Tione – Gaetano “TROCADERO” Salvaterra: il ragazzo che inseguiva il mondo

di Udalrico Gottardi

Tione – Gaetano “TROCADERO” Salvaterra: il ragazzo che inseguiva il mondo

In questi giorni ci ha lasciati il «Trocadero». Si è spento in silenzio, nella APSP Centro Residenziale Abelardo Collini di Pinzolo, dove aveva trascorso gli ultimi cinque anni della sua lunga e sorprendente vita. Per chi vive a Tione, era impossibile non averlo incrociato almeno una volta: il suo passo lento lungo il viale principale, la voce spesso decisa, come se ogni frase custodisse un pezzo di mondo, e quello sguardo vivo di chi aveva molto visto, molto rischiato, molto vissuto.

Chi scrive lo ha incontrato più volte, e ogni volta si portava a casa qualcosa: un aneddoto insolito, un ricordo che sembrava uscito da un film, una riflessione che rivelava l’uomo dietro al personaggio. Parlava delle sue avventure con un tono curioso, quasi distaccato, come se raccontasse la storia di qualcun altro — e forse proprio per questo risultava così affascinante. Era un uomo socievole, tagliente nell’intelligenza, capace di ascoltare e di sorprendere: in lui convivevano l’esperienza della scuola e quella, ancora più severa, della vita.

Oggi possiamo dire che un piccolo, prezioso tassello della storia tionese se n’è andato con lui. Ma non tutto si è perso. Negli ultimi anni, partecipando a un concorso in Casa di Riposo, aveva ricevuto alcuni riconoscimenti che lo riempivano d’orgoglio. «Hai letto il mio libro?» chiedeva spesso. «Ho scritto tutta la mia vita… leggilo e capirai tante cose».

E forse è proprio così: per chi non lo ha conosciuto davvero, per chi non ha incrociato il suo passo o ascoltato le sue parole, vale la pena fermarsi un momento e ricordare ciò che è stato. Perché certe vite, quando se ne vanno, continuano comunque a camminarci accanto.

C’è una vita, ogni tanto, che sembra fatta apposta per essere raccontata. Una vita che attraversa frontiere, stagioni, paure, sogni. Quella di Gaetano Salvaterra — per tutti “Trocadero” — è una di queste: una lunga strada iniziata a Tione nel 1931 e finita novantaquattro anni dopo, con il sorriso quieto di chi ha davvero visto il mondo.

La sua infanzia non conobbe la comodità: Milano, gli anni duri del dopoguerra che entravano nelle case, le giornate alla scuola di via Bergognoni e una maestra che, con la sua bontà, gli insegnò che c’è sempre qualcuno capace di fare luce. Poi la paura, quella vera: il bombardamento di San Valentino, la casa colpita, il ritorno improvviso nelle montagne che gli avevano dato i natali.

A Tione, Gaetano riscoprì il calore di una comunità e la voglia di imparare. Fu un uomo incontrato quasi per caso — Herman Knödel, gioielliere tedesco e poliglotta — a intuire nel ragazzo una fame di mondo speciale. Da allora le lingue furono per lui passaporto e compagna: francese, inglese, spagnolo, persino il russo imparato tra una corsa e l’altra.

La giovinezza fu strada, valigie leggere, lavori pesanti e notti di stanchezza. Fu Svizzera, alberghi d’alta quota, pasticcerie profumate, poi l’Inghilterra inseguita con coraggio: prima respinto, “Not permitted to land”, poi finalmente oltre la Manica, nel vento umido del Cumberland e nelle strade infinite di Londra.

Eppure il destino, come spesso accade, lo riportò a casa. Prima Milano, poi di nuovo Tione. E fu lì, nella sua valle, che Gaetano trasformò tutta la sua storia in un gesto semplice e bellissimo: aprì una pasticceria e scelse per lei un nome che odorava di vita vissuta, “Trocadero”, come quel luogo parigino dove un ragazzo infreddolito trovò riparo e coraggio.

Per decenni, quella bottega è stata più di un negozio: era un pezzo di mondo portato in paese da un uomo che il mondo l’aveva percorse davvero. Un luogo dove ogni dolce sembrava raccontare un viaggio, una lingua imparata, una sfida vinta.

Oggi, ricordare Gaetano significa stringere tra le mani un patrimonio di esperienza, umanità e tenacia. Significa ricordare un tionese che non ebbe paura di partire, di ricominciare, di credere nei propri sogni.

Un uomo che ha insegnato, senza mai dirlo ad alta voce, che si può arrivare lontano restando se stessi.

E che perfino una piccola pasticceria può contenere una vita intera.

Nella APSP Centro Residenziale di Pinzolo, dove Gaetano ha trascorso gli ultimi anni della sua vita, è stato premiato in occasione di un Concorso Nazionale promosso da UPIPA dal titolo: «Nuovi orizzonti: Memorie della rinascita dopo guerre e catastrofi». Un riconoscimento che ha saputo valorizzare non solo la sua storia personale, ma anche la forza silenziosa delle generazioni che hanno attraversato il Novecento con coraggio e dignità.

TROCADERO 1949
TROCADERO 1949