Manifesto della Montagna, le priorità di ANEF

Manifesto della Montagna, le priorità di ANEF

In occasione dell’Assemblea Generale che si è svolta a Riccione il 15-16 settembre scorsi, ANEF (Associazione Nazionale Esercenti Funiviari) ha sintetizzato in nove punti i temi essenziali per lo sviluppo delle terre alte, dalla sostenibilità ambientale, sociale ed economica contenuti. L’annuale assemblea ha visto la riconferma alla presidenza di Valeria Ghezzi

Questo l’appello della presidente: “Siamo l’unico argine allo spopolamento della montagna, ci assumiamo responsabilità e chiediamo alla politica una legge per la montagna che riconosca il nostro ruolo e ci metta nelle condizioni di operare al meglio”.

 

Manifesto della Montagna

SOSTENIBILITA’

Rolando Galli, presidente di ANEF Toscana: “I turisti vengono in montagna perché c’è un ambiente straordinario, in inverno per sciare in estate per passeggiate o andare in mountain bike. Noi vendiamo il nostro territorio che negli ultimi anni, a causa dello spopolamento, si è molto impoverito dal punto di vista umano. Per chi vive in montagna ambiente e territorio sono tutto: casa, prodotto, vita. Per questo il loro rispetto è per noi sacro. Ci spaventa non poco un certo ambientalismo di facciata, utilizzato in modo strumentale e demagogico da chi non abita i territori di montagna. Perché l’unico circolo virtuoso possibile è questo: lo sviluppo socio economico dei territori come chiave per mantenerli abitati e il non-abbandono dei territori come chiave per il rispetto e la valorizzazione sociale e ambientale”.

 

ACQUA

Helmut Sartori, presidente di ANEF Alto Adige: “Per la produzione di neve, l’acqua non viene in nessun modo sprecata né, tantomeno, inquinata. Semplicemente viene presa in prestito e trasformata in neve per essere poi naturalmente restituita in primavera nelle stesse condizioni idriche e sugli stessi versanti di prelievo”.

 

ENERGIA

Giuliano Grani, presidente di ANEF Emilia Romagna: “Gli impianti sono ad azionamento elettrico, non emettono quindi gas climalteranti e per di più l’energia sfruttata deriva per la stragrande maggioranza da impianti idroelettrici. Gli attuali costi energetici rischiano tuttavia di far saltare il banco e mettono in difficoltà soprattutto le imprese più piccole.

“L’energia passerà a pesare dal 10 al 30% nei bilanci degli imprenditori funiviari, i rincari degli skipass che si attesteranno tra il 5 e il 12% copriranno l’inflazione, non i maggiori costi energetici”.

 

PRESIDIO DEL TERRITORIO E SICUREZZA IDROGEOLOGICA

Luca Guadagnini, presidente di ANEF Trentino: “Le comunità di montagna si sono sempre occupate di mantenere e curare il territorio. Con l’abbandono negli anni dell’economia agricola e zootecnica questo ruolo è stato assunto dagli impiantisti. Il rischio idrogeologico è molto minore dove ci sono gli impianti di risalita. Siamo importanti perché facciamo economia ma anche come manutentori di un territorio delicato che è ancora più fragile con gli eventi climatici estremi che sono sempre più frequenti”.

 

LAVORO

Danilo Chatrian, presidente di ANEF Valle d’Aosta: “Le attività legate al turismo – lo sci e tutta la sua filiera – sono le poche che creano posti di lavoro in montagna e che creano valore per chi vive le vallate alpine e appenniniche. E’ bene sottolineare che, in un mondo del lavoro spesso conflittuale, ANEF è tra le poche categoria che rinnova puntualmente i contratti nazionali, così è successo anche quest’anno”.

“E’ stata una decisione difficile e coraggiosa quella di avviare la trattativa dopo il periodo del Covid e della chiusura. Abbiamo agito con grande senso di responsabilità e rispetto verso i nostri lavoratori e la stessa responsabilità l’abbiamo trovata nelle organizzazioni sindacali. Avere trovato un accordo in tempi brevi e senza conflittualità significa garantire certezze per le aziende e rispetto per i lavoratori. Quello stesso rispetto e senso di responsabilità che chiediamo oggi alla politica nei nostri confronti e nei confronti dei lavoratori con un intervento importante sul costo del lavoro e sul cuneo fiscale.”

 

SICUREZZA

Danilo Chatrian vicepresidente di ANEF e presidente di ANEF Valle d’Aosta: “La sicurezza è un prerequisito di ogni impianto di risalita ed è per noi fondamentale che il trasporto sia sicuro, come è, e che sia percepito chiaramente come tale. Per noi la sicurezza è parte stessa del prodotto, abbiamo norme e protocolli di sicurezza che sono tra i più restrittivi in Europa e nel mondo e, anche statisticamente il trasporto più sicuro è quello a fune”.

 

TURISMO

Nicola Bosticco, vice presidente di ARPIET Piemonte: “E’ importante che il Turismo, con il suo 13% di PIL abbia in Italia un ministero, una visione, una politica ed una strategia coordinate, un’attenzione specifica su tutti i settori e non demandata alla buona volontà o alla capacità di ciascuna regione o territorio di farsi notare. La montagna italiana è fonte di ricchezza, di PIL, di diffusione del made in Italy, dalle Dolomiti alla Skyway, fino all’Etna passando per gli Appennini. Le va data la giusta attenzione, va dotata di strumenti normativi adeguati”.

 

VALORE SOCIO ECONOMICO DELLA FILIERA DELLA MONTAGNA

Marco Grigoletto, presidente di ANEF Veneto: “Gli impiantisti italiani fatturano 1.2 miliardi di euro e rappresentano il motore di una filiera (hotel, ristoranti, servizi, etc.) che produce un giro d’affari di circa 8miliardi di euro. E’ essenziale quindi che la sostenibilità venga intesa anche come economica e sociale oltre che ambientale. Noi impiantisti abbiamo responsabilità sociale verso un intero territorio: dove sparisce un impianto non c’è più possibilità di creare lavoro e reddito e quel territorio muore.

 

INVESTIMENTI

Massimo Fossati, presidente di ANEF Lombardia: “Essenziali, come in tutti i settori, sono gli investimenti, purtroppo sempre più osteggiati da chi vede la montagna esclusivamente come un luogo irreale e fiabesco. Servono investimenti e risorse per mantenere i nostri comprensori al passo con i tempi e competitivi. Noi continuiamo a investire sulla montagna e non vogliamo vivere di assistenza, i ristori sono stati un unicum per tenere in vita le aziende. Non chiediamo assistenza ma semplificazione burocratica e supporto per poter continuare a investire in modo efficace le nostre risorse e continuare così a sviluppare e tutelare la montagna”.