Voti ottenuti dai candidati rendenesi in Val Rendena

di G. Ciagi

Nei dodici comuni che costituiscono la Val Rendena si sono registrati complessivamente 5.307 voti validi. Alla consultazione hanno partecipato una ventina di residenti candidati nelle diverse liste. Solo tre di loro hanno ottenuto suffragi in tutti e dodici i comuni: Tomaso Bruti dell’ UpT, Diego Binelli della Lega Nord e Antonello Zulberti del PD; gli altri candidati in taluni paesi non hanno avuto nemmeno una citazione. Nei consensi espressi dai valligiani troviamo al primo posto Tomaso Bruti con 581 preferenze, seguito da Diego Binelli con 487 e da Antonello Zulberti con 319. Diego Valentini (PDL) arriva a 250, Rodolfo Alberti e Silvano Campidelli ex aequo a 154, Alfonso Fantoma a 119, Sonia Pollini a 115, Ermanno Salvaterra a 90, Silvana Riccadonna a 77, Sandro Ducoli a 75, Luciano Maturi a 70 Alessandra Collini a 49, Vanessa Masè a 36 e Matteo Masè a 23….Se invece si tiene conto dei risultati complessivi, cioè dei voti raccolti anche fuori dalla Val Rendena, al primo posto con 857 voti incontriamo Antonello Zulberti, che è presidente del Parco Adamello Brenta da un paio di mandati, una realtà che si estende anche su diverse altre valli. Lo tallona Tomaso Bruti con 802, giovane assessore di Pinzolo; è seguito da Diego Binelli, gratificato da 764 preferenze. Quindi troviamo Vanessa Masè della lista Giovani con ben 489 suffragi (un vero exploit), Diego Valentini con 404 voti, Luciano Maturi con 332, Sonia Pollini con 285, Silvano Campidelli con 271, Rodolfo Alberti con 262, Ermanno Salvaterra con 216, Alfonso Fantoma con 190, Silvana Riccadonna con 156, Sandro Ducoli con 136, Alessandra Collini con 77, Matteo Masè con 58, Leonardo Leopardi con 49, Annarita Bonapace con 45…
Dal dopoguerra la Val Rendena è sempre stata considerata terra di conquista da parte di partiti e di soggetti politici venuti da fuori. In più di cinquant’anni è riuscita a mandare in consiglio provinciale solo tre rappresentanti: il professor Aldo Ongari con la DC per alcune legislature, Eugenio Binelli del PATT, anche lui per diversi mandati, e Giovanni Cominotti, per una volta sola, nel partito di Berlusconi. La mancanza di coesione interna, i troppi campanili che ancora dividono i paesi, gli interessi legati a certe clientele, le invidie e le ambizioni personali, sempre più accentuate con il venir meno dei partiti e degli ideali cui si ispiravano, sono buoni motivi per giustificare una situazione che ogni rendenese critica e condanna, ma per cambiare la quale non è disposto a fare un passo indietro, a modificare le sue convinzioni, a rinunciare a qualcosa in vista del bene comune, dell’interesse generale della valle. [/A_CAPO][/A_CAPO]