Democrazia a ruoli invertiti

di Michele Cereghini

Democrazia a ruoli invertiti.

E’ proprio strano il mondo in cui viviamo.

Fino a ieri sera ero convinto che fossero il Sindaco e la sua maggioranza ad assicurare i voti necessari all’adozione di una qualsivoglia delibera consiliare. Ma probabilmente mi sbagliavo!

Per fortuna l’assessore Collini mi ha aperto gli occhi altrimenti rischiavo di rimanere nella mia ignoranza chissà per quanto!

Addossando la responsabilità della mancata adozione della variante al PRG alla minoranza ha, di fatto, incolpato noi dello stato di impasse in cui ci si è venuti a trovare.

Procediamo con ordine.

Nel 2010 (si, avete letto bene, 2010) viene affidato l’incarico all’arch. Remo Zulberti di predisporre una variante al PRG.

Affluiscono le domande dei molti che, per i più svariati motivi, ritengono che l’attuale PRG vada loro “stretto”.

Passano gli anni ma il nostro primo cittadino ed il suo gruppo non si preoccupano più di tanto del continuo afflusso di richieste da parte dei censiti. La loro stella polare è una sola: il cinque stelle ai Campicioi. Le modifiche al PRG per consentire la realizzazione di questa struttura (peraltro ancora al palo) hanno richiesto più passaggi in Consiglio.

Ora la maggioranza ha fretta perché il tempo stringe. L’anno prossimo si vota e ci sono le tante promesse fatte in campagna elettorale da onorare. Resta il solo mese di ottobre per deliberare a riguardo e si pretende che sia la minoranza a togliere le castagne dal fuoco perché TUTTI loro, undici su undici, si sono dichiarati incompatibili.

Se sono incompatibili vuol dire che la variante al piano non è stata predisposta, come vorrebbe far credere l’assessore Collini, avendo come unico riferimento "le parecchie istanze della popolazione fatte pervenire al Comune negli ultimi anni".

Tra queste, la maggioranza ha pensato bene di accontentare anche tutti i suoi consiglieri che si sono serviti probabilmente senza alcun ritegno se nessuno di loro è libero di votare!

Abbiamo chiesto più e più volte al Presidente del Consiglio Comunale e alla maggioranza di convocare un Consiglio informale dove, alla presenza del pianificatore, tutti potevano acquisire la necessaria conoscenza del piano e definire le eventuali incompatibilità. Si continua erroneamente a pensare, e ne è prova lo scritto letto in aula dall’assessore Collini, che il PRG sia solo una questione di compatibilità o incompatibilità. Secondo Collini un consigliere dovrebbe, in pochi minuti, prendere visione della variante proposta solo per capire se è o meno direttamente interessato. Penso invece che il consigliere debba avere una conoscenza completa della cartografia e delle norme perché solo così potrà esprimere un voto con cognizione di causa.

Ribadiamo che la convocazione di un consiglio informale (peraltro caldeggiata anche da una circolare provinciale in materia) sia condizione imprescindibile per una nostra partecipazione al Consiglio comunale ufficiale. E dirò di più: noi non siamo, come sostiene con tanta supponenza l’assessore Collini, contrari tout court alla variante del PRG. Siamo persone dotate del ben dell’intelletto, capaci di decidere se – compiutamente valutata nel suo complesso – la variante proposta sia positiva o negativa per la nostra collettività e votare di conseguenza.

Se veramente a Bonomi e alla sua maggioranza stanno a cuore, come del resto a noi, le istanze della popolazione possono scegliere tra due semplicissime possibilità.

La prima, di più facile attuazione, è convocare quanto prima il richiesto Consiglio informale.

La seconda, sicuramente più dolorosa, è quella di non utilizzare la variante del PRG come se fosse un self-service. Epurandola da tutti i motivi di incompatibilità con cui Bonomi & C. l’hanno generosamente infarcita, la delibera potrebbe essere approvata dal Consiglio entro il fatidico termine del 31 ottobre.

Semplice no?

Michele Cereghini