Pensioni d’oro… stop ai privilegi

di TrentinoLibero

Trieste, 29 giugno 2012. – di Luigi Ferone

Milioni di pensionati vivono nell’indigenza totale e i destinatari di questa nota ben conoscono i problemi veri l’indifferenza delle Istituzioni nei confronti dei più deboli. Il Governo Monti, durissimo con i poveracci, appare prono verso chi fruisce di privilegi inauditi. Emblematico il caso di un ex alto dirigente pubblico siciliano che riceve un vitalizio stratosferico. Una vicenda che ha innescato ricorsi e controricorsi e ora deciderà la Cassazione.

Certo, il Partito Pensionati riconosce a tutti il diritto di far valere le proprie ragioni, ma sottolinea soltanto che, per due anni, secondo quanto riporta il quotidiano la Repubblica, il signore in questione avrebbe percepito un assegno di 1.400 euro al giorno, e l’interessato vuol far valere quello che ritiene essere un suo diritto.

Certo, il ricorrente riscuoteva legittimamente quella “pensione d’oro” perché vi erano delle norme della regione Sicilia che glielo consentivano, ma rimane un dato di fondo e cioè che queste somme cozzano contro le condizioni di milioni di italiani che dopo 40 anni di lavoro prendono meno di 700 euro al mese e altri milioni molto meno di 500 euro, non al giorno, non alla settimana, ma al mese.

Le tappe di questa vicenda così come riportate dalla Repubblica:

1. una norma del 2005 del Parlamento siciliano ha concesso al signore in questione di andare in pensione con più di 400mila euro all’anno

2. nel 2010 la Corte dei Conti ha confermato il maxi assegno

3. nel dicembre 2011 i giudici d’appello della Corte dei Conti hanno ridotto a 220mila euro annui l’assegno dell’ex alto funzionario

4. l’interessato ha contestato l’ultima sentenza ravvisando un vizio nella composizione del collegio e si è rivolto alla Cassazione per l’annullamento della seconda sentenza.

Il Governo non tocca le pensioni d’oro ma ha massacrato i diritti pensionistici di milioni di lavoratori e ridotto sul lastrico milioni di pensionati.

Il Partito Pensionati si sta attivando in Parlamento con l’unico rappresentate presente alla Camera e con il solo rappresentante presente al Senato, per introdurre un tetto vero alle pensioni d’oro.

Senza demagogia, senza accanimento ma per un’elementare principio di solidarietà e di giustizia devono essere fissati dei tetti nel massimo e nel minimo.

La nostra proposta è:

– tetto massimo di euro 5mila netti e 10 mila euro netti in caso di cumulo di più pensioni;

– pensione minima euro 800 netti al mese.

Ci sembra una proposta più che ragionevole che tiene conto della dignità di tutti e per le pensioni più alte dei maggiori contributi versati.

Il tetto nel massimo è fissato per garantire comunque il rapporto fra quanto si riceve e quanto si è pagato, ma entro limiti decenti e non assurdi e inauditi come sono pensioni da 40mila euro al mese e oltre, che rappresentano veramente uno schiaffo alla miseria, anche se sappiamo benissimo che tali somme, con la normativa attuale, vengono riscosse legittimamente.

Se si stringe la morsa sui diritti di pensionati e lavoratori a maggior ragione devono essere cancellati quelli che appaiono, di tutta evidenza, delle assurde situazioni di privilegio, antistoriche, inopportune e sinceramente irritanti.

Luigi Ferone *

* E’ consigliere regionale del FVG del Partito Pensionati

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