Sarca di Nambrone, un ‘affare’ privato
È un piccolo angolo di
  paradiso, non fosse – è l’unica
  pecca – per il rumore delle auto in
  transito sulla statale a monte che
  da Pinzolo porta a Madonna di
  Campiglio. Su questo angolo di
  paradiso, in località Cinglo,
  comune di Carisolo, poche
  centinaia di metri a valle del ponte
  Pimont sul Sarca di Nambrone, s’è
  consumata l’ennesima pubblica
  sconfitta: una centrale
  idroelettrica che fu pubblica è
  diventata un affare privato. Con il
  paradosso che i privati, in
  passato, avevano pure sollecitato i
  Comuni di Carisolo e Pinzolo,
  l’altro comune rivierasco, ad agire
  assieme. L’affare ha una doppia
  anima: una prettamente
  d’impresa, orientata alla
  redditività dell’investimento.
  Riassunta in una cifra: CG Energia
  srl, che raccoglie i soggetti privati,
  una volta ultimata, entro l’anno, la
  riattivazione della «centrale di
  Nambrone», come la chiamano a
  Carisolo, potrà produrre, in
  media, 4.195.252,90 kWh annui.
  Tradotto in euro, al valore
  stabilito venerdì scorso dal
  decreto del Governo Monti sulle
  energie rinnovabili, vuol dire un   ricavo annuo di circa 630 mila
  euro. La seconda anima, di
  indubbio interesse, è quella
  cultural-ambientale. Camillo
  Gallazzini, imprenditore di Villa
  Rendena e amministratore unico   di CG Energia, assieme al padre
  Mario, vero ideatore del progetto
  di riattivazione della centrale – fu
  proprio Mario Gallazzini a tentare
  di convincere in passato i Comuni
  ad investire sulla vecchia centrale
  – spiega: «Nell’edificio centrale,
  ristrutturato, al pian terreno ci
  saranno le nuove turbine, al piano
  sopra un museo dell’idroelettrico
  con la vecchia turbina «Fransis»
  restaurata, la proiezione
  multimediale del funzionamento
  della centrale, sul tetto il
  fotovoltaico e, attorno, un
  percorso didattico-naturalistico
  che sale alla vecchia vasca di
  accumulo e segue nel bosco la
  vecchia condotta di granito».
  Gallazzini conta di mettere in rete
  il futuro museo-centrale con
  l’antica vetreria di Carisolo, e di
  aprirlo alle visite guidate.
  L’abbattimento della vecchia
  cabina idroelettrica della Set ed i
  lavori di recupero dell’edificio
  centrale e degli esterni, già lo si
  vede, cambieranno il volto di
  questo angolo di paradiso, oggi in
  parte abbandonato. La vecchia
  centrale è datata maggio 1901,
  quando l’allora Officina Elettrica
  Industriale Alta Rendena ottenne
  dal Capitanato distrettuale di
  Tione il diritto a derivare e a
  produrre energia elettrica per
  Pinzolo, Carisolo, Giustino e
  Massimeno. «Poche candele che
  servivano soprattutto per
  illuminare le stalle» racconta
  Camillo Gallazzini che s’è laureato
  in economia con una tesi sulla
  gestione delle risorse idriche a
  livello locale, studiando il caso
  Rendena. Dopo la trasformazione  in Consorzio Elettrico di Pinzolo,
  nel 1965 la centrale passa all’Enel,
  che la dismette nel 1986
  rinunciando alla derivazione. Il
  resto è storia recente. Dalmazia
  Trieste spa, la società costituita per
  gestire gli immobili Enel, la mette
  sul mercato nel giugno 2007 con
  annunci sui giornali nazionali. La
  miglior offerta di acquisto è quella
  di Valter Bonomi, immobiliarista di
  Pinzolo, per conto della
  costituenda Nambrone srl. Affare
  fatto: al rogito, i 232 mq della
  vecchia centrale vengono
  acquistati per 240 mila euro.
  Nambrone srl, che all’epoca
  possiede il 100% di CG Energia srl,
  ha tre soci: la Ma Immobiliare srl di
  Villa Rendena (di Marco e Aldo
  Gallazzini) al 25%; la Acam srl di
  Villa Rendena (di Camillo e Mara
  Gallazzini) e la Sirefid spa società
  fiduciaria di Milano, che possiede
  metà del capitale. Chi si cela
  dietro la fiduciaria? In Rendena è
  tutto un fiorire di ipotesi, ma la
  riservatezza è garantita. Sia la
  Nambrone srl che la CG Energia
  srl, che a fine maggio ha
  incorporato la controllante, hanno
  sede a Preore, in via Serafini 17,
  dove risiede Michele Ballardini,
  commercialista collaboratore
  dello studio di William Bonomi,
  sindaco di Pinzolo. Ed è Ballardini
  a rappresentare, nelle assemblee
  di bilancio, la fiduciaria Sirefid. Le
  quote dei tre soci sono in pegno a
  Cassa Centrale Banca spa che ha
  finanziato l’operazione, garantita
  da ipoteche sul bene per 3,375
  milioni. Agli atti, in municipio a   Carisolo, c’è la nota (gennaio
  1987) con cui Enel trasmetteva il
  contratto di preliminare di vendita
  della centrale di Nambrone al
  Comune, ci sono il progetto
  dell’ingegner Gastone Cominotti di
  riattivazione dell’impianto, la
  corrispondenza con il Servizio
  acque pubbliche per la richiesta
  di concessione. Fatto di rilievo:
  anche il Comune di Pinzolo e la
  spa Funivie di Pinzolo
  presentarono all’epoca richiesta
  di derivazione. Ma, stranamente,
  nel 1994, rinunciarono ad attivare
  la procedura di Via per dare corso
  al progetto. E tutto decadde. Poi,
  nel gennaio 2008, il Comune di
  Carisolo, sindaco Diego Tisi,
  ripresentò l’istanza alla Provincia,
  archiviando però la pratica, «visti i
  tempi ristretti», il 9 aprile   successivo. Una settimana dopo, il
  16 aprile 2008, a chiedere, e poi ad
  ottenere nell’ottobre 2011, la
  concessione idroelettrica era
  invece CG Energia. Affare fatto,
  appunto.
Domenico Sartori – “L’Adige” venerdì 13 luglio 2012
Il Sindaco di Carisolo Arturo Povinelli: “Un’occasione persa”. 
  «Un’occasione persa. Andrebbe chiesto conto a chi ha gestito
  l’amministrazione prima di me del
  perché si sono buttati invece sulla
  costruzione di una centralina
  sfruttando il nuovo acquedotto di
  Cornisello: per questo, per
  l’acquedotto, i lavori sono in alto
  mare, appena partiti, in forte
  ritardo rispetto alla tabella di
  marcia, quelli della centralina
  sono lontani. Invece, entro pochi
  mesi, la centrale “privata” sarà in
  funzione, e comincerà a rendere.
  Intanto noi, come Comune, ci
  stiamo già sobbarcando mutui che
  pesano per 600 mila euro l’anno,
  anche per il nuovo acquedotto e la
  nuova centralina che sarà in
funzione chissà quando».
