Rifugi alpini, quale architettura?

di CampanediPinzolo.it

La stagione estiva si è conclusa da poco e i nostri rifugi in quota hanno chiuso i battenti pochi giorni fa. Queste costruzioni delle "terre alte", la maggior parte ultra centenarie, fanno parte ormai della storia delle genti alpine. Da alcuni anni è vivace il dibattito sulla progettazione di queste costruzioni, in particolare in occasione delle periodiche ristrutturazioni. Per fortuna, la Società degli Alpinisti Tridentini, proprietaria del maggior numero di strutture situate nel Brenta e nel gruppo Adamello-Presanella, è per un restauro conservativo. In altre regioni alpine, come nel vicino Alto Adige, si tende invece a privilegiare soluzioni più moderniste, anche per rifugi prettamente alpini. Qui sotto riportiamo due esempi di strutture nuove in Alto Adige e due rifugi recentemente ristrutturati in Trentino. La prima immagine invece si riferisce al Gervasutti, sopra Courmayeur, che però è un semplice bivacco prefabbricato, un po’ come il Castiglioni in cima al Crozzon di Brenta. Voi come la pensate?

Bivacco Gervasutti in val Ferret (Valle d’aosta) – 2.835 metri

Rifugio Caduti dell’Adamello alla Lobbia – 3.050 metri

Rifugio Sasso Nero in Valle Aurina (Bz) – 3.026 metri

Rifugio Tuckett (Tn) – 2.271 metri

Rifugio Ponte di Ghiaccio a Lappago (Bz) – 2.545 metri