Turismo: No problem o problem?

di Turista affezionato

Signor…. Anonimo Rendenero, solo ora posso rispondere agli aspetti di sostanza (per gli altri occorrerebbe troppo spazio) del suo cortese ed argomentato intervento, confidando nella disponibilità di questo sito a pubblicare questa seconda lettera nonostante la lunghezza. Non mi pare che Lei abbia colto l’argomento su cui propongo di riflettere non nell’interesse del turista (giacché quest’ultimo, prese le misure, se la cava sempre, come suggerisce anche Lei: sufficiente lasciare il denaro per i propri acquisti piuttosto che in un negozio qui, in un negozio altrove, o cambiare zona di vacanze), ma nell’interesse della gran parte dei Rendeneri che, a loro volta, non sarebbero contenti, credo, che prendesse piede la tendenza nei turisti di andare altrove a spendere. Lei indugia, giustificando (con argomenti per me non pienamente soddisfacenti), sul PERCHE’; io invece mi occupo e preoccupo delle CONSEGUENZE che potrebbe avere la tendenza a praticare prezzi fuori mercato in un distretto di eccellenza dell’ “industria” TURISTICA.

La mia riflessione é la seguente. Come tutti i distretti anche quello turistico ha il suo INDOTTO che procura sviluppo sotto i profili economico e della qualità della vita, che però, rispetto agli altri, ha una peculiarità: NON E’ INDISPENSABILE. Ceramica, auto, ecc. non possono fare a meno di attività sussidiarie specifiche con competenze che spesso nascono sul luogo. Il turismo invece fa da traino soprattutto alla crescita di una piccola imprenditoria, falegnami, idraulici, abbigliamento ecc, a condizione che le scelte imprenditoriali siano all’altezza. Lei dice: c’è il libero mercato, mette a posto tutto, dov’è il problema!?. Per me turista “no problem”, ma per questo territorio é “problem”, sotto un duplice aspetto. Primo aspetto) Porto a titolo di esempio il caso citato nel precedente intervento che ho vissuto con mal di pancia: unico negozio in zona che vende quegli articoli, difficoltà per il turista di andare alla ricerca di altri negozi in una valle lunga 30 km, prezzi non esposti sugli scaffali o non accessibili, ovvio imbarazzo (per lo meno per la mia natura) a rifiutare di ritirare la merce già imbustata quando dicono il prezzo, e non vado oltre. Può lei definire quanto sopra libero mercato senza laccioli, non condizionato? Anzi, per cortesia, faccia lei una indagine ed ascolti i commenti che in ogni crocchio di villeggianti spesso vengono fatti sui comuni fatti di vita quotidiana. Secondo aspetto) Dal momento in cui si diffonde e si generalizza un giudizio negativo sull “indotto” locale, entrano in gioco le regole del libero mercato che lei auspicava, ma ahimè a danno della bella Val Rendena. Infatti hanno cominciato a prendere piede le ovvie CONSEGUENZE, che ripeto creano danno all’immagine di tutta la categoria, non solo alla singola ditta. Descrivo quanto accaduto in questi giorni. In un appartamento in valle c’è necessità di riverniciare le imposte. Una falegnameria fornisce preventivo di carteggiatura e verniciatura, molto superiore alle attese. Per un confronto l’interessato contatta un artigiano della sua città (dove di lavoro, per fortuna, ce n’è ancora). Questi si offre di fornire nuove (il che farà), anziché ridipingerle, ad un prezzo inferiore della riverniciatura le imposte con trasporto e montaggio compreso. Chiari gli effetti di certi comportamenti e del libero mercato?

Signor Anonimo Rendenero, io non faccio scientificamente indagini di mercato , lo so, ma come faccio da sempre, copiando da chi aveva più esperienza e successo di me, e sbagliandomi clamorosamente poche volte, osservo empiricamente i segnali del mercato, mettendomi gli occhiali, e ci ragiono sopra. E ciò che segnalo, mi creda, non é solo un…. segnale. Oggi poi c’é l’aggravante della situazione generale, nessuno regala i propri risparmi (che valgono anche in termini umani, ben di più di…. un bel paesaggio). Agli Amministratori pubblici, così attenti alla cura della città, alla pulizia (piazza Carrera uno specchio anche di sera nonostante sia sempre piena) porgo una domanda di fondo: quale delle seguenti strategie imprenditoriali dovrebbe caratterizzare l’immagine della città? Una botta e via, e poi sotto un altro (pollo) con la speranza di arricchirsi alla svelta; oppure, consolidare con tenacia la propria azienda nel tempo, creare un “Valore” che é ricchezza per la comunità? E’ l’accumulo di un significativo numero di tali “Valori” che fa la differenza di un luogo rispetto ad altre realtà, e tale differenza ritorna tutta in immagine alle singole imprese. Sono fantasie le mie avulse dalla realtà severa e crudele dell’imprenditoria o meritano una riflessione? Qui avete esempi , non ve lo devo dire io, di eccellenti imprenditori. Siano di stimolo. Dal 1977 io e famiglia, e gli amici della comitiva, in ferie in questa valle, continuiamo ad acquistare scarpe non a casa nostra, ma qui a Pinzolo. Da una ditta che quasi quarant’anni fa ci forniva scarpe con suole di Vibran indistruttibili, comodissime. Sa quante volte abbiamo fatto vedere le nostre scarpe agli amici citando Pinzolo? Ecco il “Valore”, ecco il contributo al vostro turismo dato da un piccolo negozietto col suo serio servizio. Oggi quella ditta é ancora sul mercato, con il solito buon rapporto qualità prezzo, non c’é più qualcuno con il grembiule di cuoio e punteruolo dietro un banchetto (lo ricordo benissimo) ma, cogliendo i segnali del mercato, ha aperto un secondo locale per commercializzare un prodotto più economico per0′ valido, assolutamente CONCORRENZIALE e preferibile, nella sua classe, a quello di casa mia (dunque l’incidenza di un alto valore immobiliare non stravolge i prezzi di vendita quando ci si trova in una città molto più frequentata di altre (Tione) da potenziali clienti) ; inoltre scarpe prese qui, da quella ditta dalla comprovata SERIETA’, ci dà più garanzie. Avrà già capito di chi parlo. E’ un eccellente esempio di INDOTTO. Si chiederà: ma é sincero questo turista (io)? Che secondi fini avrà? In primo luogo non mi sento lontano emotivamente, perché il trentino ha il merito, oltre ad essere molto bello, di avermi dato ai suoi tempi una…… ragazza, moglie da 49 anni, che ha portato da me la cultura dei canederli, del dialetto, proverbi, canti della montagna (ne conosce tanti), cioè una atmosfera che mi é diventata cara; poi, qui ho portato in vacanza i figli e ora i nipoti affezionatissimi alla magia di queste montagne, ed abbiamo una casa, per cui sono un turista a metà avendo anch’io interessi, non solo materiali, che mi inducono a desiderare una vallata prospera ed apprezzata. Ma mi é doveroso, alla fine, chiedere scusa a tutti per la lunghezza. Non ho saputo fare di meglio.

Con cordialità

UN TURISTA AFFEZIONATO

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