Franco Luconi Bisti: mi sono accorto che non era la solita influenza…

di Franco Luconi Bisti

Franco Luconi Bisti: mi sono accorto che non era la solita influenza…

Mi sono accorto che non era la solita influenza, a forza di sentire in TV quali erano i sintomi ho capito che era il virus made in China, devo ringraziare l’amico Dott. Bruti che in brevissimo tempo mi ha fatto ricoverare rendendomi la guarigione più facile da raggiungere. Mi sono isolato subito lontano dai miei famigliari per evitare il più possibile il contagio. La sensazione peggiore è l’astenia la mancanza di ossigeno la fame d’aria, ma la risposta dei medici di Tione e di Rovereto è stata rapida ed efficace, impressionante la dedizione e la loro umanità dimostrata in un momento simile, Io ho avuto solo poche ore di terapia intensiva ventilazione forzata tramite CPAP il casco trasparente che abbiamo visto molte volte nei servizi televisivi L’aria buona delle nostre montagne e un po’ di fisico rimastomi da tanti anni di sport mi hanno aiutato con le medicine adeguate a vincere il COVID. Ho visto situazioni difficili dove il personale sanitario faceva l’impossibile e  ho potuto apprezzare la nostra sanità e capire più da vicino quanto sia stato difficile fronteggiare questa guerra.

Questa malattia nei suoi casi peggiori debilita fortemente e l’intervento medico rapido è fondamentale. Ora sto bene tornare a casa tra i propri cari è una medicina eccezionale anche aiutato da Tommaso che mi ha seguito costantemente, La vicinanza degli amici e dei conoscenti è stata come una valanga di affetto e sostegno e non lo scorderò mai. All’inizio era uno sforzo anche alzarsi dal letto ma poi la convalescenza tra gli affetti aiuta a riprendere vigore, ma so che per molti il recupero è ancora pesante questo virus non scherza. Voglio ricordare che questa è la malattia della solitudine e le lunghe quarantene ti isolano sei solo con i tuoi ricordi con i tuoi pensieri e l’amico più caro resta il telefonino l’unica connessione col mondo, senza dimenticare le parole e i gesti di affetto di infermiere OSS Medici, che aiutano molto soprattutto i più deboli.

La convinzione più strana è che questa malattia sia un segnale che la natura ci manda, nulla è più forte di lei nemmeno una portaerei con migliaia di marinai e armi di ogni genere può fermare un virus, ma non credo servirà a farci cambiare, abbiamo un mondo solo un’unica casa comune dobbiamo rispettarla di più. Credo di dover ricordare a tutti che la nostra aria pulita delle nostre montagne tiene sani i nostri polmoni e dobbiamo preservarla con scrupolo, nulla è più importante della salute. Ho sentito dei discorsi assurdi sulla fine di molte persone, “era vecchio sarebbe comunque morto” frasi senza umanità. Abbiamo visto morire una generazione a cui dobbiamo il nostro benessere eppure consideriamo la morte qualcosa di lontano, fino a che non tocca da vicino la vediamo come un qualsiasi problema.

Personalmente ho deciso che tornerò a fare qualcosa per gli altri e tra poco donerò il plasma sperando che comunque non serva e che il virus scompaia e invito chi come me ha vissuto la malattia a fare altrettanto, ci sarebbero molti ragionamenti da fare ma credo che uno solo li possa racchiudere tutti, pensiamo ai più deboli a non sottovalutare il valore della vita umana anche se questa è di un anziano, la salute delle persone è più grande di qualsiasi altro interesse.

Facciamo il possibile per limitare la  sopravvivenza del virus  seguiamo le regole, non consideriamolo sconfitto, vero che molti sono asintomatici e senza conseguenze soprattutto tra i giovani ma nella mia stanza di ospedale c’era un ragazzo di 25 anni molto malato, il COVID 19 o Sars 2 non ha simpatie colpisce senza ritegno.