Jack Caola ci ha lasciati alla chetichella

di Claudio Cominotti

Jack Caola ci ha lasciati alla chetichella

Jack Caola ci ha lasciati alla chetichella, secondo uno stile di vita che abbiamo avuto modo di conoscere e stimare per la pienezza dei suoi interessi e per la sua cura e attenzione verso l’estetica, tanto nell’arte della pittura, della scultura e della musica, quanto nel riguardo per i rapporti sociali, in cui si è distinto per la passione e l’impegno duraturo.

Pochi anni fa sono andato a trovarlo e ho visto la sua serie di musicassette con registrate le canzoni cantate quasi tutte da lui, accompagnato dalla sua chitarra. Me le ha prestate volentieri, così le ho digitalizzate e ogni tanto le ascolto con piacere, perché la voce calda di Jack è anche parte dei miei ricordi infantili, dato che spesso passava da casa mia con Vittorio (Toia) Cunaccia, qualche volta anche con Vittorio Bonapace (Din Din) e insieme con mio papà, Mario di Zipriàn, facevano qualche cantata per allietare noi bambini e la nostra mamma. Poi uscivano per le prove del coro o per proseguire con i canti al bar. Una delle sue canzoni preferite era senza dubbio La Montanara, vista anche l’intitolazione del suo bar a Madonna di Campiglio. La breve biografia che segue è stata letta nella serata dedicata a lui e a Elio Caola  nell’ottobre del 2019.

Clicca qui per ascoltare La Montanara cantata da Jack

Vita di Jack Caola

Jack Caola Stampun

Nato a Londra 97 anni fa, il 27 settembre 1922. Figlio di Benedetto e di Maria Maffei, ha tre fratelli: Tino, Bruno e Vigilio.

Il papà era emigrato come arrotino.

Ha frequentato a Londra le scuole, dalla materna alle superiori fino alla maturità al liceo classico.

La guerra mondiale lo ha obbligato a interrompere gli studi.

In seguito ha lavorato insieme a suo papà occupandosi soprattutto dei rapporti con i clienti.

Tornava frequentemente a Pinzolo, in vacanza.

Durante uno di questi soggiorni incontra la sua futura moglie Agnese Caola e dopo un fidanzamento fatto soprattutto di corrispondenza postale, convola a nozze e comincia a Londra una nuova vita.

Dopo qualche tempo però, nel 1956, torna definitivamente a Pinzolo e decide di avviare la nuova attività di esercente a Madonna di Campiglio. Appassionato dei canti di montagna, intitola il nuovo bar “La Montanara”. Lo gestirà fino al   1972.

In questa fase della vita ha modo di approfondire e sviluppare le passioni che già da tempo coltivava: la pittura, la scultura e in particolare la musica e il canto popolare.

Intensa anche la sua dedizione alla vita sociale; è stato:

  • consigliere comunale,
  • consigliere nella Famiglia Cooperativa,
  • presidente del coro Presanella, di cui è stato corista e uno dei fondatori,
  • animatore alla Casa di Riposo,
  • collaboratore con la scuola per la partecipazione al carnevale dei bambini,
  • componente del coro parrocchiale,
  • membro del gruppo dei poeti dialettali della Val Rendena,
  • convinto partecipante al movimento di opposizione allo sfruttamento dell’uranio.

Merita davvero il nostro applauso.

La Montanara a Madonna di Campiglio prima del 1956
La Montanara a Madonna di Campiglio prima del 1956
La Montanara a Madonna di Campiglio dopo il 1956
La Montanara a Madonna di Campiglio dopo il 1956