiaccio in Antartide è triplicata negli ultimi cinque anni , un processo irreversibile ….se si sciogliesse tutto il ghiaccio, il livello del mare si alzerebbe di 60 metri, portando acqua salata nei fiumi, creando danni all’ecosistema, rovinando i pozzi di acqua dolce e trasformando terreni fertili in campi aridi.
Saranno a rischio città come Venezia, Amsterdam, New Orleans , Shangai e Rovigo e altre zone italiane sulla costa adriatica, ma non solo !
Luca Mercalli suggerisce, provocatoriamente,  che, forse, per salvare Venezia, bisognerebbe affidarla ai cinesi che la smontano pezzo per pezzo e la rimontano ad Asiago , mentre per Rovigo , anch’essa sommersa dal mare , avremmo i cosiddetti “rifugiati ambientali” , circa 240.000 , che emigreranno all’interno con tutta probabilità sopra i 1600 mt , le zone più sicure , con buona pace di chi dovrà accoglierli !
Molti climi montani tra pochi anni si trasformeranno , con tutto ciò che ne conseguirà per la natura, l’economia e il sistema sociale; il grave ritiro dei più importanti ghiacciai del mondo, compreso il nostro Mandrone, che alimenta il bacino del fiume Sarca e che sta arretrando ad una velocità compresa tra i 5 e i 20 metri all’anno , produrranno gravi ricadute sulla nostra risorsa idrica.

Emanuele Bompan , giornalista ambientale de La Stampa , pone il quesito all’Italia nel suo articolo: “Riscaldamento globale, indifferenza totale: i dati sono catastrofici, ma in Italia non interessa a nessuno,   Il catastrofico report dell’Ipcc tiene banco in tutto il mondo, ma in Italia è stato pressoché ignorato. Eppure, passare da un aumento della temperatura di un grado e mezzo a uno di due sarebbe un disastro per tutto: dalla siccità all’emigrazione, ai diritti umani.

Ce ne importa?”

Cosa possiamo fare? Mitigare i cambiamenti e adattarsi
Nel rapporto sul clima presentato dall’ing. Bertoldi dell’Eurac di Bolzano un intero capitolo è ovviamente dedicato ai compiti che ciascuno di noi dovrebbe assumersi , dai politici all’amministrazione pubblica, a tutti i comuni cittadini , a ciò che si può e si deve fare per un corretto utilizzo delle risorse idriche e del suolo, in agricoltura e nel turismo e per i trasporti, cosa possono fare le aziende, gli asili, le scuole e il settore della ricerca.
Mentre le grandi città e metropoli non possono che diventare “resilienti”, adattarsi ai cambiamenti, trasformando così le incertezze in occasioni e i rischi in innovazione. I cambiamenti climatici oggi le mettono alla prova con “eventi estremi”: uragani, inondazioni, isole di calore. Molte di queste città hanno raccolto la sfida: le pagine del libro “La città resiliente” di Pietro Mezzi e Piero Pelizzaro raccontano il repertorio di politiche e prassi resilienti di Barcellona, Rotterdam, Copenhagen, Malmö, New York, Boston, New Orleans, Norfolk e di Milano, Roma, Bologna, Venezia, i progetti più avanzati di climate adaptation e di rigenerazione urbana, che comprendono la mobilità, i nuovi modelli produttivi, la socialità, la sharing economy.

E poi “uno studio della Global Commission on the Economy and Climate (organismo indipendente voluto da Regno Unito, Svezia, Indonesia, Norvegia, Corea del Sud, Colombia ed Etiopia, con l’ obiettivo  proprio di aiutare i governi a comprendere perché dovrebbero guardare al cambiamento eco-sostenibile come ad un volàno di crescita) ha redatto un nuovo rapporto ed ha quantificato i vantaggi economici e sociali della salvaguardia del clima, dimostrando che salvando il clima si possono creare 65 milioni di posti di lavoro.  Tutto sarebbe raggiungibile su cinque settori: energia, città, trattamento delle acque, settori industriali, agricoltura e utilizzo del suolo. Il rapporto spiega infatti che la bonifica di 160 milioni di ettari diterre degradate potrebbe far guadagnare 84 miliardi di dollari all’anno. Solo per i popoli autoctoni della foresta amazzonica, si potrebbero generare «fino a 10 mila dollari per ettaro in termini di vantaggi per il sistema.”
A conferma di ciò, è di questi giorni la notizia che Il comitato del prestigioso premio norvegese ha assegnato il Nobel per l’Economia a William D. Nordhaus e Paul M. Romer : al primo per aver studiato l’interrelazione tra i cambiamenti climatici e l’economia, al secondo per lo studio sulla crescita endogena, da cui sono emerse nuove ricerche sulle politiche che incoraggiano l’innovazione e la crescita a lungo termine.
I due studiosi «hanno sviluppato metodi che affrontano alcune delle sfide fondamentali e più urgenti del nostro tempo: combinare la crescita sostenibile a lungo termine dell’economia globale con il benessere della popolazione del pianeta».

Inoltre, secondo l’Ocse (Organizzazione cooperazione sviluppo economico) il miglior modo per indurre comportamenti ecocompatibili è quello di far leva sugli incentivi economici: l’inchiesta rivela infatti che le tariffe speciali sui rifiuti, ad esempio, sono in grado di convincere le famiglie a ridurre la produzione del 20-30%.
Allo stesso modo è utile far pagare l’acqua in modo progressivo rispetto ai volumi di consumo; i cittadini sono pronti a dei “compromessi” sui propri stili di vita, se questo è necessario per preservare l’ambiente.
Pensiamo a Città del Capo, la terza città più popolosa del Sudafrica, dove a gennaio di quest’anno , causa la grave siccità in corso da anni, per scarsità di piogge, il servizio idrico cittadino annunciava una possibile interruzione  a partire dal 12 aprile e gli abitanti costretti a fare la coda a 200 pompe dell’acqua per rifornirsi di una razione quotidiana ridotta a 25 litri d’acqua. I cittadini hanno contribuito a contenere l’emergenza idrica modificando profondamente il proprio stile di vita sull’utilizzo e riutilizzo dell’acqua e le restrizioni hanno funzionato, tanto che “il “Day Zero” a Città del Capo, ossia la data in cui si prevede la fine dell’acqua è stata posticipata ad aprile 2019. Il Financial Times ha raccontato in un reportage che chiamare “vittoria” quella ottenuta a Città del Capo non è azzeccato, visto che il panorama è desertico e desolato e le condizioni di vita degli abitanti sono molto peggiorate a causa della crisi.” https://www.wateronline.info/2018/07/04/niente-acqua-a-citta-del-capo/
Non c’è più tempo davvero! I Governi devono decidere e attuare tutte le politiche e gli interventi previsti e indispensabili per evitare catastrofi, in ogni caso la Terra e la natura non resteranno ad aspettare le loro decisioni e continueranno a produrre reazioni ed effetti disastrosi, mettendo a rischio la nostra vita.

Ecco quindi il perché del piccolo, ma importante Festival Trentino dell’Acqua a Tione, frutto di una proposta condivisa ed organizzata da alleanze trasversali, a partire dall’intero Consiglio Comunale, minoranza e maggioranza, e poi soprattutto dal Comitato Promotore intitolato Ec-qua, convinti della necessità dell’impegno a continuare nei prossimi anni, ripetendo l’evento annuale per tenere acceso il faro sull’importanza dell’acqua, bene comune primario insostituibile oggi e per le future generazioni, impegno preso anche tramite il Manifesto di Intenti sottofirmato da tutti i referenti del Comitato stesso.
Luca Mercalli, nel suo libro “Non c’è più tempo”, fa parlare la Madre Terra che ci dice :  “…ricordatevi che io non ho bisogno di voi, ma voi avete bisogno di me!
Riusciranno i popoli della Terra nella prossima conferenza sul clima che si terrà a Katowice, Polonia, dal 3 al 14 dicembre 2018 a produrre fatti e non solo chiacchiere?

anna pironi
consigliere comunale minoranza

Tione di Trento