Circonvallazione: alcuni chiarimenti sull’Uranio e il Radon

di Massimo Caola

Oramai la ricerca di argomentazioni finalizzate a sostenere l’accantonamento della soluzione della viabilità di Pinzolo in galleria sotto il Dos del Sabion è tanto affannosa da arrivare a far leva ingiustificatamente persino sulle paure della popolazione residente.



Oltre ai costi gonfiati per la scelta di considerare una galleria a doppia canna quando nessuna normativa lo prevede, al tentativo di minimizzare il costo delle soluzioni lungo il Sarca ignorando completamente i grossi impatti idrogeologici che comportano costi ambientali e dell’opera notevolissimi, come lo sbarramento della falda e le opere di difesa dalle alluvioni, oltre ai famosi dissesti franosi ipoteticamente individuati attraverso uno studio fotogrammetrico e comunque sconfessati dalla galleria ENEL scavata lungo lo stesso tracciato di progetto della galleria negli anni ’50, ora si fa tornare di attualità anche il problema radioattività e non da ultimo si paventa anche la possibilità di prosciugare gli acquedotti dei paesi.



Posto che è vero che scavando in galleria negli scisti del Doss è facile captare acque sotterranee, è anche vero che l’acqua non “sparisce nel nulla” ma può essere facilmente incanalata e riportata negli acquedotti, scongiurando così il pericolo di “lasciare a secco” i nostri centri abitati.



L’URANIO

Per quanto riguarda il problema radioattività va ricordato che la SOMIREN (una Società del Gruppo AGIP) aveva effettuato una ricerca mineraria (1957-1978) sulle arenarie di una zona che si trova molto più a Sud del Dos del Sabion e che presenta una geologia completamente differente da quella che si troverebbe scavando la galleria (si veda la localizzazione delle ricerche nella figura allegata).

L’uranio, seppur in concentrazioni diverse, si trova in tutti i tipi di rocce ed è distribuito ovunque sulla crosta terrestre. Esso si trova però in concentrazioni significative solo in determinati tipi di formazioni geologiche e non di certo nei metamorfiti del Dos del Sabion.

Pertanto tali rocce non sono indiziate a costituire un “problema radon” che è un gas strettamente legato all’Uranio poichè generato dal suo “decadimento radioattivo”.

Certo, certezza non ve né fino a che non si scava, ma è altrettanto vero che l’evenienza è molto remota e che, in ogni caso, la presenza di tale gas non costituisce assolutamente un problema in gallerie ventilate come quelle stradali, poiché in tal modo si riesce sempre a garantire concentrazioni non superiori a quelle “naturali” e quindi non pericolose per la salute.

Possiamo affermare quindi che non è assolutamente giustificata la strumentalizzazione in tono così allarmistico condotta sui giornali nei giorni scorsi. Poiché invece l’argomento è estremamente delicato esso dovrebbe essere trattato con la massima attenzione e non con superficialità. Un approccio serio a questa problematica deve considerare tutta la documentazione scientifica disponibile e non le semplici “chiacchere di paese”. Mi auguro dunque che lo Studio di Via affronti al più presto questo problema per fare chiarezza e colmare la lacuna grave di averlo fin d’ora trascurato.



Va detto allora che la ricerca della SOMIREM fu poi abbandonata- nel 1978 – oltre che per la importantissima e lodevole opera dei movimenti popolari anti-uranio (il C.R.A.U.), anche perché le quantità fino ad allora trovate non giustificavano uno sfruttamento industriale dell’uranio rinvenuto. A conferma di questa affermazione, che non vuole sminuire l’operato del CRAU, senza il quale le ricerche sarebbero state forse condotte ancora, si possono consultare le analisi che negli anni successivi il laboratorio chimico provinciale eseguì sulle acque uscenti dalle gallerie realizzate per la stessa ricerca mineraria dell’uranio, confermando il basso contenuto di minerale uranifero e di riflesso della radioattività.



IL RADON

Il Radon è un gas normalmente presente in natura su tutta la crosta terrestre, e in condizioni di bassa concentrazione il suo stato gassoso ne favorisce una efficace diluizione nell’atmosfera e non costituisce un problema per la popolazione. Ogni giorno siamo a contatto con il Radon, tutti e in tutto il mondo. Per quanto riguarda specificatamente la nostra zona, la Provincia di Trento ha promosso – negli anni passati – una serie di rilevamenti (documentazione depositata presso le strutture provinciali dei Vigili del Fuoco) che non hanno fornito nessun valore di concentrazione di Radon fuori norma.



Queste precisazioni vogliono essere un contributo per riportare la discussione sulla circonvallazione ai giusti toni e fare chiarezza, ancora una volta, su un argomento di cui se ne è fatto un uso strumentale per giustificare una scelta che in realtà ha solo un lato negativo: quello economico.



Ing. Massimo Caola

Consigliere comunale a Pinzolo

Ricerche uranifere in Val Rendena e Val Dalgone