La sede ANA? Allo Stadio del Ghiaccio!

di Michele Cereghini

Tra i tanti mali che affliggono l’Italia ce n’è uno che ha avuto un peso preponderante nello sfascio della finanzia pubblica: la politica del consenso.

Il consenso, che è fondamento e fattore caratterizzante di qualsiasi sistema democratico, è diventato nel corso degli ultimi decenni l’unico obiettivo a cui si sono ispirati molti amministratori pubblici. Tante, troppe scelte politiche sono state improntate più sulla ricerca di un consenso immediato che su obiettivi strategici di medio lungo periodo. E i frutti avvelenati di questo modo scellerato di gestire la cosa pubblica sono sotto gli occhi di tutti: un debito pubblico di dimensioni mostruose, tassazione elevata e servizi pubblici sicuramente non all’altezza.

Alla logica perversa di questo modo sciagurato di fare politica non si è sottratta la Giunta Bonomi che, negli ultimi giorni della sua consiliatura, spende e spande a destra e a manca nell’affannosa ricerca di manciate di voti.

E’ del 19 febbraio la delibera giuntale con cui è stata stanziata la non indifferente somma di 265 mila euro per la realizzazione della sede dell’ANA.

Io non ho nulla contro gli Alpini visto che anch’io lo sono stato e ne vado fiero. Per quanto hanno fatto in occasione di tutte le catastrofi naturali italiane si sono meritati "sul campo" la gratitudine dell’intero Paese.

In linea con i comportamenti parsimoniosi che da sempre caratterizzano Alpini e ANA, vedrei risolto il problema della loro sede in una delle tante strutture del Comune. Teniamo presente che l’abolizione della leva obbligatoria ha di fatto eliminato ogni nuovo afflusso nelle file dell’Associazione che vede quindi, di anno in anno, ridursi il numero dei suoi membri. Ciò non toglie, ovviamente, che “veci e bocia” abbiano diritto ad una sede decorosa ove riunirsi.

Ma, come dicevano i nostri progenitori romani, est modus in rebus.

Punto primo: la collocazione. La Giunta Comunale ha deciso di ricavare la sede per l’ANA all’interno dello Stadio del ghiaccio.

E qui cominciano i problemi. Ritengo che sia concettualmente errato inserire in una struttura sportiva attività che sportive non sono. Utenti e finalità di impiego della parte sportiva mal si conciliano con l’utilizzo tipicamente socio-ricreativo che ne faranno gli Alpini.

La presenza nello Stadio del Ghiaccio di ingenti quantità di ammoniaca, sostanza non più utilizzata vista la sua intrinseca pericolosità, impone la realizzazione di un efficiente impianto antincendio, il tutto con considerevoli costi. Perché allora non pensare, anche con questi soldi, alla sostituzione del liquido refrigerante per mantenere un impianto così importante in linea con gli attuali standard qualitativi?

Punto secondo: scelte alternative. Se proprio non si riusciva a sistemare il circolo ANA in un edificio comunale esistente, è stata valutata la possibilità di realizzare ex novo un idoneo manufatto in un’area del comune?

Da tecnico del settore affermo, con assoluta certezza, che il costo di costruzione sarebbe sicuramente inferiore. E sono convinto che gli Alpini vi troverebbero una migliore e più fruibile collocazione.

Ma la Giunta non ha tempo. Le elezioni incombono. I voti degli Alpini sono un bottino prezioso da intercettare per chi vuole garantirsi la rielezione. Ed ecco allora la scelta improvvida dello Stadio del Ghiaccio! La politica del consenso ha colpito ancora!

Dubito che gli Alpini abbiano avanzato la richiesta specifica di avere in concessione un pezzo dello Stadio del Ghiaccio. Sono sicuro che se fosse stata loro prospettata una soluzione alternativa più economica e più sobria, avrebbero sicuramente optato per questa. Chi, come l’ANA, opera nel volontariato rifugge dalle scelte antieconomiche della Giunta Bonomi. Anzi, dirò di più: spero in un sussulto di coscienza da parte dei rappresentanti dell’ANA che, visti i costi dell’intervento, riporti alla ragione Sindaco e Assessori.

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