Trato marzo su questa teraaaaaaa…

Trato marzo su questa teraaaaaaa…

Da tempo immemorabile si ripete la tradizione del “Trato Marzo”, in passato molto attesa e ascoltata dai più con curiosità, da qualcuno anche con apprensione e da molti con ilarità.

Per qualche annata si era sospesa l’usanza, poi ripresa da appassionati cultori delle memorie del passato, belle da ricordare anche se ormai è andato perso il senso originario che le animava. Dopo qualche anno di interruzione, sabato prossimo, 5 marzo 2022, sentiremo ancora la proclamazione delle coppie di “fidanzati o fidanzabili”, alcune realistiche, altre ridicole, augurandoci che per tutti il senso dell’umorismo prevalga sulla permalosità. Sull’annuario della SAT nel 1883 Neponuceno Bolognini (1824-1900) relazionava su questa tradizione con dovizia di particolari. Il nostro dinamico concittadino, a cui Pinzolo ha dedicato un monumento e il viale che dalla chiesa va al ponte di Carisolo, è infatti annoverato fra i più fertili cultori del “folklore” per aver descritto usi e costumi, fiabe e leggende, tradizioni, proverbi, filastrocche, maitinade, ecc, della Val Rendena e del Trentino, ma con continui paragoni con elementi simili di altre regioni italiane e addirittura di altre zone del Mondo. La raccolta completa di questo materiale letterario verrà pubblicata quest’anno in occasione della celebrazione del 150° di fondazione della SAT. Neponucemo Bolognini e Prospero Marchetti idearono questa società proprio a Pinzolo nel 1872.

Un bel librone, che nelle nostre case sarà occasione di conoscenza per la nostra popolazione e anche di  piacevoli conversazioni con paesani, amici e turisti.

Ecco il testo originale del Bolognini sul “Trato Marzo”.

“Dunque veniamo alla costumanza … ; è bella e caratteristica e ancor viva e rigogliosa fra questi monti. È il cosiddetto Trato Marzo.

Il Trato Marzo è uno scherzo, un’allegria, una scappata al tutto giovanile dei burloni più matti del paese. Ha però anche il suo lato serio. Esso si celebra ogni anno nelle tre prime sere di marzo.

Appena la prima notte di questo mese avrà disteso il suo manto nero e freddo, da un’altura soprastante al paese si vedranno splendere improvvisamente un paio di fuocherelli, attorno ai quali appariranno ombre più о meno fantastiche. Saranno i giovani del paese, che, raccolti lassù in due schiere, si appresteranno a preconizzare i futuri matrimoni, о meglio ad accoppiare, secondo una lista già preparata, tutti i celibi e le nubili della villa.

Nella prima sera gli accoppiamenti sono fatti il più mattamente possibile: giovani con vecchie, belli con brutte о deformi, e viceversa. Queste unioni vengono proclamate fuori da un grande imbuto, a guisa di porta voce, affinché sieno udite ben chiaramente dalle ascoltatrici giù del paese, che certo non ne perderanno una sola.

Dunque fuori da questo imbuto misterioso escirà lenta, grave, solenne la parola fatidica, che scenderà giù a far palpitare molti cuoricini già preparati alla grave emozione.

La seconda sera le differenze degli accoppiamenti sono meno sensibili, meno mostruose. Nella terza poi si proclama l’unione degli innamorati già palesi, о supposti, о di coloro che starebbero bene appaiati, e qui i burloni si accompagnano naturalmente secondo le loro simpatie.

Frattanto giù nel paese è un brulichio, un aggruppamento in capanelli di tutte le ragazze, che a frotte han lasciato i filò in manica di camicia, con forse cinque o sei gradi di gelo ma “Gelo non sente amor” canta il Prati, e sono tutt’orecchi agli oracoli che escono dall’antro profetico dell’imbuto. Allegre, sghignazzanti, burlone nelle due prime sere; quiete, attente, silenziose, col cuore a ottanta pulsazioni la terza.

E dopo? … Chi è contenta senza mostrare d’esserlo: chi rimane mesta sforzandosi di fare la disinvolta. Desii insoddisfatti … crudeli delusioni … qualche secreta simpatia svelata, e qualche nuovo affetto destato. E da questi accoppiamenti bizzarri talvolta ne viene un matrimonio felice non pensato; e tal altra, un secreto amore deluso, mena lentamente la poveretta alla tomba, mentre aveva sognato l’altare”.

Monumento dedicato a Neponuceno Bolognini
Monumento dedicato a Neponuceno Bolognini

 

Neponuceno Bolognini
Nepomuceno Bolognini
Trato marzo a Pinzolo (foto Nicola Fedrizzi)