Risposta, senza polemica, al turista affezionato

di Anonimo Rendenero

Gent. Turista Affezionato,

le vorrei rispondere come Rendenero , senza polemica, cercando di dare un po’ di razionalità a quanto da lei esposto. Non ho nessun dubbio di credere all’ episodio che lei ha esposto, la prendo in parola. Come lei saprà, le varie catene commerciali hanno decine di famiglie merceologiche e migliaia di referenze commerciali. Ognuna di queste imprese, a seconda del mercato e della propria politica commerciale, applicano politiche di prezzi differenziate su ogni prodotto, per ragioni strategiche, di mercato, di promozione e di magazzino. Infatti, se andiamo assieme in due supermercati possiamo, con poco impegno, trovare un prodotto più caro dell’ altro, o viceversa. Per es. posso trovare nel supermercato X il pomodori pelati a 1 Euro ed il detersivo a 6 Euro, al supermercato Y a 3 euro i pelati ed il detersivo a 4 euro. Chi è lo “spennatore”? il supermercato X o Il supermercato Y? Sul singolo prodotto non si possono fare valutazioni su chi “spenna”. Si può invece fare una valutazione di prezzo medio, confrontando un campione di un centinaio di referenze di varie famiglie commerciali. Questa operazione la fanno spesso riviste specializzate per valutare la convenienza delle catene commerciali. Che arma ha il consumatore? Semplicemente scegliere da chi rifornirsi. Per quanto riguarda invece “la catena distributiva nazionale a poco più di 10 km da Pinzolo” le posso dire che: a Tione di Trento, che dista pochi Km da Pinzolo, le aziende commerciali hanno costi decisamente diversi. Il costo dell’ affitto o dell’ ammortamento dell’ immobile sono decisamente maggiori a Pinzolo del +80%. Il costo del personale, per la dinamica della stagionalità e dell’ organizzazione, hanno costi del 70% in più. Questi due voci del bilancio si “mangiano” dal 70/80% del margine lordo. Anch’io quando passo da Tione “faccio spesa” ma non penso, che se trovo prodotti meno cari di Pinzolo, siano degli “spenna tori” ma penso, più realisticamente, che le aziende devono fare dei bilanci possibilmente in positivo e penso che, soprattutto di questi tempi, sia decisamente etico e moralmente corretto. Questo non impedisce ne a me, ne e a lei, di fare un scelta, altrettanto etica, di scegliere dove acquistare. Immorale e non etico sarebbe se non ci fosse il libero mercato, se non potessi scegliere quale prodotto comprare, se ci fosse un’unica attività commerciale, se non potessi scegliere dove comprare. Lei, che è un imprenditore, sa meglio di me che la formazione di un prezzo di vendita non lo fa una valutazione etica, ma la valutazione che fa l’ imprenditore rispetto l’ economia della propria azienda. Sarà poi il mercato a giudicarlo. Non ho mai conosciuto nessun imprenditore che si è vantato di fare un bilancio in perdita per aver venduto a basso prezzo al fine di agevolare, povera gente o turisti in villeggiatura. Chiudo inviandole un affettuoso e simpatico saluto dalla nostra valle e la invito a non pensare a quei pochi euro che ha dovuto pagare in più, ma a ricordare quelle positive emozioni che sicuramente i nostri luoghi le hanno dato.