Massimeno: Ricerca archeologica e lavori di restauro

di G. Ciaghi

Momenti culturali di particolare interesse martedì sera a Massimeno. Per residenti ed ospiti. Voluti dal sindaco Giorgio Ferrazza e dall’assessore Elisabetta Trenti. Nel pomeriggio visita guidata agli scavi della chiesa di san Giovanni battista; la sera, in piazza centrale, relazioni della dottoressa Nicoletta Pisu per la Sopritendenza ai Beni Archeologici, sulla metodologia adottata, sugli scopi dell’intervento di ripristino e di tutela del monumento e sulle nuove ipotesi interpretative suggerite dai reperti portati alla luce dal dottor Alessandro Bezzi di Arc-Team e dai suoi collaboratori. L’archeologo, servendosi di interessanti diapositive, ha illustrato quanto emerso nei vari strati sotto il pavimento dell’edificio. [/A_CAPO]Partito dalla ricostruzione dei più recenti ha portato avanti il suo iter documentale e introdotto i numerosi ascoltatori fino nei meandri della protostoria. Roberto Paoli, l’architetto che ha progettato il recupero del tempio sia per quanto riguarda il consolidamento della struttura, sia per quanto concerne il restauro degli affreschi e degli arredi, ha concluso la conferenza spiegando il perché delle soluzioni prospettate in vista di una fruizione ottimale della chiesa. Che sarà possibile a partire dalla prossima estate. Il tempio di San Giovanni, costruito su un terrazzo probabilmente abitato fin dall’età del ferro, affrescato dai Baschenis, con altari lignei di gran pregio, stucchi e grottesche originali è destinato a diventare, insieme alle sue consorelle di San Vigilio di Pinzolo, di Sant’Antonio di Pelugo e di Santo Stefano di Carisolo, una delle attrattive storico artistiche più rilevanti dell’intero Trentino, un’offerta promozionale sempre più apprezzata dagli ospiti stranieri, tedeschi e olandesi in prima fila. Favorito per di più da una posizione straordinaria, situato com’è su un poggio che domina l’intera Val Rendena, la Val di Genova e con vista privilegiata sulla Presanella.[/A_CAPO]
Particolarmente soddisfatto il sindaco Giorgio Ferrazza che vede concretarsi, proprio allo scadere del suo ultimo mandato, un’iniziativa che gli era sempre stata a cuore, per realizzare la quale si era attivato per anni presso i responsabili della Pat e presso i suoi stessi censiti, taluni piuttosto dubbiosi sulla bontà di “spendere soldi” in interventi considerati quasi un lusso, anziché un investimento produttivo. E’ indubbio che la chiusura della cava Maffei sta aprendo una stagione nuova al paese avviato ormai verso un’apertura al turismo che ne ha garantito non solo la sopravvivenza ma ne garantirà lo sviluppo futuro.[/A_CAPO]

Dagli scavi affiorano antiche strutture