Caritro, Ana e la politica: intervista a Mauro Bondi

di CampanediPinzolo.it

Mauro Bondi è uomo di parola: “non farò il politico di professione”. Dopo il suo impegno, giÁ  assessore PAT e segretario dei Democratici di Sinistra, finiti i suoi due mandati consigliari (unico caso nazionale: senza vitalizio rinunciato nel 2009 di sua sponte), ha abbandonato la politica e si è impegnato nella vita sociale e civile della societÁ  Trentina.

Nella professione, avvocato e presidente dell”™ Ordine di Rovereto, nella vita sociale, dapprima Presidente dei Laici Trentini per i diritti civili, ora componente del CdA della Fondazione Caritro e Consigliere Nazionale dell”™ Associazione Nazionale Alpini.

-Partiamo dalla Fondazione: come si colloca, nel tessuto economico sociale Trentino? Quale è la tua visione del ruolo che questa dovrebbe avere sul territorio, nel sociale e nell”™ economia?

La Fondazione nasce nel 1992 con lo scorporo  dell”™attivitÁ  bancaria della Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto e gestisce un patrimonio importante sotto il profilo  finanziario (circa 400 milioni di euro) con lo scopo di rinforzare e aiutare le condizioni per la crescita economica, culturale e  della formazione dell”™intero territorio trentino e non solo delle cittÁ  di Trento e Rovereto.

Ogni anno, per lo più su appositi bandi, la Fondazione eroga molti milioni di euro in quattro settori rilevanti: a) nella  ricerca scientifica e tecnologica; b) nella educazione, istruzione e formazione; c) nell”™arte e nei beni culturali; d) nel volontariato, nella filantropia e nella beneficienza.

Il nostro impegno è quello di far fruttare il patrimonio al meglio (pur in un momento difficilissimo) per così continuare a erogare risorse in favore della comunitÁ  in settori in cui l”™impegno del denaro pubblico tende inesorabilmente a diminuire.

-          Come mai questa diminuzione di risorse pubbliche in settori strategici della societÁ ?

Difficile dare una riposta semplice a una domanda complessa. Ci provo. Anzittutto le risorse della Provincia Autonoma di Trento dipendono dalle entrate fiscali (i 9/10 delle quali restano e/o tornano in Trentino) per cui diminuendo le entrate (causa la crisi economica) diminuiscono anche  le risorse. In secondo luogo i settori di intervento della Fondazione non sono particolarmente “redditizi” sul piano del consenso elettorale in quanto “poco visibili” a breve termine e così la “politica” spende più volentieri dove i soldi “si vedono” (strade, arredi urbani e infrastrutture varie non sempre necessarie). In terzo luogo una classe politica tendenzialmente poco lungimirante non pensa a come costruire il Trentino da qui a vent”™anni ma cosa fare da qui alla prossima scadenza elettorale. Noi in Fondazione per fortuna non abbiamo questa problema di “rielezione” e così interveniamo in settori strategici e dalla politica non adeguatamente sostenuti.

-          Noto una certa polemica con la classe politica di cui pure hai fatto parte per moltissimi anni.

Non rinnego quella esperienza e sarebbe giusto che tutti la potessero fare. Il problema è che l”™impegno politico non è più visto (ma non voglio generalizzare) come un impegno “a termine” ma come una sorta di alternativa ad un lavoro: con tanto di retribuzione (tendenzialmente troppo alta rispetto alla media europea) e di pensione (inaccettabile anche se sotto il falso nome di “vitalizio”). Ho fatto la mia parte (bene o male non sta a me giudicare) ma come sono entrato, volontariamente, altrettanto volontariamente ne sono uscito tornando alla mia professione. Troppo spesso si tende, una volta messo piede in quel mondo, a non volerne uscire più e questo da un lato porta alla degenerazione della corruzione e dall”™altro lato alla conservazione e al  blocco del sistema  politico/amministrativo.

-          Non dirmi che sei un “rottamatore”?

Per caritÁ . Le idee non hanno etÁ . Anzi spesso sono più innovative le idee degli ultra sessantenni che non quelle (se ci sono) di alcuni giovani di oggi. Tra una Ferrari del 1960 e una Panda Fiat nuova di zecca non avrei dubbi”¦.. Il problema è un altro: giovani o vecchi quello che conta è il non “fossilizzarsi” nei singoli ruoli. Dopo 10 anni in un organismo istituzionale quello che si aveva da dire e da fare lo si è detto e fatto, vale per il Presidente degli Stati Uniti (8 anni al massimo) e dovrebbe valere anche per noi. 

– Sei molto orgoglioso di aver servito il tuo Paese nel corpo degli Alpini. Oggi in che cosa è attuale l”™ impegno dell”™ Associazione Nazionale Alpini? Dove si può rendere maggiormente protagonista nella societÁ  Trentina per contribuire ad un maggior senso sociale e civile?

Mauro Bondi è il primo in piedi a sinstra

Il servizio militare, come quello civile, dava alle nuove generazioni la consapevolezza che accanto ai diritti (mi sono battuto e mi batto da sempre per il loro ampliamento) esistono anche dei  doveri il che mi pare oggi sia una parte della nostra vita sociale se non dimenticata certamente accantonata. E non va bene. Per questo ho abbandonato (dopo ben otto anni)  l”™impegno come presidente dei ” Laici Trentini per i diritti civili”Â Â accettando la nomina a consigliere nazionale dell”™ANA. Gli alpini (oltre ventimila soci in trentino e circa 350.000 in Italia) non sono solo l”™adunata annuale e le feste campestri (importanti entrambe) ma anche impegno civile, culturale e sociale. La protezione civile nasce grazie al volontariato degli alpini in occasione del terremoto del Friuli. In prima linea allora e in prima linea oggi: sempre pronti a intervenire per portare aiuto con la speranza non ve ne sia bisogno. Questo sono gli alpini oggi.

-          Ma gli alpini continuano pure a ricordare i morti nelle due grandi guerre mondiali deponendo corone avanti ai monumenti ai caduti. Ha ancora un senso a distanza ormai di cento anni?

Certamente si. Hai detto bene: “ricordare”. Noi in questi anni in cui ricordiamo il centenario della “Grande Guerra” e siamo presenti non per “celebrare” vittorie ma per ricordare i nostri caduti come anche quelli morti con una divisa diversa. Sabato sull”™Adamello, come il 10-12 luglio sul Corno Battisti, abbiamo reso gli onori a tutti i caduti. Senza polemiche che preferiamo lasciarle a chi le vuole coltivare: a volte per stupiditÁ , a volte per ignoranza storica e spesso per strumentalizzazioni di bassa politica. Sull”™Ortigara, decine di migliaia di morti da ambo le parti, vi è una colonna mozza con una semplice scritta “per non dimenticare”. Ecco il nostro impegno oggi non è solo quello di non dimenticare ma di fare in modo che anche le giovani generazioni (i cui padri e/o nonni sono nati e vissuti senza conoscere la guerra) continuino a ricordare quello che fu la guerra. Finita la prima guerra mondiale si disse che mai più si sarebbe ripetuto un tale massacro e dopo trent”™anni è arrivata la seconda, peggiore della prima per quanto possibile. Avevano dimenticato e anche in fretta. La pace è si un diritto per ognuno di noi ma abbiamo il dovere di coltivarla giorno per giorno al fine di non perderla perché solo dopo averla persa ti rendi conto di quanto era importante. Anche per questo esiste l”™ANA.

-          A quando un ritorno in politica?

Ho smesso di fare il Consigliere provinciale e il segretario di partito. Non sono più iscritto ad alcun partito dal 2006 e voto rararmente e con una certa fatica ma non ho mai smesso di fare politica.  Parlo della Politica con la “P” maiuscola quella per cui l”™impegno non è solo nei partiti e/o nelle istituzioni ma anche in quella che un tempo si chiamava “societÁ  civile”: termine su cui i partiti, sempre più autoreferneziali, hanno ironizzato e continuano a ironizzare. Dai partiti e dalle istituzioni sono uscito 10 e 8 anni fa  ma dalla “societÁ  civile” no e li ancora continua, in settori sempre diversi,  il mio impegno cercando di mettere a frutto qualche idea (spero buona) e una certa esperienza prima che qualcuno arrivi a rottamarmi”¦”¦. 

Mauro Bondi