Approvato il Piano strategico del Parco

di Pnab

Giovedì pomeriggio, nell’ultimo Comitato di gestione del 2009
Approvato il Piano strategico,
primo passo verso
il nuovo Piano del Parco
Approvati anche gli indirizzi per la redazione dei quattro piani subordinati:
 Piano territoriale, Piano socio-economico, Piano fauna,
Piano di interpretazione ambientale  

Il pensiero-cardine del nuovo Piano si concentra sulla tutela attiva dell’ambiente, superando il vecchio approccio vincolistico. Studi e monitoraggi stanno evidenziando i rischi connessi all’abbandono della montagna, motivo per cui particolare attenzione sarà rivolta alla valorizzazione delle malghe e degli alpeggi.

Il Piano strategico è il primo risultato del confronto con il territorio (22 incontri dalla primavera di quest’anno ad oggi, oltre alle occasioni di dialogo fornite dalla settimana “Parco Aperto” dell’ottobre scorso) e definisce gli obiettivi e il ruolo del Parco nei prossimi dieci anni. Insieme al Piano strategico sono stati approvati anche gli indirizzi per la redazione dei quattro piani (stralci che comporranno il Piano del Parco nel suo insieme) – “territoriale” (comprenderà le cartografie, le norme di attuazione e le misure di conservazione), “fauna” (sarà costituito dagli indirizzi per la conservazione e il miglioramento della fauna), “socio-economico” (verterà sui progetti di sviluppo sostenibile in sinergia con le comunità di riferimento del Parco) e di “interpretazione ambientale” (concernente le attività di educazione ambientale, didattiche, di informazione e comunicazione) – che saranno completati e sottoposti ad approvazione nel 2010.
Cosa è cambiato nei dieci anni dal primo Piano del Parco (1999), rendendo necessaria la Revisione?  “C’è stato un graduale cambiamento nei comportamenti della gente del Parco – ha spiegato il direttore del Pnab Claudio Ferrari, illustrando i dettagli dello stato di attuazione della Revisione – che da una iniziale diffidenza verso la nuova istituzione si è dimostrata via via più collaborativa. È cresciuta anche la percezione del valore posseduto dal paesaggio e dalla natura del Parco, fatto da sistemi naturali integri, oltre che affascinanti e unici nella loro grandiosità. Quasi nulla, invece, è cambiato nella qualità degli assetti eco-sistemici e paesaggistici dell’area protetta. Studi e monitoraggio confermano l’eccellente stato di salute della fauna, della flora e della vegetazione del Parco. Possiamo dire che gli indirizzi gestionali finora adottati hanno dunque funzionato”.
Per questo motivo, fornendo alcune anticipazioni su quello che sarà il Piano territoriale, il più atteso dalle amministrazioni comunali in quanto stabilisce il grado di protezione sulle varie zone del Parco e ciò che in esse si può o non si può fare,il presidente Antonello Zulberti ha sottolineato che “dal punto di vista della gestione del territorio la scelta è quella di un Piano in continuità con il precedente”. Una novità di rilievo è il fatto che si va con decisione verso un approccio non vincolistico della tutela, preferendo una tutela attiva, dal momento che si riconosce  nell’abbandono della montagna un elemento di rischio altrettanto grave quanto l’eccessiva pressione antropica. Saranno confermati i confini attuali delle riserve controllate, guidate e integrali e revisionate quelle speciali, aree maggiormente delicate e a rischio, ridisegnate su una nuova mappa della biodiversità: dalle carte del valore faunistico e floristico-vegetazionale emergono chiaramente delle aree particolari, dei veri hot spot della biodiversità. È qui che il nuovo Piano del Parco prevede l’individuazione delle riserve speciali della biodiversità, per sottolineare le peculiarità naturalistiche e il valore assoluto di certe aree e indicare la necessità della loro conservazione.
Accanto alle riserve speciali, il Piano territoriale potrà definire “ambiti di particolare interesse”, in cui la conservazione sarà affidata alla saggezza tradizionale delle gente di montagna e alla capacità di gestire processi produttivi veramente sostenibili.
In conclusione il Piano strategico si pone 13 obiettivi principali:  conservazione del territorio e tutela della biodiversità, ricerca scientifica, educazione ambientale, nuova comunicazione, reti culturali, innovazione e sviluppo sostenibile, turismo sostenibile, mobilità sostenibile, qualità certificata, Parco occasione per una nuova economia, investimento sui giovani, cura dei sentieri, valorizzazione del sistema malghe-alpeggi.
Il Piano strategico è stato approvato all’unanimità, con un convinto apprezzamento dell’assemblea per il lavoro svolto. Tra gli interventi quello di Ferruccio Salvaterra, in rappresentanza della Sat, che ha giudicato positivamente la documentazione finora presentata, in particolare l’attenzione posta al paesaggio naturale e culturale, chiedendo tuttavia una maggiore interazione tra i due enti. Francesco Borzaga, in rappresentanza del Wwf, ha invece evidenziato la necessità di costruire reti di collaborazione oltre i confini del Parco, a livello non solo provinciale, ma globale per fare fronte comune davanti a tematiche di interesse generale  come la biodiversità e la sostenibilità.