Da emigranti ‘Moleti’ non nascono solo figli ‘Moleti’

di Ivana Maffei

Da emigranti ” MOLETI” non è che nascono figli ” MOLETI” . Con tutto il rispetto verso questa categoria di emigranti che come ben sappiamo sono partiti per lo più da Pinzolo e la val Rendena per tutto il resto del mondo. Partivano giovani, giovanissimi, con la proverbiale “VALIGIA DI CARTONE” contenente poche cose, ma con una grande voglia di fare e fare bene per potere aiutare chi rimaneva a casa ad aspettare che le cose cambiassero. Mamme, spose, figli, fidanzate in trepida attesa di buone notizie da parte del proprio caro e se tutto fosse andato bene la gioia di potersi rivedere magari fra 5,8,10 anni. E’ anche la storia di Italo Binelli di Pinzolo. Anche lui vuole dare una svolta alla sua vita, parte per l’AMERICA e precisamente per DETROIT nel MICHIGAN dove lavora come “MOLETA” per gli zii emigrati già da tempo e con una attività molto bene avviata. Non sarà stato tutto facile per Italo, anzi, la lontananza dai propri cari, la lingua che non sà e non capisce, le usanze, il duro lavoro di “CACIAL”, ma poi conosce Anita Alberti, figlia di emigranti di Bocenago,se ne innamora e tantè “…..n’ dù ca l’amor al ghe la gamba la tera l’ pè…..”  Si sposano e nascono poi due meravigliosi ragazzi, Mark e Paul, ed è proprio di MARK che voglio parlare. Fin da piccolo con mamma,papà e Paul, veniva a sciare a Pinzolo sul “WONDERFUL DOSS” e durante le lunghe sere d’inverno nonna Bianca raccontava ai suoi nipoti di folletti, streghe, orchi,diavoli della val Genova. Mark assimilava tutto con tanta curiosità e interesse ed è proprio da questi racconti che durante i suoi studi all’Università del Michigan,scrive per un editore Americano dei racconti “HORROR”, si fa per dire, dedicati ai ragazzi intitolati “SHIVERS”. Completa i suoi studi di giornalismo presso l’Univesità di NEW YORK, ma è ad ATLANTA ,dove lavora per ATLANTA COSTITUTION, che ha inizio la sua carriera di giornalista, scrive infatti per vari giornali e riviste Americane. Si trasferisce a NEW YORK dove è chiamato a fare parte dell’ equipe della famosa rivista ROLLING STONE, periodico di musica,politica e cultura di massa fondata nel 1967 a SAN FRANCISCO da JANN SIMON WENNER e dal critico musicale RALPH J.GLEASON e divulgata poi in ogni lingua e in ogni parte del mondo.Intervista e scrive di personaggi famosi come: JONNY DEPP, WAYNE COYNE, BURT BACHARACH, ELVIS COSTELLO, LIL WAYNE, BRITNEY SPEARS, JENNIFER ANISTON, BRUCE SPRINGSTEEN’S, PAUL MCKARTNEY, JENNIFER GARNER solo per citarne alcuni e ormai le sue innumerevoli interviste abbinate a fotografi famosi non si contano più. Mark non scrive solo di questi personaggi famosi ma anche di drammi quali la droga, l’alcolismo, la prostituzione, il degrado delle città, il problema dei reduci di guerra, di pestaggi tra bande cittadine ecc. ecc. Nel 2012 viene pubblicato il suo primo libro intitolato “DETROID CITY IS THE PLACE TO BE” che dedica a Lydia e Evan i suoi amatissimi nipoti. Edda Nella lo ha letto per noi e ha sintetizzato così il suo contenuto. Nel suo libro, “DETROIT, IL POSTO DOVE SI DOVREBBE ESSERE”, Mark Binelli fa ritorno alla sua città natale per raccontarne la storia. Questa città, una volta riconosciuta come luogo del sogno Americano capitalista, ha però subito con il trascorrere degli anni una rovinosa caduta, diventando così il “fallimento urbano più grande degli Stati Uniti”. Mark parla della nascita della città con lo sviluppo delle tre grandi industrie automobilistiche: General Motors, Ford e Chrysler e il conseguente afflusso di migliaia e migliaia di lavoratori ed immigrati. Racconta che inizialmente la città, prosperosa e in crescita, offriva lavoro a tutti ma con il passare degli anni, l’arrivo della crisi e le numerose lotte tra bianchi e neri è seguito un forte degrado della città, diventata famosa per essere la più violenta degli U.S.A. tra omicidi,stupri,scippi,furti e incendi dolosi. L’ autore cerca di analizzare in un modo critico,ma anche divertente,il contesto attuale della città più indebitata della nazione e sull’orlo della bancarotta, attraverso lo studio della situazione politica e sociale. Al fine di fare ciò visita vari luoghi tra i quali una scuola per ragazze madri dove insegnano loro ad essere autosufficenti, alcune fabbriche piene di lavoratori precari pagati poco e una caserma malridotta dei vigili del fuoco di un quartiere dove manca l’attrezzatura di base. Partecipa, inoltre, ad un processo dove una madre incolpa un figlio per salvarne un altro, riportando tutto il dramma di un processo per omicidio. Mark Binelli conclude la sua analisi sostenendo che una nazione in recessione, come sono attualmente gli Stati Uniti, Detroit stà rinascendo più piccola, pulita, meno segregata, economicamente diversa e più funzionante….. Detroit è viva !  Ma non è finita, perchè pochi giorni fà abbiamo ricevuto direttamente dagli U.S.A. inviataci da papà Italo e mamma Anita, l’ultimo numero della rivista ROLLING STON e il nostro cuore si è riempito di gioia e commozione al vedere come Papa Francesco conquista la copertina della celebre rivista che lo indica come la persona dell’anno. Ad accompagnare il volto del Pontefice c’è una scritta “I TEMPI STANNO CAMBIANDO “. Nell’articolo, di ben 7 pagine,  Mark Binelli definisce “GENTILE” la rivoluzione che Bergoglio stà portando avanti, ed elogia l’ancora breve pontificato che ha rilanciato il messaggio ecclesiastico facendolo giungere più forte che mai in tutto il mondo. E tante altre cose sono raccontate da Mark del 266° Papa a partire dalla sua infanzia fino al Pontificato. Bravo Mark, bravo davvero, ti auguriamo ancora tante e tante soddisfazioni per il tuo lavoro impegnativo, e chissà che tra un’intervista e l’altra, tu trova il tempo di ritornare a Pinzolo come quando eri bambino e ……..ripercorrere i sentieri della val Genova, e magari incontrare streghe, diavoli, orchi e folletti moderni che potrebbero essere di spunto per un nuovo  libro.

Mark Binelli (foto Danilo Povinelli)

Mark Binelli (foto Danilo Povinelli)

Mark Binelli (foto Danilo Povinelli)

Mark Binelli (foto Danilo Povinelli)

Mark Binelli (foto Danilo Povinelli)