“La falsità è facile, la verità così difficile”(G. Eliot). In risposta all’articolo “il Gruppo consiliare di opposizione chiede le dimissioni del Sindaco di Bocenago.

di Walter Ferrazza Sindaco di Bocenago

“La falsità è facile, la verità così difficile”(G. Eliot). In risposta all’articolo “il Gruppo consiliare di opposizione chiede le dimissioni del Sindaco di Bocenago.

Quando malauguratamente si decide di percorrere la responsabilità della rappresentanza, si mette certamente in conto di doversi confrontare con qualche meschinità. E allora quelli che ritengono di non essere d’accordo con quello che dici, o credono che tu sia la ragione per qualche torto subito, tra gli insulti infilano vigliaccamente qualche denuncia. Quando niente fornisce i risultati sperati, cominciano col distorcere la realtà.

Parto quindi dalla fine di una vicenda che ha dell’incredibile: le dimissioni che mi sono state chieste dal Gruppo di opposizione di Bocenago. Prima di continuare, permettetemi un appunto: sono appena uscito dal Municipio e della richiesta di dimissioni neppure l’ombra, vuoi che non l’abbiano ancora spedita oppure che lo abbiano fatto a protocollo chiuso perché era più importante cavalcare la notizia riportata sul “Corriere del Trentino”?.

Tornando alla questione: nella richiesta di dimissioni si cita un’interrogazione (una delle poche) presentata dal gruppo di minoranza del Consiglio Comunale di Bocenago a cui il Gruppo di Maggioranza avrebbe, dopo un parere dell’Avvocatura, votato l’inammissibilità della stessa. Tutto vero MA – ed ecco la prima distorsione – l’Avvocatura nel suo parere diceva che l’interrogazione “NON ERA CONFORME AL REGOLAMENTO COMUNALE” e quindi INAMMISSIBILE obbligando il Consiglio a prenderne atto. Tuttavia – ed ecco la seconda distorsione – ho ritenuto comunque (PERCHE’ NON MI SONO MAI SOTTRATTO AL CONFRONTO) di rispondere all’interrogazione parlandone dettagliatamente e a lungo per chiarire molti passaggi, tanto che la Minoranza (o almeno quella presente in aula) si è ritenuta soddisfatta della risposta (buona parte dell’intervento è agli atti). La MINORANZA ha presentato un’interrogazione SBAGLIATA, lamentandosi di una presunta mancata risposta, per poi accusare d’ “incompetenza” e di “usare giochi politici”: non sembra il bue che dà del cornuto all’asino? Consideriamo anche che l’articolo citato del “Corriere del Trentino”, seppure riporti le mie cariche politiche, nulla ha a che fare con il mio ruolo di Sindaco, esattamente peraltro come i contenuti dell’interrogazione (altra incongruenza rilevata dall’Avvocatura). Consideriamo anche quale dovrebbe essere il ruolo del Consigliere comunale: fornire indirizzo e controllo politico-amministrativo al comune, che raramente è stato compiuto dai membri di Minoranza anche per le tantissime assenze a Commissioni e Consigli. A questo punto mi trovo nella SPIACEVOLE condizione di farmi una domanda: varrebbe la pena che fossero gli stessi Consiglieri di Minoranza a pensare di dare le dimissioni visto che oltre ad avere sbagliato gli atti, gli unici interventi, obiezioni, richieste avanzate nel corso di questi anni hanno avuto indirizzi strettamente personali e lontani dal quello che dovrebbe essere un impegno costruttivo e a favore del proprio Comune sebbene si appartenga ad una minoranza?. Mi auguro che non siano questi i futuri politici che potranno indirizzare le scelte di un’amministrazione che ha bisogno di dedizione, amorevolezza e voglia di fare e fare bene e non di battaglie personali. Sarebbe infine almeno dimostrazione di coerenza se, chi “chiede la mia testa” guardasse all’interno del proprio gruppo accertandosi di non aver candidato con chi ha avuto decine di condanne alla Corte dei Conti: coerenza signori, coerenza!.

Permettetemi qualche battuta anche sull’articolo del Corriere del Trentino che, per chi ha avuto la voglia di leggerlo, era piuttosto imparziale (anche se bisogna essere giuristi per capirne completamente i risvolti e non è neppure chiaro come si riporti oggi la notizia di un Decreto emesso diversi mesi fa) . L’articolo spiegava infatti alcune questioni sostanziali e così dava anche, per la verità solo verso la fine, ragione del fatto che la Corte dei Conti non avesse ravvisato nei miei confronti alcuna volontarietà in eventuali fatti lesivi. Quello che sembra assurdo è anche solo doversi difendere per aver voluto concludere, in accordo con il comune, alcuni lavori relativi al mio precedente incarico. Sostanzialmente, nessun “doppio lavoro” ma semmai ancora una volta un ginepraio di norme la cui applicazione risulta discutibile. E’ necessario che uno dei primi impegni politici richiesto ai prossimi eletti sia indirizzato a stabilire regole e norme più chiare che riducano la possibilità di speculazione: gli Amministratori, i dipendenti pubblici, i cittadini non possono rimanere ostaggio di chi vuole arrivare a coprire dei ruoli che non ha guadagnato con impegno e merito. E’ la via più semplice ma non ha fatto bene e non potrà farne al nostro Paese.