Covid-19: il Trentino resta in zona arancione

di Provincia di Trento

Covid-19: il Trentino resta in zona arancione

Scuole aperte lunedì, ma si valuterà giorno per giorno

Il Trentino resta in zona arancione. Lo ha confermato nel pomeriggio il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, insieme all’assessore Stefania Segnana, nel corso del consueto appuntamento con gli aggiornamenti sul Covid-19 in provincia. “L’Rt settimanale – ha spiegato Fugatti – è pari all’1.1, contro una media nazionale dell’1.07. Noi siamo quindi di poco sopra la media, ma comunque in linea con le altre regioni, con un livello minimo di 1.03 ed un livello massimo di 1.16. Restiamo in arancione – ha spiegato il presidente Fugatti – ma i dati sono preoccupanti con diversi segnali di allerta, in primis quello dell’incidenza, che è pari a 385 positivi su 100.000 abitanti. Poi c’è il dato sulle terapie intensive che è ben oltre la soglia di emergenza del 30%, con il 47% dei posti letto occupati in rianimazione. Migliore quello complessivo sui ricoveri, pari al 33% con una soglia di allerta, in questo caso, del 40%”.

“Per il momento le scuole restano aperte con le modalità delle ultime settimane – ha precisato – e ci prendiamo questa responsabilità, ma è chiaro che terremo monitorata la situazione giorno per giorno e se i dati dovessero peggiorare ulteriormente siamo pronti ad intervenire. Stiamo pensando – ha aggiunto ancora il presidente – di introdurre anche nuove misure. Oggi per mettere una classa in isolamento servono due contagi, valuteremo se abbassare questa soglia ad un solo contagiato”.

Mentre per quanto riguarda le varianti, quella inglese in particolare, il dottor Giancarlo Ruscitti, dirigente generale del Dipartimento Salute, non ha segnalato ulteriori casi dopo quello annunciato ieri in un’azienda di Trento, sul fronte dei vaccini si registra un’importante novità con l’annuncio, da parte dei ministri Gelmini e Speranza, di una consistente quota di dosi in arrivo in Italia per la fine del mese. L’assessore Segnana ha spiegato che al momento, come indicato dal ministro Speranza, il criterio utilizzato nella campagna di vaccinazione rimane quello cronologico, quindi privilegiando le persone più anziane, ovvero quelle più a rischio vita o di finire in ospedale.