Sulla serata informativa (promozionale) sul biodigestore

di Francesco Scalfi

Considerazioni sulla serata informativa (promozionale) sul biodigestore

Partendo dal presupposto che io, come quasi tutti in sala, non capivamo nulla o poco di clostridi, di azoto e di composizioni di biodigestato, mi sono fatto un idea sul fenomeno più in generale; una valutazione più sociologica che biologica o chimica. Mi spiego. Se il primo cittadino ha davanti tutta la sua popolazione, amici, sostenitori, elettori, parenti, colleghi ecc che hanno paura o che si oppongono ad una operazione, deve fare tutto il possibile per non attuarla. Punto. Molto probabilmente Carisolo si sta perdendo un”™ opportunitÁ ; può anche essere. Magari i timori e le rimostranze sono infondate e miopi. I tecnici hanno fatto il loro lavoro, ci mancherebbe. Non mi è piaciuto però come è stata gestita la faccenda dal punto di vista emozionale e comunicativo. Non mi piace quando si dice ad una signora che è in vacanza che può stare fin oltre la mezzanotte, perché è in ferie. Perché quella signora (non la conosco di persona) è una donna che ha a cuore le sorti del paese che ha scelto, in cui ha investito, e come ha detto Alimonta, l’ha scelto per le specificitÁ  e peculiaritÁ , tra migliaia di paesini montani. 
Non mi piace sentirmi dire: se il privato fa ricorso e lo vince, il biodigestore lo fa ugualmente, tanto vale farlo in accordo. Che??? cos’è? una minaccia? e se lo fa con tutta la popolazione contro, cosa succede? il digestato sarÁ  più indigesto? Non mi piace che si sostenga che esiste una sola linea di pensiero e che non ci sono teorie contrarie; specialmente non mi piace se chi me lo dice, è uomo di scienza quanto me o quanto la zia Pierina. L’onestÁ  intellettuale ce l’ho anch’io. 
Non mi piace che si dica: beh, se qualcuno vende la casa, qualcun’ altro la ricomprerÁ . Certe frasi sono passate inosservate e travolte dalla concitazione, ma io le ricordo molto bene. 
Se alcune asl hanno definito aziende insalubri questi impianti, qualche fondamento c’è di sicuro, ma sto alla larga dai dettagli tecnici e specifici.
La faccenda si risolve così: io sono il sindaco, e in democrazia, se la maggioranza dei miei cittadini non vuole una cosa, farò quanto in mio potere per evitarla. Fosse anche un’attivitÁ  che cosparge meringhe o zucchero filato nei campi anziché merda, io avviso la popolazione, la informo, poi se i miei cittadini in toto (praticamente tutti, con qualche eccezione di consiglieri con spirito, genuino e sacrosanto, di cameratismo) non la vogliono, li difendo. Difendo il volere della collettivitÁ . Se poi si perdono un occasione, pazienza; potrò dire di averli avvisati. Tanto più se il privato può farlo al 100% con o senza appoggio del consiglio comunale. Sicuramente il sindaco non è stupido, anzi. Può ostacolare una attivitÁ  imprenditoriale, l’ha fatto da non amministratore in passato, lo può fare ancora. Sono sicuro che a Carisolo, se un imprenditore volesse aprire un sex shop, magari in piazza sotto la chiesa, troverebbero il modo di non farlo aprire. Ma son sicuro al 100%. e ci scommetterei una mano.
Perché i carisoi, da Don Grazioso e suor Adeodata in avanti mi hanno dato tanto in gioventù. I momenti più belli della mia infanzia li ho passati in piazza, ai salesiani o a giocare a “baloch” per quelle corti. So che Carisolo sa essere un paese unito, testardo, coeso e protezionista. E il sindaco lo sa meglio di me. Lui ha fatto il suo dovere, ad informare ed a portare a conoscenza la popolazione dei possibili vantaggi. Probabilmente è un treno che passa raramente, un”™ occasione che si perde. Ma se la collettivitÁ  è contraria, è contraria e bon. Punto. 
Sciau Cari