Aborto: l’ospedale di Tione perseguibile penalmente

di Alessandro Giacomini

Quasi fosse un paravento alla misoginia religiosa, ma all’ospedale di Tione non è materialmente possibile abortire, tutti i ginecologi ( 6 su 6 )* sono obiettori di coscienza. Ma chi decide tale professione sa che l’interruzione di gravidanza nei termini di legge è un diritto sancito dalla legge, che rientra negli obblighi professionali.Lo stesso presidio di Tione non può trincerarsi dietro la scusa di non avere medici disponibili, perchè questo è un servizio che deve obbligatoriamente essere fornito, come previsto dall’articolo 9 della legge 194 e le strutture che non lo garantiscono sono perseguibili sotto il profilo civile e penale. Certo non si può costringere un medico a praticare aborti se il suo credo non lo permette, ma costringerlo a cambiare mestiere si, nessuno troverebbe normale che ci fosse un testimone di Geova a fare trasfusioni, una alternativa possibile è che l’azienda sanitaria Trentina istruisca dei bandi per l’assunzione di personale non obiettore.
Stupisce però la risposta della stessa azienda sanitaria che con dubbia sensibilità interviene così :
” il servizio è comunque garantito, la donna sarà accolta presso la stessa struttura e trasferita nel presidio ospedaliero di Trento. ** “
La giustificazione è di per se gravissima, l’ospedale di Tione assomiglia più ad un centro di accoglienza e di smistamento e il ” pacco donna ” subisce un’altro grave aspetto, la tutela della riservatezza, minacciando gravemente la salute mentale della stessa.
In modo palese la privacy della richiedente è lesa, la degente dovrà interfacciarsi con più strutture e di conseguenza la rosa del personale di assistenza si moltiplicherà in modo esponenziale.
Chiedo alacremente all’Assessora Donata Borgonovo Re di attivarsi, perché questi non sono casi sporadici, in quanto nell’area geografica di competenza di tale ospedale c’è mediamente un aborto ogni settimana.***
Se mi è permesso, gentile Assessora, se non riuscirà a risolvere la grave situazione creatasi, sappia almeno conseguire anticipata notizia con il diritto all’informazione, è certamente irragionevole che solo quando la donna entra nella struttura di Tione sia informata del diniego.
Con questa situazione l’albo dei medici obiettori deve essere obbligatoriamente reso pubblico, in modo che ogni donna sappia fin dall’inizio della gravidanza se il ginecologo a cui si rivolgerà sarà anche quello, che in caso di aborto, potrà operarla.
Cara Assessora, comprendo che le soluzioni suggerite necessitano di una volontà politica che al momento non c’è, e con questa maggioranza probabilmente non ci sarà mai, ma confido, in quanto donna , nella sua sensibilità.

* ultimi dati disponibili fonte azienda sanitaria Trentina.
** ufficio stampa azienda sanitaria Trentina 2014.
*** percentuale su media territorio provinciale.

Alessandro Giacomini Segretario Laici Trentini per i diritti civili