Razza Rendena: molto amata, molto studiata e da raccontare

Razza Rendena: molto amata, molto studiata e da raccontare

Occorre raccontare di più la razza Rendena per far capire il lavoro di qualità fatto dagli allevatori. È una razza antichissima arrivata migliaia di anni fa con una migrazione dal Medio Oriente, dalla regione della Mezzaluna fertile, verso l’Europa. È garanzia di biodiversità e di mantenimento del paesaggio identitario della montagna. Nel suo genoma ci sono i geni dell’adattabilità ai cambiamenti climatici e a condizioni ambientali avverse. Oggi ce ne sono 4.000 capi tra il Trentino e le province di Vicenza e Padova. Questi, alcuni dei temi emersi dal convegno “La razza Rendena nell’agricoltura di domani” organizzato a Pinzolo, presso il Paladolomiti, nell’ambito della settimana “Giovenche di razza Rendena. Sfilata e dintorni” promossa dalla Pro loco di Pinzolo (nella quale è confluito il “Comitato Giovenche”) con la collaborazione dell’Azienda per il Turismo Madonna di Campiglio.

La razza Rendena nell'agricoltura di domani
La razza Rendena nell’agricoltura di domani

PINZOLO – Molto amata, molto studiata e da raccontare di più per far comprendere il lavoro di qualità fatto dagli allevatori. Il riferimento è alla razza Rendena e a quanto emerso dal convegno “La razza Rendena nell’agricoltura di domani”. Amata lo si è compreso dalle parole di Manuel Cosi, presidente dell’Associazione nazionale Allevatori bovini di razza Rendena (Anare) e dell’Unione allevatori di valle, e dei suoi colleghi orgogliosamente intervenuti nel dibattito finale. Studiata lo si è capito dal professore Paolo Ajmone Marsan dell’Università cattolica di Piacenza e dalla professoressa Marta Villa dell’Università degli studi di Trento. Il primo ha restituito un’interessantissima ricerca sul genoma e le antichissime origini della razza Rendena, la seconda ha studiato la mucca dal mantello scuro nel suo legame con il territorio, nel suo ruolo di “conservatrice” del paesaggio alpestre e nel suo essere garanzia di biodiversità. Per questi motivi e per il lavoro di qualità portato avanti dagli allevatori, il mondo della bovina razza Rendena è un’esperienza zootecnica originale, da far conoscere e raccontare.

Ma andiamo con ordine. Il direttore di Anare Italo Gilmozzi ha spiegato che “il progetto di miglioramento genetico non si è mai fermato e sono stati aggiunti due nuovi aspetti che riguardano il benessere animale e la sostenibilità ambientale. Dobbiamo raccontare alla gente – ha aggiunto – ciò che stiamo facendo. Il lavoro degli allevatori è di grande qualità, ben fatto nella stragrande maggioranza dei casi, e lo dobbiamo far sapere, lo dobbiamo dire alla gente”. Più tecnico l’intervento di Alberto Giacomoni (dirigente Servizio politiche sviluppo rurale della Provincia autonoma di Trento) che ha illustrato gli obiettivi, le linee strategiche, le finalità ambientali e produttive e le misure specifiche per il settore zootecnico previste dalla nuova Politica agricola comune (Pac) che entrerà in vigore il primo gennaio 2023. Si è tornati a parlare di genetica con il particolarissimo studio di Paolo Ajmone Marsan (Dipartimento di Scienze animali, della nutrizione e degli alimenti, Università Cattolica del Sacro Cuore) che, con il supporto, tra gli altri, anche della Fondazione Edmund Mach e dell’Università degli Studi di Padova, attraverso le analisi genetiche di 140 i campioni prelevati da vacche di razza Rendena in 33 aziende agricole, ha ricostruito la storia della razza Rendena e della sua popolazione custode, i “rendeneri” (studio,

quest’ultimo, che sarà divulgato a breve). Tra i dati emersi il fatto che questa razza è molto diversa da tutte le altre razze di vacche (la più simile è la Brown Swiss originale), proviene da un’antichissima migrazione dalla regione storica della Mezzaluna fertile ed è caratterizzata da tantissimi geni dell’adattabilità ambientale con capacità di adeguarsi al clima che cambia e a situazioni ambientali estreme. L’antropologa Marta Villa (Università degli Studi di Trento) ha invece affermato che “l’alpeggio è una cultura antica che salva la montagna, è un luogo capace di applicare strategie vincenti e di adattamento che guardano al futuro”. Autrice, nel 2019, di uno studio pilota sul legame tra razza Rendena, pascoli e biodiversità ha dichiarato che la “vacca Rendena salvaguarda il paesaggio e, attraverso la monticazione dei pascoli, garantisce agli alpeggi  un’altissima biodiversità, a partire da quella visiva che apprezzano gli ospiti. Gli allevatori, di conseguenza, sono i veri costruttori e custodi del paesaggio”. “Ripensate al territorio come lo volete voi e costruitelo attraverso l’autogoverno”, è stato il suo invito. Al convegno è intervenuto anche Alexander Agethle, agronomo e agricoltore “ribelle” di Clusio (frazione di Malles in Val Venosta), che ha presentato la sua esperienza diretta e la trasformazione dell’azienda agricola della sua famiglia da intensiva ad estensiva. Nella fattoria di Agethle si sfruttano al meglio la proprietà delle sue vacche che, come ruminanti, “al pascolo sono un fenomeno, meglio dei macchinari e senza bisogno di gasolio” e riescono a sfruttare al meglio l’erba tenendo il pascolo sempre rasato. Ha abbandonato l’allevamento della Bruna alpina recuperando una razza Bruna autoctona originale dell’Alto Adige, da anni produce, nel suo caseificio, tre tipologie di formaggi a latte crudo che migliora sempre di più e ha ricominciato a coltivare antiche varietà di cereali. Un’altra parola importante emersa dal suo intervento è stata cooperazione. Cooperazione, ad esempio, con i viticoltori che gli permettono, in inverno, di far pascolare le sue vacche tra le vigne, oppure cooperazione con altri produttori di qualità locali con i quali confeziona cesti regalo che danno un interessante guadagno.

Il presidente di Anare e dell’Unione allevatori della Val Rendena Manuel Cosi in conclusione ha osservato che “la razza Rendena è un’opportunità che dobbiamo far conoscere attraverso una comunicazione attiva ed iniziative come questo convegno che non è solo un momento di incontro e condivisione tra allevatori, ma tra allevatori e società civile. La presenza sul territorio di una razza autoctona come la Rendena è un elemento positivo e attuale. Dobbiamo fare di tutto per lei”.

Diverse le domande poste dal pubblico, tra le quali la richiesta alle istituzioni di prestare maggiore attenzione alla presenza sul territorio dei grandi carnivori che sta diventando un problema.

Tra i rappresentanti istituzionali presenti il sindaco di Pinzolo Michele Cereghini che ha aperto la serata, il presidente dell’Azienda per il Turismo Tullio Serafini, l’assessore provinciale al turismo Roberto Failoni e all’agricoltura Giulia Zanotelli. “Sono stati rafforzati i controlli a valle e anche le sanzioni emesse e si è intensificata la lotta alle speculazioni con i dipartimenti provinciali Agricoltura, Foreste e Veterinaria”, è stata la dichiarazione dell’assessora.

All’inizio del convegno è stato presentato il nuovo video sulla razza Rendena, in particolare sul miglioramento genetico, realizzato da Elio Voltolini.

Il prof. Paolo Ajmone Marsan
Il prof. Paolo Ajmone Marsan
Manuel Cosi
Manuel Cosi