Campiglio: mostra di Andrea Romanello

di G. Ciaghi

La pittura serve ad Andrea Romanello per osservare la realtà da un altro punto di vista, per raccontare il proprio tempo, in modo diretto, senza mezzi termini, attraverso le sensazioni. Che poi ciascuno è libero di interpretare a modo suo, a seconda delle proprie esperienze e della propria sensibilità, in omaggio alla massima che “l’uomo è la misura di tutto il creato”. All’artista spetta il compito, e a lui va il merito, di aprire una strada, di tracciare un percorso ove introdurre e lungo il quale avviare lo spettatore. E il visitatore, stimolato dalle immagini di personaggi famosi, (del mondo della politica, dello sport, dello spettacolo, della cultura) e sempre più coinvolto dalle loro figure, analizzate, sezionate, ricomposte, così come suggeriscono le loro vicende, private e pubbliche, si trova a riflettere quasi senza volerlo sui valori e sui disvalori della società che lo circonda, sul senso della vita e su tanti altri aspetti del vivere quotidiano. L’aver proposto nei primi venti giorni di febbraio una mostra di opere di questo tipo a Madonna di Campiglio, allo Chalet Laghetto nel cuore del mondo del divertimento e dell’apparire, è stato un indubbio atto di coraggio da parte del giovane e talentuoso pittore, quasi una provocazione. Per altro condivisa dall’ente pubblico. All’inaugurazione di “Quello che non si deve dire”, presentata da Dario Trento, docente di storia dell’arte a Brera, infatti avevano voluto presenziare sia Carola Ferrari, assessore alla cultura del comune di Pinzolo, sia Franco Panizza, assessore Pat. Il titolo della “personale” prende spunto da “Quello che non si doveva dire”, un bel volume scritto da Enzo Biagi con Loris Mazzetti, autori della fortunata rubrica televisiva “il fatto” e allontanati dalla Rai in seguito all’editto bulgaro” di Silvio Berlusconi, per dare pubblicità ai temi di grandi interesse ed attualità oscurati dalla “censura”. “I suoi quadri recenti – spiegava Dario Trento – hanno a che fare con la cronaca italiana, con gli scandali e le vicende dei politici e dei personaggi pubblici (da Berlusconi alla Gelmini, da Tremonti a Moggi…). Andrea, giovane uomo educato alla pittura, ha provato a rispondere all’onda di programmi televisivi, immagini di giornali e del web che ci bombarda sulle “prodezze” di queste figure…” e a tradurle nel linguaggio tradizionale dell’arte: la pittura figurativa. La cui funzione per lui va oltre l’aspetto estetico, decorativo, per diventare impegno civico, stimolo a riflettere e a migliorare la società, provocazione….: “quello che non si deve dire”. Aperta solo la sera, presente il pittore, pronto a spiegare e a mettersi in discussione, l’iniziativa, che si è conclusa venerdì sera, ha incontrato un successo andato al di là delle aspettative. Oltre ai turisti sono state parecchie le persone del luogo andate ad osservare i quadri e ad approfittare dell’occasione per avvicinarsi al mondo dell’arte.[/A_CAPO]

Andrea Romanello alla Mostra