Mio Zio Marco Bonomi Brasin

di Emanuele Bonomi

Mio Zio Marco Bonomi Brasin

Dovevo farci un film sulla sua vita, me lo aveva chiesto mio zio Marco, scherzando, quando era venuto a salutare tutta la famiglia questo Natale. E dire che di materiale ce ne sarebbe stato!
Nato a largo delle Canarie a bordo della nave Marco Polo, direzione Cile, in un lontano 1952, da mia nonna Fabiola, allora ventunenne e da mio nonno Matteo, quando Pinzolo era ancora un paesino di emigranti.
Una gioventù per i monti, a fare il birbante, il cacciatore, sempre di compagnia, e poi il suo lavoro per cui molti lo ricordano: il mitico piastrellista!
Tante ne ha combinate, era uno spirito libero, uno spirito antico: per lui il modo migliore di lavarsi i denti era masticando un pum.
Voleva regalare una pelliccia di volpe alla sua compagna, ma a modo suo: cacciando le volpi ad una ad una, nella sua Bulgaria.
Ora non c’è più, se n’è andato per i boschi bulgari, a spiare i cinghiali e cacciare gli orsi.
Tanto altro può essere detto su mio zio Marco, ma io me lo ricordo così, con la risposta sempre pronta, in dialetto ovviamente, con la sua saggezza popolare di un tempo passato;
e con una gran forza e il sorriso, con cui ha affrontato la malattia. La stava combattendo, ma la montagna se l’è preso per prima.

Questo Sabato 9 aprile, alle 10:00 lo tumuleremo al cimitero di Pinzolo, insieme ai miei nonni, così che possa tornare a ridere e cacciare fra i nostri monti.

Ciao Zio

Marco Bonomi Brasin