Trentino giallo e Alto Adige rosso, qualche considerazione

di Marco Salvaterra

Trentino giallo e Alto Adige rosso, qualche considerazione

Sono in molti a chiedersi come mai l’Alto Adige, nonostante la chiusura totale di tre settimane a novembre e lo screening di massa del 21/22.11 (al quale si sono sottoposte quasi 350mila persone pari a circa il 62% della popolazione, con soltanto lo 0,9% di positività rilevata) sia di nuovo passato in zona rossa. Qualche esperto punta il dito sull’effetto boomerang del test di massa, costato diversi milioni di euro, che potrebbe avere avuto come conseguenza un rilassamento nei comportamenti delle persone. Il dato dei positivi risultati dallo screening potrebbe essere stato falsato dal campione non rappresentativo: quanti erano i positivi tra il terzo di popolazione che non si è sottoposto al test di massa?

Ma la Provincia di Bolzano tira dritto e ricorre contro la classificazione del Governo centrale.

Ecco il testo del Comunicato stampa del 15.01.21 della Provincia di Bolzano: Covid-19: confermate le norme vigenti

“I nostri esperti sulla base dei dati sull’attuale situazione epidemiologica e degli sviluppi costantemente monitorati sono giunti alla conclusione che le regole attualmente in vigore possono essere confermate come tali, e che la riclassificazione dell’Alto Adige come “zona rossa” è avvenuta valutando in modo inadeguato alcune delle specificità altoatesine”. Lo hanno comunicato questa sera (15 gennaio) il presidente Arno Kompatscher e l’assessore provinciale alla salute Thomas Widmann in una conferenza stampa al termine della riunione straordinaria della Giunta provinciale, annunciando di voler mantenere in vigore le norme stabilite con l’ordinanza n. 1 del 2021. 

Le regole della nuova ordinanza
Le modifiche alle regole vigenti – ha comunicato il presidente della Provincia Kompatscher – riguarderanno solo pochi settori: l’asporto di cibi e bevande nei bar sarà ad esempio possibile solo fino alle 18. Gli impianti di risalita nei comprensori sciistici continueranno a rimanere fermi: niente riapertura dunque per il 18 gennaio come ipotizzato fino a qualche giorno fa. Malghe, rifugi di montagna e attività di ristorazione che si trovano nelle aree sciistiche, presso le piste da slittino e nelle zone delle stazioni a valle degli impianti possono aprire dalle 8 alle 16, ma sono tenuti a rispettare rigide prescrizioni per garantire la sicurezza degli avventori: autorizzato solo il servizio al tavolo, solo su prenotazione e con un massimo di 4 commensali salvo che si tratti di persone conviventi. L’ordinanza vieta anche la somministrazione e consumazione di superalcolici anche in aggiunta ad altre bevande, così come la vendita d’asporto di pasti e bevande. E’ vietata inoltre ogni forma di intrattenimento musicale e multimediale, sia all’interno che all’esterno. Le scuole restano aperte per la didattica in presenza così come sinora stabilito dalle norme vigenti per ciascun ordine scolastico”.

Situazione opposta in Trentino, rimasto in zona gialla, unico territorio del Nord Italia. E il presidente della Provincia Maurizio Fugatti, assieme all’assessore alla salute Segnana, al dirigente generale del Dipartimento Salute Ruscitti e al direttore sanitario di Apss Ferro, nel corso della comunicazione informale di ieri sera in diretta Facebook, ha voluto richiamare ancora una volta alla responsabilità e alla prudenza. “Sono necessari anche in futuro quella responsabilità e quel rispetto delle regole che i trentini hanno dimostrato finora, seguendo le indicazioni che sono state date dal nostro comitato tecnico/scientifico – sono state le sue parole -, è stato premiato il grande sacrificio fatto dai trentini. I territori rimasti gialli sono davvero pochi a livello nazionale, perché i parametri sono più restrittivi rispetto alla settimana scorsa, e il rischio di andare in una zona diversa esiste ancora. Però va evidenziato che questa classificazione riconosce le scelte fatte in questi ultimi mesi; siamo l’unico territorio che nel Nord Italia rimane in zona gialla e questa è una forte responsabilità“.

Dati relativi ai ricoveri – 15 gennaio 2021

Provincia di Bolzano:

  • Ricoveri complessivi 383 di cui 23 in rianimazione

Provincia di Trento:

  • Ricoveri complessivi 346 di cui 42 in rianimazione

Dati relativi ai decessi della seconda ondata (da settembre) – 15 gennaio 2021

Provincia di Bolzano: 523

Provincia di Trento:  658

Come si spiega il dato decisamente più alto relativo al Trentino? Una spiegazione parziale potrebbe essere il diverso dato demografico delle due provincie che, pur avendo un numero di abitanti sostanzialmente uguale (poco più di 500.000) risulta diverso come distribuzione per classi di età. Cioè, in Trentino l’età media è più elevata. Gli over 75 sono infatti 53.215 in Alto Adige e ben 59.620 in Trentino (dati del 2018; i dati del 2020 sono probabilmente ancora più a sfavore del Trentino).

Fonte dati:

Popolazione per età, sesso e stato civile 2018 – provincia di Bolzano (tuttitalia.it)

Popolazione per età, sesso e stato civile 2018 – provincia di Trento (tuttitalia.it)