Nuova denominazione alla Rete di riserve per valorizzare l’impegno di questa realtà a favore di tutela e sviluppo

di Provincia di Trento

Nuova denominazione alla Rete di riserve per valorizzare l’impegno di questa realtà a favore di tutela e sviluppo

Nuova denominazione alla Rete di riserve per valorizzare l’impegno di questa realtà a favore di tutela e sviluppo

Ambiente, nasce il Parco fluviale della Sarca
Cambia il nome ma non l’impegno della Rete di riserve che abbraccia l’ampio territorio in cui scorre il fiume Sarca. Sviluppo locale sostenibile e azioni per tutelare e gestire in modo conservativo le specie e gli habitat delle Valli Giudicarie, Rendena, dei Laghi e dell’Alto Garda, saranno al centro dell’attività del nuovo Parco fluviale della Sarca. La formalizzazione di questa realtà, dopo la fusione delle due Reti di riserve “Fiume Sarca – basso corso” e “Sarca – medio e alto corso” avvenuta negli scorsi mesi, è stata approvata dalla Giunta provinciale, su proposta del vicepresidente e assessore all’urbanistica, ambiente e cooperazione, Mario Tonina che così ha voluto dare lustro all’impegno fattivo della Rete, promosso sul territorio nel corso degli anni.

Le due Reti, nate nel 2012 e nel 2013, hanno individuato quale ente capofila il Consorzio dei Comuni Bim Sarca Mincio Garda e, dal 2015, hanno promosso molte iniziative comuni e sinergiche, agevolate dalla condivisione di obiettivi comuni e dalla convocazione congiunta delle loro Conferenze.

Attraverso la sottoscrizione di un apposito Accordo di programma, a fine 2019, è stata attivata la “Rete di riserve Sarca” sul territorio dei Comuni di Carisolo, Pinzolo, Giustino, Caderzone Terme, Bocenago, Massimeno, Spiazzo, Pelugo, Porte di Rendena, Tione di Trento, Tre Ville, Borgo Lares, Bleggio Superiore, Comano Terme, San Lorenzo Dorsino, Fiavé, Stenico, Strembo, Sella Giudicarie, Vallelaghi, Madruzzo, Cavedine, Drena, Dro, Arco, Riva del Garda, Nago-Torbole. Scopo dell’unione è quello di valorizzare le sinergie delle due Reti, promuovendo una gestione unitaria del fiume, delle aree protette e delle reti ecologiche che lo impreziosiscono. Nel corso degli anni, nella promozione delle loro attività, queste realtà si sono avvalse della collaborazione tecnica del Parco naturale Adamello Brenta e delle competenze dell’Università di Trento con il Dipartimento di Ingegneria civile ambientale e meccanica, oltre ad essersi affidate alle linee guida dedicate ad habitat e specie Natura 2000, elaborate nell’ambito del Progetto Life+ Ten. Un impegno importante, che viene ribadito anche nel progetto di Piano di gestione unitario. Per questo motivo, l’assessore Tonina ha proposto alla Giunta provinciale l’attribuzione della denominazione di “Parco fluviale” alla Rete di riserve, alla luce del fatto che questa realtà è “caratterizzata dalla presenza di habitat d’acqua dolce e altre aree di pregio fluviale, individuate e disciplinate dal piano urbanistico provinciale e dal Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche”.