Rossi: Noi vogliamo mantenere gli ospedali di Valle

di Comunità Giudicarie

Una sala gremita, come accade solo nelle grandi occasioni, con una presenza straordinaria di
amministratori e di operatori del settore sanitario ad animare la platea per partecipare all’incontro"Ospedale di Tione, quale futuro?" coordinato dalla Presidente della Comunità delle Giudicarie,
Patrizia Ballardini e che ha visto la partecipazione dell’Assessore per le Politiche sociali e per la
Salute della Comunità, Luigi Olivieri, di Ugo Rossi (Assessore provinciale alle Politiche sociali e
per la Salute), Luciano Flor (Direttore Generale Apss), Umberto Papa (Direttore Presidio
Ospedaliero di Tione) e Patrizio Caciagli (Direttore Distretto Sanitario Centro Sud).
«Molti amministratori hanno accompagnato il percorso coordinato dalla Comunità per giungere a
questo incontro e gli operatori del settore si sono resi disponibili per riuscire a far emergere quali
siano le istanze che il territorio esprime» ha esordito Patrizia Ballardini, ringraziando tutti i presenti.
Ha poi precisato: «Anche se non abbiamo alcuna delega e/o competenza come Comunità di Valle
in materia di Sanità, abbiamo ritenuto di metterci a disposizione per recepire le istanze dei cittadini
e favorire un momento di compartecipazione alla politica sanitaria provinciale, in una logica di
sinergia e sussidiarietà.» Per giungere alla domanda chiave, diretta all’Assessore Rossi: «Esigenze
sanitarie in crescita; richiesta di prestazioni di Qualità con un approccio di vicinanza territoriale
all’utenza: una bella sfida per la Provincia. Assessore, come pensate di rispondere?».
Ed è proprio sul ruolo degli Ospedali di valle inseriti nella riorganizzazione sanitaria prevista dalla
nuova legge provinciale che l’assessore Rossi ha incentrato il suo intervento. «Noi vogliamo
mantenere gli ospedali di valle che ci sono… è scolpito nella pietra». Ha subito messo in chiaro.
«Dando continuità a quanto deciso dalla legislatura precedente, anche se ci troviamo per la prima
volta a dover far fronte ad un contesto di finanza pubblica che prevede un calo di disponibilità di
risorse, stiamo cercando di mantenere un livello alto di servizio per il cittadino riorganizzando
l’assetto della macchina operativa generale”.
Una qualità di accesso ai servizi indipendente dal luogo, l’obiettivo, che può essere raggiunto solo«se si concepisce il Trentino come un unico grande ospedale». Per questo «gli ospedali di valle
devono ragionare come “un unicum”, anche nelle competenze, in modo sinergico e tutti gli ospedali
devono poter dialogare con il Santa Chiara e con l’ospedale di Rovereto». Anche il progetto del“Nuovo ospedale del Trentino” è stato ridimensionato proprio per poter mantenere e puntare sugli
ospedali di valle.
«In questi presidi dovrà esserci un buon pronto soccorso, un reparto di medicina, uno di ostetricia e
ginecologia, un reparto di ortopedia, uno di chirurgia che sia in grado di intercettare in generale
quelle esigenze che non richiedono grandissima specializzazione». Gli fa eco Luciano Flor… ma
non solo!
Ogni ospedale deve riuscire a trovare una propria eccellenza in qualche tipologia di intervento in
modo da diventare il punto di riferimento Trentino per quella particolare “cura”. Ci vuole una regia
a livello provinciale per stabilire come il malato vada curato ma anche dove vada curato e su questo
si sta lavorando per ottimizzare servizi e prestazioni.
Così l’ospedale di Tione a fianco dell’attività “ordinaria”, che trova riscontro negli 11600 accessi
annuali, nei 3600 ricoveri, nei 400 ricoveri di persone da fuori provincia, nelle 350 persone
impiegate a fronte di una spesa annua di 23 milioni di euro, potrà diventare un punto di eccellenza
per determinati e precisi interventi e potrà così richiamare anche da altre aree nuovi pazienti.
Inoltre, come ha sottolineato il Direttore del Presidio Ospedaliero di Tione, Umberto Papa«l’eccellente attività sul territorio dei poliambulatori, grazie alla disponibilità del personale a fare
lavoro straordinario, ha permesso di coprire tutte le richieste ricevute, garantendo ai cittadini
giudicariesi di trovare soddisfazione alle proprie esigenze in loco». Non mancano comunque le
difficoltà. «Si prospetta un periodo di criticità che coincide con i lavori dell’ospedale: abbiamo
chiuso l’ala nord e ci siamo compattati in spazi più ristretti ma ugualmente stiamo cercando di dare
un buon servizio senza creare disagi ai pazienti. Sempre nella prospettiva di garantire la maggiore
sicurezza al paziente e in quella di dare la migliore risposta ai cittadini si è inserita anche la
possibilità di avere la Tac a Tione”.
In quest’ottica di grande collaborazione e di valorizzazione delle realtà presenti anche l’intervento
dell’Assessore per le Politiche sociali e per la Salute della Comunità, Luigi Olivieri che ha aggiunto:
«Negli incontri con i Medici di base, con i Pediatri di libera scelta, con i presidenti e direttore delle nostre RSA, con i farmacisti convenzionati che operano sul territorio, con le associazioni e cooperative del terzo settore del privato sociale, gli operatori del 118, i colleghi assessori delle singole amministrazioni comunali nonché i componenti della Commissione Assembleare di merito della nostra Comunità è emersa, oltre alla necessità di ragionare sul futuro del nostro Presidio
Ospedaliero nell’ottica della riforma sanitaria che ha profondamente innovato, l’esigenza di fortificare la Sanità territoriale con una maggiore integrazione tra ospedale-territorio tanto per dare risposta alle malattie croniche quanto per migliorare la qualità dell’assistenza, nonché per garantire la sostenibilità economica della sanità del futuro. Investendo sul territorio, rispetto all’Ospedale, si
potranno risolvere problemi come quelli della tutela delle fragilità, dell’assistenza domiciliare, della
prevenzione attiva. E’ necessario che la sanità del territorio diventi un vero pilastro del sistema,
misurabile negli esiti della salute, oggetto di investimenti che per loro natura potranno diventare
utili fra qualche anno. Bisogna realizzare gli ambulatori medici associati aperti 24 ore su 24. Il ruolo
delle farmacie può essere valorizzato, potrebbero realizzare analisi, effettuare prenotazioni
specialistiche, fornire servizi infermieristici e di fitoterapia. Noi crediamo in un ruolo maggiormente
coinvolgente ed impegnato dei medici di base e dei pediatri di libera scelta se si vuole realmente
fare medicina territoriale».
Un percorso che porterà, come previsto dalla legge, ad un’integrazione socio sanitaria, cioè ad avere
sul territorio dei Punti unici di accesso ai servizi che potranno dare una risposta univoca alle aree
dei soggetti più deboli.
Proprio a tutela di queste fasce si è rivolto l’intervento dalla sala di Massimo Bordiga, Presidente
dell’Azienda per i servizi alla persona “Rosa dei venti” di Condino, che ha posto l’attenzione
sull’importanza del mondo dell’anziano: «In una società che sta invecchiando, è importante dare
delle risposte alla crescente domanda, con centri diurni e centri servizi dove si possano trovare servizi sanitari ma anche sociali. Noi abbiamo “sgravato” l’ospedale di alcuni tipi di servizi, e abbiamo ricevuto casi sempre più complessi. Abbiamo quindi bisogno di una consulenza specialistica all’interno delle nostre strutture perché è sempre più evidente la volontà degli anziani di rimanere nel posto dove sono abituati a vivere senza subire il “trauma” dello spostamento».
«Il capitolo anziani e la sostenibilità dell’invecchiamento è uno dei temi che più ci preoccupa a
livello provinciale” ha sentenziato l’assessore Rossi. «La Pat investe 130 milioni di euro per garantire il finanziamento della spesa sanitaria degli ospiti delle case di riposo, coprendo il 70% dei costi, e 30 milioni di euro per l’assistenza domiciliare per riuscire ad assistere 11400 persone non autosufficienti delle quali 4400 sono ospitate dalle case di riposo. Se ci fa sicuramente piacere che
le curve di invecchiamento crescano questo però porta con sé e favorisce anche la crescita delle
prestazioni e quindi della spesa».
Per questo, anche se le Giudicarie hanno la più alta dotazione di posti letto pro abitante del
Trentino, in un contesto che vede il Trentino ai primi posti in Europa in virtù della storia e
dell’attenzione delle amministrazioni, potrebbero in futuro non essere sufficienti. Per questo«dobbiamo ripensare ad una diversa compartecipazione alle spese: in sostanza, pur garantendo lo
stesso servizio a tutti, chi potrà pagare, in futuro dovrà pagare. È l’unico modo di garantire
sostenibilità al sistema».
Non sono mancati altri interventi in sala a dimostrazione del grande interesse suscitato. Il sindaco diZuclo Paolo Artini ha auspicato maggiori risorse per il reparto ostetricia, il sindaco di Pieve di
Bono Attilio Maestri ha evidenziato come la mancanza di un medico sportivo costringe ogni anno2500 ragazzi a fare la visita sportiva obbligatoria per poter praticare l’attività agonistica in altrezone del Trentino creando notevoli disagi alla popolazione.
Nel saluto del Direttore del Distretto Sanitario Centro Sud Patrizio Caciagli l’impegno a colmarequesto vuoto del medico sportivo e di dare garanzie sanitarie a tutto il distretto: “La nuova legge ci impone un gioco di squadra. Ciascuno di noi farà la propria parte nell’ambito di un’organizzazione
generale per garantire il migliore servizio al cittadino”.