I privilegi della chiesa cattolica Trentina

di Alessandro Giacomini

Il comitato laici Trentini per i diritti civili ha pubblicamente presentato un disegno di legge provinciale per abolire i contributi pubblici all’assistenza religiosa cristiano cattolica negli ospedali.

Il testo, che ha come firmatari il consigliere Bruno Firmani ( idv ) e Sara ferrari ( pd ) , vuole dare una risposta laica e istituzionalmente corretta alla questione, che recentemente ha sollevato non poche polemiche.

Attualmente la cifra annua corrisposta dall’azienda sanitaria Trentina alla corrispondente curia supera i 750 mila euro annui , a spiccare nel dettaglio sono il corrispettivo lordo per l’anno 2010 dei tre assistenti spirituali dell’ospedale S. Chiara di Trento Don Cornelio Carlin, e dai padri Renzo Roccabruna e Renzo Tavernini 136.782 euro lordi ciascuno.

Tra i più curiosi vi è quello del 2007, a Padre Pietro Stablum viene riconosciuto un compenso di 30.857 euro per “ l’espletamento del servizio di assistenza religiosa cattolica a favore degli ospiti dell’ex ospedale psichiatrico di Pergine “ dal 1 febbraio al 31 dicembre ( 10 mesi ).

Ovviamente, anche nel presidio ospedaliero di Tione, nella nostra comunità di valle, tale servizio è ben remunerato.

È indiscutibile che l’assistenza spirituale e religiosa debba essere necessariamente garantita a tutti i ricoverati nelle strutture ospedaliere Trentine, quando ne facciano richiesta, di qualsiasi religione essi siano fedeli, non si ritiene giusto che tale conforto sia garantito tramite personale stipendiato ed assunto dall’azienda sanitaria Trentina con regolare contratto. Tale trattamento economico è stato inoltre previsto con una convenzione soltanto per i ministri del culto cattolico.
Gli altri culti offrono conforto ad ammalati ed infermi spontaneamente, senza remunerazione alcuna.

Ci piacerebbe pensare che, chi si prodiga nell’offrire questo servizio, lo faccia esclusivamente sotto la spinta di una umana compassione, che soprattutto per una persona con fede religiosa, si tramuta di per sé in un compenso ben più valido di quello meramente pecuniario.
Dal punto di vista normativo, inoltre, con la riforma dell’articolo V della Costituzione, la materia sanitaria è diventata di esclusiva potestà delle regioni anche per quanto concerne l’organizzazione del personale, rendendo così non più applicabili gli atti normativi precedenti (DPR n.761/79), con i quali si prevedeva, in maniera comunque molto discutibile e anomala, l’obbligo di assunzione e remunerazione degli assistenti spirituali cattolici.

Non si comprende quindi perché la Regione debba pagare per questo servizio, gli stessi esponenti del clero cattolico, già percepiscono la diaria mensile dall’ente religioso da cui dipendono.

Non può neanche non saltarci agli occhi la disparità di trattamento degli assistenti spirituali di religione cattolica da quelli di altre confessioni, per le quali esistono degli accordi stipulati con la regione, ma che prevedono specificatamente che questo tipo di servizio venga reso “senza oneri per la regione”.

Inoltre si ritiene opportuno attivare , nei presidi ospedalieri della regione autonoma Trentina, l’assistenza morale laica.

«L’assistenza morale non confessionale va assimilata, dal punto di vista giuridico, all’assistenza spirituale religiosa dal momento che le convinzioni non confessionali in materia di religione sono anch’esse estrinsecazione della libertà di religione protetta dall’articolo 19 della Costituzione. L’assistenza morale dei non credenti, pertanto, deve essere considerata come parte integrante dell’assistenza sanitaria generale».

Tale assistenza andrebbe a colmare un vuoto, i degenti atei o agnostici che si interrogano su questioni esistenziali come il senso della vita, della malattia e della morte, troveranno qualcuno ad ascoltarli e a dialogare con loro,si fa presente che sul territorio Trentino,in linea con il resto del paese, la popolazione è sempre più secolarizzata con percentuali ( fonte istat ) di non credenti in aumento esponenziale.

È opportuno pertanto che, in questo periodo di forte recessione economica e di ingenti tagli ai servizi sociali e sanitari, non sia il caso di continuare con questa particolare interpretazione del volontariato sociale in tema di assistenza religiosa agli ammalati, ma chiediamo alla Regione Trentina, di provvedere a garantire il servizio senza più alcun onere per i contribuenti, così come avviene per le altre confessioni e associazioni laiche.

La legge proposta dai laici Trentini per i diritti civili si basa su tre semplici punti, tre articoli.

Il primo riconosce il diritto all’assistenza spirituale (non solo religiosa ) e quindi l’apertura a tutte le religioni.

Il secondo rimanda ad apposite convenzioni e regolamenti, per evitare che questo diritto non sia abusato e si trasformi l’attività religiosa in proselitismo tra le corsie e venga imposta a chi non lo desidera.

Infine il terzo articolo, il più importante, vieta esplicitamente all’azienda sanitaria o a qualunque ente pubblico di remunerare o rimborsare l’attività dei religiosi negli ospedali pubblici del Trentino.

a cura di Alessandro Giacomini.