Circonvallazione: la Pineta dopo…

di Anna Cominotti

Ma davvero crediamo che la costruzione di una strada ( interrata o semi-interrata che sia) apporterà poche modifiche al territorio interessato dal suo passaggio? Come facciamo a lasciarci convincere senza difficoltà dalle promesse di chi ci dice che tutto tornerà come prima? Addirittura meglio di prima? Siamo tutti così malleabili da credere e cedere ad ogni balla che ci raccontano?



Perché è di questo che si tratta. Per quanto saranno fatti tentativi di camuffamento, sempre di un camuffamento si tratterà! Non si tratterà di una stradina di montagna , ma di una via moderna con tanto di prese d’aria, sfiati di scarico (?), uscite di emergenza (ogni 300 metri!!…), eventuali rampe di cemento per l’uscita di sicurezza delle auto.…tutti elementi indispensabili e necessari, che bisogna immaginare inseriti nel contesto del verde paesaggio della zona del fiume. Non sono particolari mimetizzabili, per quanto ce lo vogliano far credere. Certo, finché non li si vede, è facile convincersi che il loro impatto sarà minimo. In realtà la costruzione di una strada non potrà mai non lasciare il segno: una strada di tale portata non può magicamente sparire una volta terminati i lavori! La natura ne uscirà inevitabilmente violentata. Tutto il territorio che affianca il nostro bel fiume Sarca da Giustino fino a Carisolo ne sarà danneggiato e il guaio più grande è che lo sarà per sempre! Come si fa a non rendersene conto?

Cambierà l’idea stessa che la gente ha di questa fetta del nostro territorio in cui il Sarca scorre: non più un luogo precluso ai motori, tranquillo da fruire e godere solamente a piedi o in bicicletta, ma una zona ibrida e periferica; certo, sarà verde, ma finta e ricostruita. Forse coloro che vivono in città e vedono ogni giorno i parchi verdi ritagliati tra le arterie trafficate, avranno un’idea più chiara della differenza che corre tra un ambiente naturale e un ambiente naturale ricostruito dall’uomo. Molti segnali parleranno di quanto scorre sotto la Pineta (sempre che tutto sarà nascosto sotto…e qui condivido il dubbio di quali garanzie abbiamo di ciò…).

Inoltre vorrei precisare per chi si ostina a parlare di Pineta come “pochi abeti” da sacrificare, che quando si parla di Pineta, non si intendono solo gli abeti per se stessi, ma si parla di Pineta in senso lato, per identificare una fetta di territorio che abbraccia tutto il percorso che il fiume fa da Caderzone a Carisolo.

Per finire, vedo che molti, prima di me, hanno toccato il tasto dolente della lunga (perché lunga sarà) fase di realizzazione della strada, che comporterà cantieri a cielo aperto e non pochi problemi per tutti. Non posso che unirmi al coro di preoccupazione ed inquietudine all’idea dei disagi che un cantiere del genere porterà alla popolazione dell’Alta Valle nonché all’affluenza turistica.

Un grazie sincero a chi si batte per proteggere e preservare l’essenza della nostra bella Valle!