Grande successo per lo spettacolo ‘La hora è fenita’

di G. Ciaghi

Nembi scuri e minacciosi ammassati intorno a Cima Lancia e all’imbocco di Val Genova promettevano acqua da un momento all’altro. Hanno tenuto col fiato sospeso per l’intera durata dello spettacolo le oltre due mila persone – (molte venute apposta da lontano, persino da Colla di Santa Brigida, il paese della Val Brembana che ha dato i natali ai Baschenis) – affluite nel grande piazzale davanti alla chiesa di san Vigilio, e i protagonisti de “La Hora è fenita” piece teatrale messa in scena dal Filò da la Val Rendena venerdì sera davanti all’affresco della Danza macabra a rievocare l’ambiente dei “Batùi di Soràno”, il clima della Riforma e le “imprese” artistiche dei frescanti di Averara.

Per fortuna tutto è andato in porto nel migliore dei modi. Soddisfatti gli organizzatori, in particolare Mattia Maffei al suo esordio da presidente della filodrammatica, ed entusiasta il pubblico, che ha sottolineato più volte, con applausi a non finire, i momenti più toccanti della rappresentazione. Gigi Oddone, nei panni di Simone, ha fatto rivivere con intensità coinvolgente gli aspetti più significativi della vita del pittore, le sue esperienze, dapprima da apprendista a mescolare colori per i genitori, i nonni e gli zii; poi le sue emozioni quando viene chiamato per la prima volta a lavorare col pennello sulla parete di una chiesa, ed infine i suoi sentimenti, i suoi timori e il suo orgoglio, allorché la Confraternita dei Disciplini gli affida l’incarico di dar corpo al grande affresco della danza macabra.

Splendida la coreografia, veramente indovinate le musiche che hanno accompagnato e sottolineato lo svolgersi dell’azione drammatica. Menzione particolare meritano la morte a cavallo (superbo il comportamento dell’animale e veramente bravo chi l’ha guidato), il ballerino che ha interpretato la Morte e il quadro delle Resurrezione. Forse un po’ troppo carica, di maniera, questa volta la recita del protagonista. In edizioni precedenti si erano avvertite in lui più spontaneità e una tensione maggiore.

Il monologo iniziale del disciplino ed altre parti recitate dallo stesso (pecche che si perdonano ad attori dilettanti, ma che comunque vanno evidenziate per migliorarsi) necessiterebbero di minor enfasi e di un maggior rispetto dell’ortoepia, così come poco convincente ci è parso il lamento della Madonna davanti al Cristo crocefisso. L’impatto col pubblico è stato straordinario. “Bravissimi, impressionante, veramente bello, finalmente ho capito qualcosa sulla danza macabra, sono molto contento di essere venuto…” i commenti degli spettatori al termine della rappresentazione, finita tra applausi scroscianti.

La hora è fenita