Perché mi candido per il Consiglio della Cassa Rurale di Pinzolo

di L. Binelli

Mi perdonerete se non mi presento con l’ormai consueto compitino con il quale il candidato di turno elenca l’età, la professione, gli hobbies, il numero di figli, gli antenati, ecc., come s’usa fare negli ultimi anni, quasi ci si presentasse a un concorso a premi!

Preferisco richiamare l’ attenzione dei Soci su alcuni aspetti sostanziali della gestione dell’azienda Cassa Rurale di Pinzolo e che meritano una riflessione attenta.
Aspetti che nella concitazione dell’Assemblea si perderebbero.

La nostra Cassa negli ultimi anni ha centrato alcuni obiettivi estremamente importanti.

Ne richiamo soltanto un paio:

  • Patrimonializzazione: cioè acquisizione di una solidità patrimoniale che garantisce di poter affrontare i momenti “difficili” con una certa serenità;
  • Organizzazione : continua ed attenta per stare dietro ai cambiamenti sempre più repentini e radicali.

Questi due obiettivi,  anche se non esiste un vero e proprio “traguardo” un punto definitivo, possiamo dire con un certo orgoglio che sono stati realizzati:
la Cassa Rurale di Pinzolo è infatti dotata di una solida consistenza patrimoniale, adeguata alle sue dimensioni, e la struttura riesce a far fronte alle necessità di Soci e clienti, siano essi famiglie o imprese, fornendo servizi tempestivi ed efficienti.
Sembrano cose ovvie, risultati che vengono da sé, che si realizzano “per inerzia”. Non è così!

Riuscire a conciliare le strategìe aziendali con i princìpi della cooperazione, riuscire a concilare le esigenze di bilancio con la solidarietà sociale, riuscire a soddisfare le necessità dei singoli senza penalizzare l’andamento generale… sono tutti obiettivi che non si realizzano da soli.

Sono il frutto dell’impegno, della capacità, della professionalità di molti:
della capacità e professionalità dei collaboratori a tutti i livelli;
dell’attenzione e della preparazione del Collegio Sindacale;
della saggezza e dell’equilibrio del CdA.

Al CdA in particolare competono le politiche di fondo, le decisioni che fanno andare la Cassa in una direzione o in un’altra, le scelte che sono sempre positive o negative, mai neutre.
Scelte che è necessario compiere anche quando sono difficili, o addirittura dolorose.
Spesso infatti sarebbe più “semplice” più “popolare” prendere la strada più comoda.
Ed è facile essere tentati di farlo soprattutto quando la materia di cui si tratta non la si conosce a fondo. Soprattutto quando si ha poca dimestichezza con le problematiche che ci si trova a dover affrontare.
Quasi sempre però la scelta più “semplice”, più “popolare” è quella sbagliata.
E’ quella che prima o poi potrebbe comportare conseguenze pesantemente negative sull’andamento della Cassa. Bisogna conoscere a fondo i problemi, saperne riconoscere a prima vista le sfaccettature per poter individuare le soluzioni migliori.
 
Per questi motivi è fondamentale che nell’eleggere i Consiglieri d’Amministrazione, l’Assemblea tenga conto che un ricambio radicale dei componenti è giusto ed opportuno quando fatti di gravità eccezionale lo richiedono, è invece follia quando l’andamento è positivo.
Per fare un paragone calcistico, credo che nessuno dopo essersi piazzato in ottima posizione, affronterebbe il campionato successivo con una squadra di esordienti perché il rischio di retrocessione sarebbe evidente.
Nel campo degli Istituti di Credito in generale e negli Istituti di Credito Cooperativo più che negli altri, retrocedere significa mettere in crisi un punto di riferimento fondamentale ed insostituibile per le nostre famiglie, per le nostre imprese, per le Associazioni, per tutti noi.
Del resto il fatto che lo Statuto preveda che i Consiglieri siano in scadenza due alla volta e non tutti contemporaneamente (come succede per esempio nella Pubblica Amministrazione), testimonia più di tante chiacchiere di come il concetto di un ricambio graduale ed equilibrato dei componenti del CdA fosse ben chiaro già ai tempi, oltre centodieci anni or sono, in cui la nostra Cassa fu fondata.
Si può dire che è uno dei pilastri su cui si fonda l’attività del Credito Cooperativo.

Dei due consiglieri della Cassa Rurale di Pinzolo in scadenza quest anno, uno, il Vice Presidente Albert Ballardini (a causa di una sciagurata previsione statutaria introdotta pochi anni or sono), non può essere riconfermato.  Tre dei quattro consiglieri che rimangono in carica sono al loro primo mandato.

Dei sette (!) candidati che domenica si “contenderanno” i due posti a disposizione, quattro sono esordienti,
uno ha svolto uno spizzico di mandato nel collegio sindacale, tre hanno alle spalle anni di esperienza.
Viene da pensare allora che sarebbe saggio, da parte dell’Assemblea, da parte di ciascun Socio della Cassa, orientare la scelta verso i tre più “esperti” dato che in caso di elezione di due neofìti, avremmo ben cinque consiglieri (su sei) alle prime armi.
 
Io mi auguro che l’Assemblea, i Soci sapranno sottrarsi ai “giochetti” organizzati dalle correnti di vario tipo;
che l’Assemblea saprà evitare di farsi manovrare dai soliti “burattinai” più o meno occulti perché se si abbassa ulteriormente il tasso di esperienza del CdA, diminuisce la capacità di far fronte ai problemi e potrebbero esserci ripercussioni molto preoccupanti sul buon andamento della nostra Cassa Rurale.

Ma se così dovesse succedere, “chi è causa del suo mal…”

 

                                                                                              Lucio Binelli