Pinzolo: Arnaldo Collini ci ha lasciato

di G. Ciaghi

Ieri mattina ha chiuso gli occhi per sempre anche Arnaldo Collini “Pirinél”, una personalità ed insieme un personaggio della “vecchia” Pinzolo, quella che un po’ alla volta sta per scomparire, richiamata di tanto in tanto con nostalgia nei discorsi degli anziani. Si tratta di un uomo, di un professionista serio e preparato, che ha lasciato il segno sia nel suo lavoro sia nella vita pubblica del paese tra gli anni Sessanta e Ottanta del secolo scorso. Per molti anni infatti fu assessore ai lavori pubblici e vicesindaco, un po’ l’alter ego e uomo di fiducia del dottor Pio Bruti. Quest’ultimo, tipo di poche parole e pieno di incombenze, era sindaco e gli demandava volentieri quasi tutti gli incarichi di rappresentanza, sicuro di far bella figura. Arnaldo Collini, classe 1922, discendente da una delle più antiche famiglie di Pinzolo, era geometra. Fu uno dei primi a metter su studio in paese nel dopoguerra e si può dire abbia progettato quasi tutte le case private sorte in quel periodo a Pinzolo e a Madonna di Campiglio, Era ricercato per il suo gusto estetico, la misura e l’armonia degli edifici, che costruiva valorizzando i materiali locali, soprattutto il granito e il legno, nel rispetto della tradizione architettonica della valle e che sapeva inserire nell’ambiente con misura e rispetto. Esemplare l’edificio del Ciclamino nel parco omonimo. Nel suo studio hanno lavorato e fatto esperienza molti tecnici che poi si sono messi in proprio, e persino il pittore Sergio Trenti, di cui Arnaldo fu un grande estimatore. Dei tre figli solo Patrizia aveva seguito gli indirizzi paterni e si era laureata architetto, ma si è sposata a Trento. Mara, che stese la prima tesi di laurea sulla danza macabra dei Baschenis, testo rimasto fondamentale, insegna a Berlino e Stefano è docente alle scuole superiori di Tione. Rimasto vedovo, Arnaldo chiuse lo studio. [/A_CAPO]Ultimamente amava trascorrere i suoi pomeriggi giocando a carte con i suoi amici di un tempo in una saletta del bar Eureka a Carisolo, che raggiungeva tutti i giorni dopo esser passato dal cimitero di san Vigilio ad accendere un cero sulla tomba della moglie. Da un po’ di tempo non si vedeva, e gli amici erano preoccupati. Per la verità pensavano a qualche acciacco di stagione. Ieri le campane hanno comunicato a tutti la sua dipartita.[/A_CAPO]