Assemblea Cassa Rurale: sponsorizzazioni e…

di L. Binelli

SPONSORIZZAZIONI

1) La candidatura di Matteo Bonapace e quella di Alice Maffei sono state “patrocinata” dai vertici comunali di Pinzolo; il tutto è stato concordato,
sancito e deciso in una riunione di maggioranza tenutasi giovedì 07 maggio.



2) Fabio Vidi: per quanto ne so, nessuno si è attivato per procurargli
consensi in forma “organizzata”.



3) Oscar Lavezzari: anche lui, per quanto mi consta, una vera e propria rete
di organizzazione del consenso non l’ha avuta.



Se proprio si vuole appiccicare un’etichetta a Lavezzari e a Vidi, è
risaputo che siano “vicini” all’area dell’opposizione del Comune di Pinzolo,
che però non sembra essersi “mossa” in modo coordinato e organizzato per
questa occasione.



4) Lucio Binelli (scrivente). Etichetta: sono considerato di sinistra, e me
ne vanto, anche se la sinistra, a Pinzolo,non ha più una struttura
organizzata e rappresentata in Comune. O meglio, esiste una sedicente
sinistra rappresentata in maggioranza (sempre nel Comune di Pinzolo) con la
quale è risaputo che io, da tempo, ho poco o nulla a che fare.



5) Daniele Maturi: a quanto mi risulta gli è stato chiesto di candidare da
ambienti di Carisolo che gli hanno offerto il sostegno da parte della stessa “rete” cui era riuscito il blitz dell’anno scorso. Il risultato non è stato
entusiasmante.



6) Stefano Maffei: candidatura individuale.



MODIFICHE STATUTARIE



Il fatto che i contrari siano stati 21 (anzichè 11 come mi pareva di
ricordare, e chiedo umilmente scusa per l’errore) non sposta la valutazione:
trattasi di esigua e trascurabile minoranza. Anticipare l’argomento avrebbe
potuto forse cambiare le proporzioni ma non avrebbe “cambiato il risultato”:
una maggioranza schiacciante di Soci avrebbe comunque rimosso
quell’aberrazione statutaria. Concordo comunque sul fatto che “metodologicamente” sarebbe stato meglio anticipare.



Per l’eleggibilità di Albert Ballardini, vedasi quanto successo
all’Assemblea della Famiglia Cooperativa Valle del Chiese il 9 maggio scorso
e riportato da “l’Adige” del 10 maggio: nella parte straordinaria,

l’Assemblea ha elevato da tre a cinque il numero massimo dei mandati.

La modifica ha consentito di ricandidare a Giuliano Beltrami (che terminava
il suo terzo mandato) e che è stato rieletto con una caterva di voti.



Il fondamento giuridico (e logico) è che soltanto le modifiche che si
discostano dallo Statuto Tipo vanno omologate dal Tribunale e, nel caso
della Cassa Rurale, dalla Banca d’Italia. Le modifiche che vanno verso un
adeguamento allo Statuto Tipo, vengono invece considerate già omologate e
quindi immediatamente efficaci.



RITIRO CANDIDATURA



La ragione per cui mi ero candidato era quella che diversi Soci mi avevano
chiesto di rendermi disponibile pensando alla necessità di sotituire Albert
Ballardini. Ero inizialmente perplesso, e ho opposto un po’ di “resistenza”.

Poi però mi è stata fatta un’osservazione che ho considerato sensata: “il
patrimonio di esperienza e di conoscenze che hai acquisito in tredici anni
da consigliere non è tuo”, mi è stato detto, “è della Cassa Rurale. E in
qualsiasi momento la Cassa dovesse averne bisogno, devi metterlo a
disposizione. E in questo momento la Cassa ne ha bisogno”. L’ho trovata una
riflessione condivisibile.

Quando però mi sono reso conto che ritirare la mia disponibilità non solo
non avrebbe creato difficoltà ma avrebbe, al contrario, contribuito a
scongiurare quello che io consideravo un grave pericolo per la Cassa, non ho
esitato.



Ho temuto, infatti, che se non mi fossi ritirato avrebbero potuto essere
eletti due giovani e se così fosse andata, mi sarei sentito reponsabile e
colpevole.
Ho avuto paura (non per me ovviamente, ma per la Cassa). Non ne ho, ora, ad
ammetterlo.

Ho detto in Assemblea, e lo ribadisco qui, che è comprensibile l’aspirazione
dei giovani che si rendono disponibili a darsi da fare per il bene del loro
Paese.



Però se la loro disponibilità viene offerta senza la consapevolezza di quale
sia la cosa migliore da fare per il bene del proprio Paese o
dell’Istituzione che ci si propone di amministrare i casi sono due: o non si è in grado di riconoscerla (la cosa migliore da fare) oppure si antepone la
propria ambizione personale a tutto il resto.



In entrambi i casi io credo che ci sia da aspettarsi poco di buono.



Se uno solo di quei giovani avesse detto: “in effetti in questa fase, in
questo passaggio della vita della Cassa forse io, per quanti titoli possa
vantare, mi troverei a dover affrontare problematiche complesse e
sconosciute, per cui rischio di essere più un peso che un aiuto per la
Cassa.”



Se qualcuno di loro fosse stato almeno sfiorato da questo dubbio! Quanta
maturità e saggezza avrebbe dimostrato! E invece niente. Tutti a parlare di
impegno ed umiltà.



E allora continuo a pensare che saranno pure giovani anagraficamente, ma,
ripeto, sono decrèpiti dentro!