Quale montagna vogliamo?

di Pnab

Quale montagna vogliamo?
Il Presidente e il Direttore del Parco Naturale Adamello Brenta scrivono ad amministratori e operatori

Strembo, 16 gennaio 2019

Il Parco Naturale Adamello Brenta ha iniziato il nuovo anno con un appello per incoraggiare una riflessione e stimolare una cultura ambientale tra gli amministratori e gli operatori locali. Proprio in questi giorni, infatti, il presidente Joseph Masè e il direttore Cristiano Trotter hanno inviato una lettera a un nutrito elenco di destinatari: i trenta sindaci dei comuni del Parco, i presidenti delle Aziende per il Turismo, delle associazioni albergatori, dei commercianti, dei rifugi e delle società impiantistiche, coinvolgendo per conoscenza anche l’assessore provinciale all’ambiente e quello al turismo, nonché i servizi e gli enti provinciali competenti (Servizio Sviluppo sostenibile ed aree protette, Servizio Foreste e Fauna, Servizio Turismo e sport, Trentino Marketing).

Prendendo spunto dalle recenti discussioni pubbliche relative a spettacoli pirotecnici annunciati nell’area protetta, la lettera richiama l’attenzione sia sull’aspetto culturale delle aree protette sia sulle norme del Piano di Parco rispetto alle manifestazioni proposte all’aperto ed in quota, in modo particolare nel periodo invernale. Proprio in questa stagione si sta concentrando da anni una promozione di svariate attività di massa anche in luoghi ed ambienti lontani dai centri abitati e dalle infrastrutture, soprattutto in orari serali o notturni. 

“L’obiettivo della lettera – chiarisce il Presidente Masè – è quello di stimolare una riflessione collettiva per capire che tipo di montagna si vuole. Spesso incontrando i portatori di interesse vengono pienamente condivise strategie finalizzate a valorizzare la sostenibilità, il turismo responsabile e la montagna lenta. Una montagna come luogo spirituale dove godere della bellezza del paesaggio, del silenzio e delle emozioni che la natura sa offrire, ma poi ci si imbatte con frequenza in comportamenti che vanno nella direzione opposta e che, a mio avviso, offendono la montagna e sviliscono il contesto naturalistico, oltre che mettere in pericolo la fauna selvatica.”.

“L’inverno – si legge nella lettera – è il momento di maggior vulnerabilità per la fauna a causa delle difficoltà di alimentazione e di spostamento su terreni innevati. Qualsiasi forma di disturbo, soprattutto quelle più invasive, rappresentano concreti fattori di minaccia e di stress per gli animali, la cui tutela è prioritario interesse della gestione di un Parco naturale.”. 

“Si ritiene – prosegue la lettera – che un territorio che offre opportunità di vivere la natura vera a pochi passi da occasioni di divertimento e intrattenimento, legati a località di forte richiamo, possa e debba puntare a distinguere le due cose e non per forza voler omogeneizzare le proposte portando, anche in quota o nei luoghi più riservati, le caratteristiche del divertimento di massa. Eventi come i concerti all’aperto, i fuochi d’artificio o le manifestazioni motoristiche possono opportunamente rimanere concentrate nell’ambito del paese, del fondovalle e dei luoghi maggiormente urbanizzati. Mentre l’occasione di frequentare ambienti in quota, foreste e rifugi, dovrebbe essere caratterizzata dalla sua più grande ricchezza: il silenzio, la lontananza, l’isolamento, la lentezza, il paesaggio ed il rispetto delle componenti che lo caratterizzano.”.

Non si vuole, dunque, porre l’accento sui divieti di emissione di suoni e di rumori capaci di molestare la fauna, che tutti dovrebbero conoscere, bensì invitare ad un ragionamento ampio. Manifestazioni musicali di massa che prevedono l’utilizzo di impianti di amplificazione e spettacoli pirotecnici (petardi e fuochi d’artificio), non valorizzano affatto l’unicità delle nostre montagne, ma tendono ad omologarle ad ambienti urbani finendo così per svilire i tratti distintivi del patrimonio naturale. 

“Siamo assolutamente consapevoli – concludono Masè e Trotter – delle differenze evidenti tra strutture localizzate nel contesto di piste da sci ed impianti di risalita, rispetto ad altre incastonate nel cuore di foreste e laghi, ma crediamo sia fondamentale che venga condiviso un approccio finalizzato al rispetto della montagna ed alla esaltazione della sua genuinità perché è il patrimonio naturale che contraddistingue il nostro territorio e lo rende unico.”.