Mavignola: Un sacerdote. E basta
Un sacerdote. E basta
  Vita “inattuale” di un prete di monte
di Primavera Fisogni
Premessa
  Padre Ermete Rauzi ha scritto, con la sua vita, oltre sessant’anni
  di storia della Val Rendena, in Trentino, come guida
  spirituale e parroco di S. Antonio di Mavignola, borgo alle porte di
  Madonna di Campiglio. Fino a 97 anni ha celebrato la messa,
  amministrato i sacramenti e dispensato consigli. Alla sua morte,
  avvenuta il 21 maggio 2009, in molti hanno avuto la sensazione di
  aver perso una persona di famiglia, e non solo i residenti. Questo
  piccolo libro vuol essere un ricordo, in cui la voce narrante con
  timbro più forte è quella dello stesso padre Ermete. Nel luglio
  2008 lo intervistai con l’intenzione di scriverne un articolo o un
  libro, ma la delicatezza di alcuni temi affrontati dal sacerdote,
  relativi alla propria biografia, mi hanno indotto a prendere tempo,
  per ulteriori approfondimenti. Avrei voluto ridiscutere alcuni passaggi
  con lo stesso sacerdote, che li aveva solo enunciati e forse
  si era accorto, alla fine della conversazione, di essersi aperto
  come mai aveva fatto prima. La scomparsa del padre non mi ha
  permesso questo supplemento di indagine: ho quindi cercato di
  essere fedele alle parole del sacerdote, inserendo talune mie
  considerazioni, laddove si rendeva necessario, con l’obiettivo di
  costruire quanto meno, un contesto a quelle dichiarazioni.
  Nell’estate 2009 mi sono recata a Mavignola per incontrare Stella
  Vidi, per oltre 40 anni sacrestana di padre Ermete. Con lei ho
  verificato alcuni passaggi, integrando altri ricordi. La sua voce,
  spesso consegnata alle note, si somma a quella di numerose
  persone del borgo trentino che hanno aggiunto aneddoti o precisazioni,
  e che qui ringrazio per lo slancio generoso con cui hanno
collaborato.
Più di altre vocazioni, su cui soffia forte il vento della crisi, quella del prete si
  presenta come un percorso difficile da comprendere, ai nostri tempi. Risulta
  fruttuoso il confronto con esperienze singolari, nel senso di testimonianze
  incarnate in una vita, come quella di padre Ermete Rauzi (1912-2009), per
  oltre 60 anni guida spirituale di Sant’Antonio di Mavignola, in Trentino. Nella
  sua ultima intervista, un anno prima della morte, il sacerdote si racconta
  con sincerità a una giornalista-filosofa, affrontando il tema della sofferenza
  dell’anima e il ruolo degli affetti come costituenti della vita personale,
  riflettendo in parallelo anche sulle trasformazioni della società di montagna
(nel disegno di copertina, le Dolomiti di Lelia Plebani).
  Primavera Fisogni, è nata a Rovato (Bs) nel 1963 ma vive a Como. Filosofa
  teoretica, è socia della Society for Phenomenology and Human Sciences
  (Usa), si è perfezionata in logica e metafisica alla Sorbona ed è stata
  Visiting Scholar al Center for Business Ethics a Boston. Ha firmato la voce«Terrorismo, aspetti antropologici e filosofici», nell’Enciclopedia filosofica
  Bompiani (2006). Tra i suoi saggi: «Il dolore e la sofferenza», Maremmi,
  2002; «Terroristi. La persona nell’agire eversivo» (Premio di saggistica Il
  Paese delle donne, 2005), Armando, 2004; «Incontro al dialogo. La sfida
  dell’intesa nei tempi della crisi», Franco Angeli, 2006 (riconoscimento speciale al Premio Firenze di saggistica, 2006); «L’inaridimento della
  persona nell’agire eversivo», Edizioni della Pontificia Università della
  S. Croce di Roma, 2009. Giornalista professionista, premiata a Milano
  come Cronista dell’anno nel 2002, è caposervizio della sezione Cultura del
quotidiano «La Provincia» di Como e curatrice del mensile «Mag». Contatto: vera.fisogni@tiscali.it
