L’agricoltore è un costruttore di paesaggio rurale e alpino

di Provincia di Trento

L’agricoltore è un costruttore di paesaggio rurale e alpino

A Storo presso la sede di Agri ’90 si è tenuto il convegno sulla biodiversità con gli assessori Zanotelli e Tonina

Stamani la sede della cooperativa Agri ’90 a Storo, ha ospitato il convegno “La biodiversità di interesse agricolo e alimentare”, promosso dalla Provincia in collaborazione con Fondazione Edmund Mach e Muse e finanziato dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali. Una giornata di lavori per affrontare il tema della biodiversità e dell’agrobiodiversità sotto diversi ambiti, con un nutrito panel di esperti, il tutto nell’ambito del progetto Biotto “Biodiversità agricola e alimentare da tutelare nel territorio trentino occidentale” che, quest’anno, è dedicato in particolare alle varietà locali di mais trentine. Ad aprire i lavori del convegno sono stati gli assessori provinciali all’agricoltura, foreste, caccia e pesca Giulia Zanotelli, e all’urbanistica, ambiente e cooperazione Mario Tonina, nonché il presidente di Agri ’90 Vigilio Giovanelli, il sindaco di Storo Nicola Zontini e il presidente del Consorzio BIM del Chiese Claudio Cortella.

“Tutelare la biodiversità a 360° e preservare la qualità delle nostre produzioni è un’azione fondamentale che Agri ’90 sta portando avanti puntando su innovazione, valorizzazione e recupero dei territori, garantendo al contempo la sostenibilità ambientale, sociale, economica – ha esordito l‘assessore Giulia Zanotelli nel rivolgersi alla Cooperativa che ospitava il convegno -. Sono temi che stanno a cuore a questa Giunta che sta lavorando con forza per la promozione dei prodotti locali, che rappresentano eccellenze riconosciute anche al di fuori dei confini provinciali”. L’assessore Zanotelli, nel ricordare poi la legge sul biologico approvata lo scorso anno in seno al Consiglio provinciale, ha messo in luce anche il tema della formazione e della ricerca, che vede quale partner la Fondazione Edmund Mach, e la necessità di coinvolgere sempre più le scuole locali per sensibilizzare le giovani generazioni sull’importanza dell’agricoltura nel territorio trentino. Infine, esecutivo al lavoro anche sui rincari e sul tema dell’energia, nonché sul comparto delle foreste con il piano del bostrico ormai alle sue fasi finali.

Il vicepresidente Mario Tonina ha quindi puntato l’accento su una recente e importante modifica costituzionale, in tema di ambiente: “L’articolo 9 è stato integrato con ‘la Repubblica tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi’ e questo ‘anche nell’interesse delle future generazioni’, mentre l’articolo 41, in merito all’iniziativa economica, recita ora che essa non può svolgersi recando danno ‘alla salute e all’ambiente’ oltre che ‘alla sicurezza, alla libertà e alla dignità umana’. Temi ben presenti in Trentino, basti ricordare la recente approvazione della Strategia provinciale per lo sviluppo sostenibile che proietta il nostro territorio al 2030, e anche oltre”, ha commentato Tonina. Il vicepresidente, nel ricordare come il tema dell’ambiente sia emerso in modo trasversale in tutto il percorso degli Stati Generali della Montagna, ha evidenziato la straordinaria importanza del paesaggio, “frutto dell’incontro fra ambiente naturale e attività umane” e, in tema di agricoltura, la recente adozione in via preliminare del Piano di Tutela delle Acque, mentre sul fronte dell’alimentazione la necessità di valorizzare le specificità territoriali e i prodotti locali.

Il presidente di Agri ’90 Vigilio Giovanelli ha tratteggiato la storia di questa realtà, iniziata 32 anni fa quando “con un gruppo di amici abbiamo lanciato questa Cooperativa nella convinzione che il nostro granoturco dovesse avere un futuro. E per noi il futuro doveva partire dal passato”. Oggi il granoturco viene conferito da diverse vallate del Trentino ed è sottoposto ad un “rigido controllo perché la qualità è il passaporto che chiediamo per entrare qui dentro”, ha proseguito Giovanelli, ricordando come oggi la “nostra farina gialla viene commercializzata ben oltre il Trentino”. La Cooperativa si sta poi ampliando: da alcuni anni infatti, al granoturco, si è affiancato il frumento e si intrattengono “relazioni commerciali con parecchi panifici trentini”. Infine, dal presidente di Agri ’90, l’accorato appello a utilizzare i prodotti locali: “Acquistare i nostri prodotti significa incoraggiare la nostra gente a rimanere ancorata alla montagna, ai campi, al paese, garantendo a chi lavora la terra un reddito dignitoso” e in tema di reddito Agri ’90 è riuscita a distribuire ai suoi 120 soci “quasi 3 milioni di euro” e ad innovare con l’acquisto, grazie ai contributi provinciali, di “un macchinario per togliere le impurità dalla farina, nonché di un mulino per il frumento”.

Dopo i contributi del sindaco di Storo Nicola Zontini, che ha espresso il supporto dell’amministrazione ad Agri ’90 e l’importanza di sostenere l’agricoltura e i prodotti locali, e del presidente del Bim del Chiese Claudio Cortella, che ha ricordato come attualmente vi siano 230 ettari coltivati a mais, rispetto agli iniziali 20, il convegno è entrato nel vivo con la lectio dell’antropologo Annibale Salsa, che ha evidenziato come l’agricoltura, soprattutto in montagna, sia fondamentale perché difende la biodiversità e il paesaggio, che è spazio di vita, paesaggio culturale e antropico. Salsa ha messo in luce come i prati e i pascoli stiano progressivamente ritirandosi, mentre vanno salvaguardati, e come la montagna vada sempre più recuperata e rilanciata, non certo relegata ad area marginale e periferica. Infine se da un lato “va ribadito il ruolo strategico della montagna in questa società globalizzata”, dall’altro non bisogna certo scordarsi che “l’agricoltore è un vero e proprio costruttore di paesaggio rurale e alpino”.

Il convegno è proseguito con l’intervento di Federico Bigaran che nella sua panoramica della storia della domesticazione e coltivazione del mais si è soffermato anche su aspetti curiosi come il trattamento del mais con la calce da parte delle antiche popolazioni messicane al fine di estrarre la vitamina B3 evitando malattie molto diffuse in Europa come la pellagra. Quindi Roberta Franchi di FEM ha parlato di come anche le patologie legate al mais hanno portato ad un’evoluzione delle tecniche di coltura e dei sistemi di difesa nel nostro territorio. Fra gli altri Manuel Pramsohler del Centro di sperimentazione di Laimburg, ha spiegato come in Alto Adige i cereali locali abbiano un’importanza economica rilevante e vi siano progetti per il loro recupero ed utilizzo, mentre Paolo Panteghini ha spiegato l’importanza della Capra Bionda dell’Adamello nei pascoli e allevamenti montani, Massimiliano Luzzani presidente dell’Associazione tutela del Castagno della Val del Chiese ha parlato del recupero del castagno, Costantino Bonomi del MUSE ha spiegato come si iscrivono le varietà all’anagrafe nazionale della biodiversità d’interesse agricolo. Spazio anche a piccoli produttori e consorzi locali provenienti dal Trentino e da varie regioni d’Italia che hanno raccontato come hanno ripristinato la coltivazione di varietà native e autoctone di mais a discapito di altre colture più redditizie e facilmente coltivabili.

Il convegno può essere rivisto sul canale youtube di Agri ’90, all’indirizzo https://youtu.be/HWRnVADDiMs