Campiglio: ‘Cornelio Bonapace? Presente!’

di G. Ciaghi

Le note lente, struggenti del “Silenzio”, modulate su un tromba alpina, hanno porto l’estremo caldo saluto a Nelo (Cornelio) Bonapace. Dal cimitero di Santa Maria, affollato di penne nere in divisa venute da tutta la Rendena, si sono diffuse sopra la Val Brenta e hanno accompagnato il suo spirito in cielo sopra le vette del Crozzon e della Tosa, lì di fronte, maestose e imponenti: le montagne che hanno fatto da cornice al suo mondo. L’omelia di don Mario, che ha richiamato il suo trascorso di combattente e reduce, il commosso ricordo di un’anziana ospite della casa di riposo di Spiazzo, la preghiera dell’alpino e l’ultimo appello: “Alpino Cornelio Bonapace?”. cui hanno risposto “Presente!” in coro, sull’attenti i suoi commilitoni per confermargli che lui sarà sempre vivo dentro di loro, sono stati momenti toccanti, per tutti. Lì nel camposanto, tante, tante persone, si può dire tutta la vecchia Campiglio, quella dei pionieri. Si sono stretti in un abbraccio fraterno attorno ai famigliari e poi sono andati alle memorie. Di quando correva con gli sci da fondo, dell’impresa che compì salendo allo Spinale in 23 minuti: record rimasto nella storia, tuttora imbattuto; della sua umanità, della sua disponibilità e di quel suo carattere sempre allegro, di compagnia, ben voluto da tutti in contrasto con quella sua faccia da duro, da montanaro d’altri tempi, tagliata con l’accetta, e con quel suo fisico spigoloso, tutto nervi ed energia. Classe 1922. Con lui se ne è andato un altro tassello, singolare, della storia di Madonna di Campiglio. [/A_CAPO]

Cornelio Bonapace