‘Poru Diaul’ riproposto al teatro comunale di Spiazzo Rendena

di G. Ciaghi

23-24-25 ottobre 2009 – Spiazzo Rendena[/A_CAPO]
Diavoli e streghe, che venivano sulla terra sotto spoglie umane a tentare e corrompere i cristiani con lusinghe e promesse, il Concilio di Trento li aveva confinati in val Genova, in un ambiente inospitale, selvaggio, tra rocce di granito a picco sulla Sarca, in mezzo a lupi, orsi, vipere e serpi, aquile, falchi e poiane. E guai uscire di lì a tormentare gli uomini! Così raccontano gli storici del nostro passato; così riferisce Nepomuceno Bolognini. Che in quella valle ando’ a cercarli. Trovo’ tracce della loro presenza negli “specchi delle strie”, nei massi erratici che fiancheggiano la strada: sassi enormi, giganteschi, dalle forme più strane, capaci di nascondere insidie diaboliche dentro le loro ombre scure, di spaventare il povero montanaro costretto a passarvi accanto nel buio pesto delle notti senza luna. Portano ancor oggi i nomi dei demoni entro cui vivrebbero pietrificati: Belajàl, il re dei diavoli e delle streghe della valle, ardito e superbo, Barzola, il suo vice, che offre intrugli ai viandanti per vederli soffrire fra le contorsioni, Calcarot, il persecutore dei ghiottoni, Manarot, lingua tagliente, mano lunga, insolente e ladro, Ciàta da gal, tentatore di femmine, ma anche spia, informatore, Puntirol, servile braccio destro di Belajal, malvisto anche dai diavoli, Schina di mul, burbero e scorbutico, trasporta i viandanti e li precipita nei burroni con un ghigno infernale, Palpapegàstro, amante dell’ozio, balbuziente, attaccabrighe, brutto ed avaro, Calzota russa, ladro e imbroglione, ma un po’ tonto, Cùa di cavàl, subdolo e infido, Orco, il babau dei bambini…una straordinaria combriccola, ciascuno con un compito preciso nel regno di Satana. In combutta con loro, strizzano l’occhio dalla Sarca le streghe Aga, fattucchiera specialista di filtri magici che prepara con sua figlia Niàga, Baorca, deforme e bisbetica, la terribile Forca, e poi Grignota, la burlona, Malora, ubriacona e molesta, la tremenda Pebordù… Racconti strani, fiabe e leggende s’intrecciano sulle loro imprese avventurose. Hanno dato vita ad una specie di mitologia, caratterizzata da un fascino misterioso, da vicende arcane e tenebrose finite nell’immaginario collettivo di generazioni e generazioni di fanciulli a turbarne i sonni e scuoterne la fantasia: un patrimonio prezioso, che sembrava destinato a scomparire nel silenzio…se Lucio e Brunetto Binelli non avessero pensato di rinfrescarne la memoria col Filo’ da la Val Rendena. Che, nel 1992, dopo un periodo di stasi seguito alla scomparsa di Carmelo Binelli ed aggravato dalla mancanza di un teatro e di un ambiente ove effettuare le prove, aveva ripreso la sua attività. Per l’esordio il Filo’ mise in scena “Poru Diaul”, una commedia brillante in due atti, inedita, ideata e scritta per l’occasione a quattro mani dai “figli del Carmelo” Lucio e Brunetto, con quest’ultimo in cabina di regia. Narra le (dis)avventure di un diavolo, mandato sulla terra dal principe dell’inferno a fare una retata di “umani” insieme ad un gruppo di streghe. E’ Ciàta da gal, che viene carpito dalla grazie di Valentina, una umana, e finisce per innamorarsi di lei. Tanto da chiedere al suo padrone il permesso di rimanerle accanto. Richiesta accolta dietro la promessa di tornare all’inferno una volta scomparsa l’amata. La trama – dove è il tentatore che finisce nella trappola da lui predisposta – è avvincente, moderna, ricca di spunti e di pathos. Oltre che di straordinaria comicità. Porta sul palco una ventina di personaggi invitati “…una notte, in una radura della val Genova…” . Incontro’ un successo straordinario. A distanza di quasi vent’anni lo scorso novembre è stata riproposta a Spiazzo Rendena nel teatro comunale. Per tre sere di fila, e sempre col tutto esaurito! Gli incassi sono stati devoluti ai terremotati di Paganica, centro dell’Abruzzo gemellato con Pinzolo. Sul palco sono tornati nelle loro parti e nei loro ruoli diversi interpreti del primo spettacolo: Ivana Maffei, la decana della compagnia, Antonella Franchini, Anna Turri, Patrizia Zanon Daniela Binelli, Paolo Cereghini, Giancarlo Onorati e Silvio Viviani. Nel cuore di tutti il ricordo di Antonio Bonapace, “Toni gol”, il protagonista di allora, purtroppo scomparso ancor giovane. Accanto a loro le nuove leve del Filo’: Donatella Povinelli (Dondi), Barbara Bonapace, Petra Rodigari, Micahel Polli, Pio Tisi, Martino Olivieri e Mattia Maffei, insieme a Lucio e Brunetto Binelli, questa volta pure loro nei panni infernali. E inoltre: Mattia Maffei a curare la scenografia, Mauro Devilli e Simone Cocco le luci e l’audio, Cristina Povinelli e Roberta Buccella assistenti di scena, con i disegni della pittrice Daniela Casoni. I costumi di Patrizia Zanon e l’organizzazione generale di Anita Binelli, attuale presidente del Filo’ da la Val Rendena.[/A_CAPO]

‘Poru Diaul’ (foto Danilo Povinelli)

‘Poru Diaul’ (foto Danilo Povinelli)

‘Poru Diaul’ (foto Danilo Povinelli)