Lettera di Alberto Leali: Cara Val Rendena

di Alberto Leali

Lettera di Alberto Leali: Cara Val Rendena

La storia dell’affetto della mia famiglia per la Val Rendena risale al lontano 1949, quando mio suocero Vaccaro Sergio capitò, per caso, accompagnando in auto una signora a Bocenago.(Mio suocero gestiva a Mantova un autonoleggio con autista). Nel luglio di quello stesso anno, con la famiglia, si recò in villeggiatura a Bocenago. Gli anni successivi quel piccolo paese è stato l’unico luogo di vacanza scelto dalla famiglia di mia moglie, che aveva soltanto due anni, per ritemprare anima e corpo. Anche quando, per impegni di lavoro, negli anni successivi non si poteva andare, una capatina si faceva sempre almeno una volta all’anno.
Racconta mia suocera che quando si facevano escursioni lunghe e faticose si andava a piedi, perché gli impianti di risalita non c’erano. Solo a Campiglio si poteva usufruire della seggiovia.
Mia moglie ricorda che a Bocenago c’era il pastore che alla sera dal pascolo riportava in paese il gregge di capre e pecore che, attraversando la via principale del paese, da sole, si allontanavano dalle compagne per tornare alle loro case percorrendo le viuzze laterali. Che ricordi!
Poi nel 1970 sono arrivato anch’io e, come nuovo componente della famiglia, avendo sposato mia moglie Lina, sono stato "contagiato" dall’amore per questa valle.
Mio figlio è cresciuto trascorrendo le vacanze estive e, a volte, anche invernali tra Bocenago e Caderzone, poi Giustino e per anni a Pinzolo.
Quanti cambiamenti in questa valle! Tra ristrutturazioni e nuove costruzioni i paesi hanno comunque mantenuto le caratteristiche dei paesi di montagna.
Quando da Mantova arriviamo a Tione ci sentiamo a casa: Villa Rendena, Iavrè, Darè, Vigo Rendena, Pelugo, Spiazzo, Borzago, Strembo e là poco più su Bocenago, poi Caderzone, Giustino e più su Massimeno, ultimo ad essere lasciato dal sole al tramonto. Ed eccoci a Pinzolo e subito dopo Carisolo. La sequenza è impressa nella nostra memoria.
Risalendo ancora la statale e poi girando a sinistra si entra nella selvaggia e suggestiva Val di Genova ed ecco la meravigliosa ed imponente cascata Nardis, tappa annuale obbligata.
Tutta quell’acqua alimenta il torrente che si getta nel fiume Sarca che percorre la Val Rendena. Le acque del Sarca, scorrendo, arrivano al Lago di Garda per uscirne col nome di Mincio e il Mincio attraversa Mantova. Che sia questo il motivo per cui ci sentiamo a casa in Val Rendena?
La gente del luogo, che ci conosce da tanto tempo ci fa sentire sempre bene accolti sia che si soggiorni in una casa affittata sia in albergo. Grazie!

Villeggiante mantovano Leali Alberto e Famiglia.