Circonvallazione: alcune considerazioni

di Monica Turri

Siamo ormai entrati nel pieno dibattito sulle ipotesi di circonvallazione proposte dalla PAT e, a questo proposito si riferiscono queste mie considerazioni.

Innanzitutto trovo sia riduttivo e ingiusto ridurre a meri armeggi politici quelli che sono e vanno considerati come i diversi pareri della popolazione, in quanto il nostro territorio, fortunosamente, non ha ancora raggiunto una spiccata connotazione politica (ovvero la pineta non è nè di destra e nemmeno di sinistra, è di tutti).

Detto questo, una cosa che mi sembra doveroso far notare è la seguente; nelle minuziose considerazioni della PAT sulle tre soluzioni proposte, dove sono stati accuratamente sviscerati dati tecnici rigurdanti modi, tempi, e costi, alcune cose non sono state menzionate, forse perchè a redigere questi riassunti sono state persone che , ovviamente, non vivono in questa zona, mi spiego meglio…

Per quanto riguarda i tempi, la facile (facilistica?) soluzione di riferimento non tiene conto del fatto che lavorando “all’aria aperta”, in bella vista in pineta (e, quando semplifico “pineta”, intendo tutta la zona interessata da cantieri, da Giustino a Carisolo), non essendo noi un popolo di kamikaze, ma di operatori turistici, dovremmo trovare il modo di garantire l’accesso e la fruibilità della stessa per la stagione estiva; quindi niente lavori ALMENO da metà giugno a metà settembre… e son tre mesi all’anno.

Nel caso malaugurato di inverni miti e privi di neve come questo zero problemi… giù piante a tutto spiano e via… cemento che corre a gran velocità.

Nel caso auspicabile di inverni molto freddi e molto nevosi , come quello dello scorso anno… quanti mesi invernali di fermo?… bah, facciamo una media di due, anche tre mesi (l’anno scorso non fa testo, abbiamo avuto cinque mesi di temperature sotto zero, ma è stato un caso eccezzionale).

Ecco… sono già cinque/ sei mesi all’anno di fermo, mi pare che questo i tecnici della provincia non l’abbiano tenuto conto, eppure influirebbe in maniera determinante sui tempi di realizzo dell’opera.

Veniamo ai costi, e non parlo di quelli di realizzo, che, sinceramente trovo secondari nel contesto di un’opera che verrà a cambiare i connotati di un bel pezzetto di fondovalle e, a mio avviso , potrà pregiudicare lo sviluppo della zona.

Certo, la galleria sotto il doss presenta qualche incertezza e costi imponenti, ma lo stradone in pineta presenta come unica, e sconsolante certezza il fatto che si andrà a perdere DEFINITIVAMENTE una fetta di territorio rappresentante la nostra UNICA risorsa per il turismo estivo, il nostro target ormai si basa da anni su famiglie e persone anziane, che hanno quella zona come riferimento per trascorrere le vacanze.

Chi spiegherà loro che l’area verde verrà sacrificata per permettere che in centro si possano tranquillamente guardare le vetrine?

Penso che sia più importante garantire silenzio e aria pura in pineta, la gente che scappa dalla città lo fa anche, anzi a mio avviso lo fa SOPRATTUTTO, per poter stendersi su un prato e ascoltare il rumore del fiume, certo… con la strada in pineta si sentirebbero forse più “a casa”… ma non credo sia questo che cercavano quando hanno comprato casa, affittato un’appartamento o prenotato per due settimane di relax.

Se ne evince che lo scherzetto variante pineta verrebbe a costarci molto più caro di quanto costerebbe la galleria sotto al doss alla nostra cara provincia.

Nella speranza che le pagine di campane di pinzolo possano diventare un utile strumento per sviscerare i problemi relativi a questa importante decisione che incombe sul nostro futuro… meditate gente.. meditate.